Veterinario o operatore in un allevamento di maiali; concept: peste suina africana

La peste suina africana è arrivata in un allevamento di suini in Lombardia (vedi aggiornamento del 30 agosto 2023). La cosa è gravissima perché si tratta di un allevamento commerciale, in provincia di Pavia. Secondo le prime notizie sembra che nell’allevamento, all’inizio di agosto, si fosse manifestata una mortalità anomala su un numero abbastanza significativo di animali. I Nas stanno svolgendo un’indagine per valutare eventuali mancanze di controlli e segnalazioni alle autorità preposte. La Lombardia ha confermato il caso di peste suina africana nell’azienda agricola pavese a conduzione familiare situata a Montebello della Battaglia. Come prevede la norma, i capi ancora vivi sono stati tutti abbattuti ( in totale quelli soppressi sono circa 2000). Ora i tecnici dovranno capire da dove sia arrivato il contagio visto che le stalle erano protette con reti contro i cinghiali, e si deve quindi escludere il contatto e quindi il veicolo di trasmissione con un animale selvatico. La peste suina africana ha una mortalità elevatissima in maiali e cinghiali, ma non colpisce l’uomo nemmeno se ingerisce carne infetta, rassicura Ats Pavia. L’indagine epidemiologica è stata affidata al Dipartimento Veterinario della ATS di Pavia, dell’Unità Operativa Veterinaria di Regione Lombardia e dell’Istituto Zooprofilattico che ha però escluso il contatto diretto fra i maiali e dei cinghiali. L’allarme tra gli allevatori è altissimo perché la presenza del virus comporta la chiusura delle esportazioni in molti Paesi.

A distanza di 16 mesi dal primo ritrovamento in Liguria nel gennaio 2022 di una carcassa di cinghiale morto a causa della peste suina, l’epidemia è arrivata in un allevamento della Lombardia. Ad oggi le carcasse di cinghiali ritrovate sono oltre 1.000, con un balzo di quasi 700 nel 2023, e le regioni interessate oltre a quelle citate sono: Piemonte (con 467 casi), Lazio (87), Campania (25), e Calabria (13). L’arrivo in Lombardia è un brutto segnale visto che la regione ospita 2.739 allevamenti suinicoli per un totale di oltre 4 milioni di capi. La situazione è difficile perché i tentativi portati avanti sino a ora per arginare l’epidemia sono risultati scarsamente efficaci, e ormai la malattia è arrivata negli allevamenti di maiali come avevano previsto in molti.

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock

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indignato rassegnato
indignato rassegnato
30 Agosto 2023 02:58

E dopo il veterinario di Crema che aveva scambiato i resti umani per una carcassa di cane, ecco un altro capolavoro.

Grazia angela
Grazia angela
30 Agosto 2023 12:41

Vuol dire che non è assolutamente vero che i cinghiali cintagino..qui c’era ogni presidio di sicurezza con i selvatici eppure..forse è endemica delle specie suine e il sovraffollamento degli allevamenti non aiuta di certo..

Giulia Crepaldi
Reply to  Grazia angela
30 Agosto 2023 12:53

Sì, i cinghiali possono essere fonte di contagio per i suini allevati se non sono rispettate le norme di biosicurezza che impediscono i contatti tra i selvatici e i maiali allevati.
Il virus della peste suina africana non è endemico nelle popolazioni di maiali allevati e di cinghiali selvatici dell’Italia continentale: il virus è stato introdotto nella popolazione di cinghiali selvatici nel 2022.
Nel caso specifico, l’allevamento era dotato di protezioni per evitare il contatto tra animali selvatici e allevati, e sono in corso indagini per individuare la falla nelle misure di biosicurezza che hanno portato il virus all’interno dell’allevamento. Ricordo che il virus della PSA è molto resistente nell’ambiente esterno e può essere trasportato all’interno degli allevamenti anche dagli stivali contaminati di un operatore o dai mezzi di trasporto.

Santo
Santo
Reply to  Giulia Crepaldi
31 Agosto 2023 08:50

“..Nel caso specifico, l’allevamento era dotato di protezioni per evitare il contatto tra animali selvatici e allevati..”.
L’ha verificato personalmente o riporta la dichiarazione di qualche autorità preposta al controllo?

Giulia Crepaldi
Reply to  Santo
31 Agosto 2023 09:21

Come scritto nell’articolo: “Ora i tecnici dovranno capire da dove sia arrivato il contagio visto che le stalle erano protette con reti contro i cinghiali”. Le autorità sanitarie che stanno indagando sul caso hanno già escluso il contatto diretto tra maiali e cinghiali selvatici e stanno cercando di individuare come il virus sia entrato nell’allevamento. Tuttavia ora sappiamo che fin dai primi di agosto nell’allevamento si era verificata una mortalità anomala, che non era stata denunciata alle autorità sanitarie, come prescrive la legge. Ne parliamo in questo articolo: https://ilfattoalimentare.it/peste-suina-in-lombardia-controlli-straordinari-situazione-grave.html

Massimiliano
Massimiliano
Reply to  Grazia angela
30 Agosto 2023 14:48

Anche l’uomo (tramite l’abbigliamento e le calzature), gli animali da compagnia (sulle zampe e/o sul pelo), oggetti e veicoli possono diventare portatori involontari, dato che il virus ha una buona resistenza e vitalità anche fuori dall’ospite malato (o già morto) per un discreto numero di giorni.
Questo rende ancora più difficile capire dove (e come) uomini, animali e oggetti possono avere raccolto il virus, dato che la contaminazione può avvenire tranquillamente anche in assenza di contatti diretti o altrimenti registrabili con un cinghiale malato o con una carcassa…
C’è stata ovviamente una falla nel sistema di prevenzione (biosicurezza) dell’allevamento, e ora bisognerà capire quale errore è stato commesso e quale potrebbe essere stato il vettore del contagio.

gigio55
gigio55
Reply to  Grazia angela
31 Agosto 2023 10:51

Mi dispiace contraddirla, ma anche se il cinghiale non entra in contatto diretto con il suino ci sono possibili trasmissioni tramite vettori (uomo, uccelli, roditori) e la sorgente esterna è sempre l’animale selvatico. Concordo che il sovraffollamento è una causa di contagio, ma solo per la diffusione del virus nell’allevamento; infatti non vi sono contagi se l’Asfavirus non è entrato nell’allevamento.

claudio
claudio
30 Agosto 2023 16:36

nel giro di 20 giorni negli allevamenti il problema si risolve il guaio e lasciare liberi di infettare i cinghiali. bisognava sterminarli subito non mettere le reti in montagna. per dare ascolto a 4 animalisti e ambientalisti che non capiscono niente ora il problema e ben serio.

Valeria Nardi
Reply to  claudio
31 Agosto 2023 09:06

Gentilissimo, la caccia fa aumentare la popolazione invece di ridurla. https://ilfattoalimentare.it/cinghiali-la-caccia-aumenta-la-popolazione.html
E se il governo desse più retta agli, ahimè, 4 animalisti e ambientalisti invece che alle varie lobby (tra cui quella dei cacciatori) forse il nostro territorio non sarebbe così devastato.

claudio
claudio
Reply to  Valeria Nardi
31 Agosto 2023 11:12

bella teoria in questo modo si fa la fine della sardegna che son 40 anni che non riesce a debellarla

Valeria Nardi
Reply to  claudio
31 Agosto 2023 11:29

Perché in Sardegna è vietata la caccia al cinghiale?! Non si tratta di una teoria ma di fatti anche provati tramite esperimenti. Nelle altre nazioni infatti anche a livello governativo si sa che la caccia non è uno strumento utile alla riduzione della popolazione e si attua diversamente.

Leonardo
Leonardo
Reply to  Valeria Nardi
31 Agosto 2023 14:53

Studio interessante, non lo conoscevo. D’altronde, sono anni che i cacciatori hanno molta libertà nel predare i cinghiali e in quest’ultimo anno tale libertà è stata ulteriormente estesa. Ciononostante, il problema si è sempre aggravato, il che mi porta a pensare che la caccia non sia la soluzione. Ora inizio anche a capire la ragione scientifica di questo insuccesso.

maura
maura
31 Agosto 2023 12:02

Basta allevamenti intensivi!!! la soluzione sarebbe più banale del previsto. Il problema non sono i cinghiali infetti ma l’infezione negli allevamenti intensivi! STOP allevamento intensivo di tutti gli animali.

emilio B
emilio B
Reply to  maura
4 Settembre 2023 15:14

complimenti per la sua opinione… pregna di conoscenze della materia e foriera di soluzioni evidenti ed illuminanti.
Il problema è serio… evitiamo commenti inutili

sandro passerini
sandro passerini
31 Agosto 2023 12:02

La PSA è resistente e persistente, oltre al contatto diretto con i cinghiali che comunque ora è difficilissimo che avvenga, i contatti principali avvengo indirettamente:
– con i mezzi agricoli che entrano nei terreni sui quali passano i cinghiali e poi arrivano nelle aziende e purtroppo come sappiamo i sistemi di sanificazioni non sono efficaci al 100%, su centinaia di viaggi e passaggi basta che un virus sopravviva contagiando gli animali.
– tramite uccelli come i piccioni che vanno sui terreni infettati sporcandosi le zampe e poi vanno negli allevamenti contagiandoli.
Il nostro territorio è altamente antropizzato ed abbiamo troppi animali selvatici non controllati, occorre effettuarne il contenimento, purtroppo il sistema efficace è solo l’abbattimento massiccio, ma difficilmente attuabile con la semplice caccia come si è appurato.
In Italia, continentale, in tre anni di presenza non si è riusciti ad evitare i contagi, invece in Germania, in Belgio in sei mesi hanno risolto il problema. Anche in questi Paesi ci sono animalisti, ma più attenti alla loro economia nazionale ed all’occupazione e partecipano con una classe politica ed amministrativa più efficace e proficua a risolvere i problemi.
Tutte le misure di biosicurezza stanno andando a chiudere gli animali in ambienti sempre più confinati, escludendo di fatto il pascolo e la stabulazione all’aperto e di conseguenza ELIMINANDO IL VERO ALLEVAMENTO BIOLOGICO; invece, dobbiamo risolvere il problema alla fonte.

Francesco Badino
Francesco Badino
1 Settembre 2023 11:06

Non sono del tutto sorpreso del contagio diffuso in un allevamento protetto con reti dal contatto diretto con suini selvatici. Ricordo che molti anni fa quando il problema era la peste suina classica (non esisteva ancora il vaccino) era stato riscontrato il virus nelle feci di uccelli. Potrebbe essere capitata una cosa analoga oggi?

Roberta Grasso
Roberta Grasso
3 Settembre 2023 13:02

Tutto è inutile l’uomo non sa rinunciare ai propri istinti primordiali,la carne è un’abitudine superflua antica,ci abituano fin da piccoli a mangiarla,non serve a nulla le menti eccelse sono libere da queste fondamenta,svegliate le congetture di pensiero.