Il ministero della Salute ha diffuso un altro avviso di richiamo relativo ad alcuni lotti di bacche di goji, in questo caso a marchio Zig, sempre per la presenza segnalata dal fornitore di carbofuran e esaconazolo, un insetticida e un fungicida, oltre i limiti consentiti. Anche questo richiamo, datato 13/03/2020, è stato pubblicato sul portale del ministero con un notevole ritardo (11 giorni).
Il prodotto interessato è venduto in sacchetti da 500 g, 1,5 kg e 5 kg con i numeri di lotto 19/308, 19/245 e 19/206 e il termine minimo di conservazione 30/12/2020.
Le bacche di goji richiamate sono state prodotte da Zenone Iozzino Srl, nello stabilimento di via Castellammare 130 a Gragnano, in provincia di Napoli.
Questo è solo l’ultimo richiamo di bacche di goji dovuto alla presenza di carbofuran ed esconazolo oltre i limiti di legge. Ecco la lista dei provvedimenti precedenti:
- Bacche di goji prodotte dall’azienda Mainardi Nicola, vendute in diversi formati e con diversi marchi
- Mix di frutta secca ed essiccata con bacche di goji Mix Break Wellness a marchio Milani Frutta Secca
- Bacche di goji in vassoio Mainardi Nicola
- Bacche di goji prodotte dall’azienda Di Nunzio
Per precauzione, si consiglia di non consumare le bacche di goji con i numeri di lotto segnalati e restituirle al punto vendita d’acquisto.
Dal 1° gennaio 2020, Il Fatto Alimentare ha segnalato 36 richiami, per un totale di 50 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Per una perversa ma inevitabile legge commerciale quando un prodotto raggiunge la notorietà e un prezzo elevato sul mercato per la grande richiesta , tutti si buttano sul pezzo e viene ramazzato e venduto di tutto e i coltivatori/raccoglitori disonesti si danno molto da fare.
Io poi rifletto tra me e me e mi domando come sia possibile che un frutto che viene da un altro mondo lontano, molto simile per caratteristiche a certi frutti di bosco nostrani , possa essere così ricercato……misteri della globalizzazione e delle nostre stravaganze.