Serge Hercberg Mange e tais-toi copertina libro

Zitto e mangia”(*) è un libro scritto da Serge Hercberg, medico, nutrizionista, epidemiologo, professore emerito dell’Università Sorbona Nord (Parigi). Racconta i 40 anni di lavoro che hanno portato alla creazione di una delle migliori etichette nutrizionali al mondo (Fopl, Front of Pack Label) pensata per aiutare i cittadini a fare scelte dietetiche migliori: il Nutri-Score. Questo libro descrive la lotta sul filo del rasoio tra la promozione della salute pubblica basata su evidenze scientifiche, e gli interessi della potente lobby agroalimentare francese. Una saga che ancor oggi continua a livello europeo dove le lobby industriali hanno appena bloccato il Nutri-Score: posticipando al 2024 la decisione sul tipo di etichettatura da adottare in Europa.

La decisione doveva essere presa entro la fine del 2022 e il Nutri-Score era il candidato favorito. Poiché l’industria alimentare si è resa conto di non poter bloccare l’adozione dell’etichetta francese, che ha dalla sua parte almeno 70 pubblicazioni scientifiche, ha adottato la tattica di ritardarne l’introduzione di oltre un anno. A livello europeo l’industria alimentare per oltre 30 anni ha ostacolato in tutti i modi l’etichettatura a semaforo: si stima che le multinazionali abbiano investito sino al 2012 più di 1 miliardo di euro per bloccarla. Nel 2013 un’etichetta a semaforo denominata ‘traffic light label’ venne adottata nel Regno Unito. Il Nutri-Score  invece è un altro tipo di etichetta sempre a semaforo introdotta dalla Francia nel 2017.

Il libro di Hercberg è un’utile lettura per coloro che si interessano di nutrizione e salute a tutti i livelli, da chi fa ricerca di base a chi si dedica alla clinica. Ci insegna come si persegue la salute pubblica (prevenzione primaria), non solo con una seria ricerca epidemiologica di base ma anche mantenendo pubbliche relazioni con i media, la stampa, l’opinione pubblica e la politica, affrontando alla radice il problema del conflitto di interessi (con fondi pubblici). Spiega in maniera dettagliata le varie tecniche usate dall’industria alimentare per manipolare l’opinione pubblica, (nonché l’opinione) dei nutrizionisti, dei clinici e dei ricercatori.

Vediamone alcune: l’industria alimentare sostiene che il Nutri-Score stigmatizza gli alimenti, è troppo semplicistico, infantile, ansiogeno, colpevolizzante, rappresenta il crollo dell’industria alimentare francese, un freno mortale all’export, la fine del turismo gastronomico, va contro alla cultura alimentare (francese), è la fine delle piccole medie imprese, la morte degli agricoltori. Hercberg è accusato di fare proposte draconiane, di moralizzare e medicalizzare il cibo.

Logo Nutri-Score A
Il Nutri-Score è un sistema di etichettatura nutrizionale fronte-pacco (Front-of-Pack Label, Fopl) introdotta dalla Francia nel 2017

E ancora, è stata fatta una contro-campagna dell’industria dello zucchero con spot e video pubblicitari contro il Pnns, il Programma nazionale nutrizione e salute lanciato nel 2001 dal ministero della Salute e della prevenzione francese, che ha come obiettivo il miglioramento della salute della popolazione. Gli spot dell’industria dello zucchero ripetevano: “chi vorrà vivere in un mondo senza zucchero?” e “stiamo esagerando con lo zucchero?”.

È interessante il fatto che questo programma continua in Francia da oltre 20 anni mentre in Italia non esiste nulla di simile, non esiste neppure una piena consapevolezza che lo zucchero sia la causa  di carie e favorisca l’obesità. Non è un caso che i ministeri dell’Istruzione e della Salute (italiani) permettano campagne di ‘educazione alimentare’ nella scuola pubblica da parte di Eridania (ne abbiamo parlato in questo articolo) e l’Obesity day in Italia sia stato finanziato sin dal 2015 sempre da Eridania! Ricordiamo che lo zucchero è uno dei fattori che promuove l’obesità nel mondo.

Il libro descrive le frustrazioni continue, gli insuccessi a livello legislativo che il Pnns ha avuto nel corso degli anni. Poche tra le numerose proposte per migliorare la salute pubblica sono riuscite a passare. Una di queste merita di essere citata: “l’eliminazione dalle scuole dei distributori automatici di dolci e bevande zuccherate sin dal 2005!” Anche in questo caso l’industria ha cercato in tutti i modi di bloccare il provvedimento con argomentazioni del tipo: saranno persi posti di lavoro; i distributori sono importanti per reidratare e confortare i bambini con bevande calde, soprattutto in inverno; servono a mantenere gli alunni nelle scuole proteggendoli dalle tentazioni (tabacco, alcol) e  dal rischio di racket o aggressione; offrono la possibilità ai bambini di fare colazione; contribuiscono alla missione educativa della scuola e incoraggiando la permanenza degli alunni nell’istituto…

ragazza adolescente teenager distributore automatico scuola
La Francia è riuscita a eliminare i distributori automatici dalle scuole già nel 2005, nonostante l’opposizione dell’industria alimentare

È utile ricordare queste tecniche di depistaggio perché anche l’Italia prima o poi dovrà affrontare il problema e dovrà subire argomentazioni simili a parte dell’industria. Siamo nel 2023 e nel Belpaese i distributori automatici di junk food sono presenti in tutte le scuole pubbliche, nelle palestre scolastiche e negli ospedali! È triste constatare che l’Italia con il primato di obesità infantile in Europa su questo punto sia in ritardo di 18 anni rispetto alla Francia. I nostri esperti, inconsapevoli del ruolo dell’industria alimentare nel danneggiare la salute pubblica (clicca qui per leggere il nostro approfondimento), considerano l’obesità un problema biomedico/genetico/epigenetico da trattare con chirurgia/farmaci/terapie comportamentali e diete chetogeniche. Non hanno nozioni elementari di prevenzione dell’obesità.

Infatti in Italia non è stato implementato alcun provvedimento di salute pubblica come indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità: no sugar tax, no etichetta, no regolamentazione di pubblicità di alimenti spazzatura rivolta ai bambini; il governo invece di mettere dei paletti è completamente prono alle esigenze dell’industria alimentare (vedi NutrInform Battery).

Ma ritorniamo al Nutri-Score. Il libro descrive la guerra che è stata fatta per introdurlo in Francia e le contromisure adottate dall’industria agroalimentare per bloccarlo. Alcune di queste argomentazioni sono familiari anche a noi italiani: “non abbiamo bisogno di etichette, è sufficiente l’educazione alimentare”; in questo modo la responsabilità viene trasferita dall’industria e dallo Stato al consumatore che diventa l’unico responsabile delle sue scelte alimentari. Lo Stato non deve intervenire mentre l’industria può fare tutta la pubblicità che vuole. A ben vedere si tratta di argomentazioni alla base anche dell’etichetta italiana a batteria che fornisce molte informazioni in base alle quali il consumatore dovrebbe essere in grado di valutare la qualità e la quantità degli alimenti.

La realtà è un’altra ed è sintetizzata dall’immagine sottostante: l’etichetta a batteria Italiana è incomprensibile specie per persone di basso livello culturale che, ricordiamo, in Italia sono in gran numero.

Etichetta a semaforo Nutri-Score
L’immagine sopra, pubblicata da Serge Hercberg su Twitter rappresenta l’essenza della contrapposizione della etichetta italiana (a sinistra) voluta, finanziata da Federalimentare e già adottata su pochissimi prodotti da Ferrero e Barilla e il Nutri-Score francese. Quale delle delle due è più comprensibile?

Nell’ultima parte del libro diversi paragrafi sono dedicati alla situazione italiana. Nel maggio 2019 il nostro ambasciatore presso l’Oms, Gian Lorenzo Cornaro, attacca direttamente il concetto di profilo nutrizionale che è alla base del Nutri-Score. Afferma che sia senza fondamento scientifico anche se in realtà ci sono numerosi studi indipendenti a sostegno. Lo Stato italiano ha deciso di fare lobbying a favore dei grandi gruppi industriali e non a favore dei consumatori e del pubblico.

Matteo Salvini nel dicembre 2019 durante le elezioni in Emilia Romagna (zona di produzione di importanti formaggi) decide come strategia elettorale di attaccare il Nutri-Score, sostenendo che fosse stato inventato dai tecnocrati europei (FALSO), e di essere il supporto ad un’operazione segretamente pilotata dall’Unione Europea contro l’alimentazione mediterranea e i prodotti Made in Italy (FALSO). A sostegno di questa narrazione cita l’olio di oliva, che in realtà non è solo italiano ma proviene da molti altri paesi e ha una classificazione C (giallo) il miglior valore che può avere un grasso puro di condimento (da gennaio 2023, in seguito alla revisione dell’algoritmo, l’olio di oliva è classificato B, ne abbiamo parlato in questo articolo ndr). Salvini “manipola simboli forti ed emozioni collettive” confrontando l’olio di oliva (C) con la Coca-Cola Zero (B), un paragone che non ha alcun senso, ma che sarà ripreso dagli utenti sui social media e da tutti programmi televisivi che criticano il Nutri-Score. Il consumatore non condisce l’insalata con la Coca-Cola Zero e non si disseta con l’olio di oliva, il Nutri-Score serve in realtà a confrontare tra loro diversi tipi di olio, e a scegliere tra diversi tipi di bevande dissetanti. Ad esempio i succhi di frutta sono classificati in C, D o E a seconda del contenuto di zuccheri, le bibite light sono classificate in B anche se probabilmente verrà modificato il loro Nutri-Score, poiché nuove evidenze indicano che gli edulcoranti non fanno bene.

I formaggi e gli insaccati francesi, olandesi, spagnoli o tedeschi sono classificati in maniera oggettiva (tutti in base agli stessi criteri) come quelli italiani, quindi il Made in Italy non c’entra proprio nulla. Il Nutri-Score e i francesi ignorano l’Italia. Ma tant’è, oramai ‘la bufala’ è stata lanciata ed è difficile fermarla, rimbalzata dai canali Rai con interviste pilotate in cui non ci sono esperti ma solo portatori di interessi come rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura, Confindustria, Federalimentare, vari ministri dell’Agricoltura che si sono succeduti (di destra, centro e sinistra), nonché giornalisti che discettano di politiche nutrizionali, obesità e nutrizione come se parlassero di gossip o di politica estera. Quindi tutti all’unisono i vari partiti d’Italia – PD, Italia Viva, Fratelli D’Italia e Cinque Stelle – a rincorrersi nel raccontare la ‘balla’ del Nutri-Score contro il Made in Italy… La mistificazione ha raggiunto un livello tale da rovesciare completamente la verità, sostenendo che il sistema di etichettatura sia portato avanti dalle multinazionali che producono junk food, quando in realtà Coca-Cola, Mars, Mondelēz, Ferrero, Lactalis, Kraft e tante altre hanno combattuto ferocemente per bloccare il Nutri-Score in Francia e continuano ad attaccarlo anche ora a livello europeo. I politici italiani fanno credere di tutelare gli interessi dell’Italia contrastando il Nutri-Score, mentre in realtà stanno proteggendo solo gli interessi dell’industria contro la salute pubblica dei loro cittadini e dei bambini che, ripetiamo, sono tra i più obesi d’Europa.

etichetta batteria nutrinform battery esempio
L’Italia ha proposto l’etichetta NutrInform Battery, basata sul sistema GDA/RI, che molti studi hanno già dimostrato essere totalmente inefficace

In Italia è stata proposta una etichetta alternativa detta NutrInform Battery che altro non è che una imitazione di una vecchia etichetta (GDA, Guideline Daily Amounts, e l’ultima versione RI, References Intakes) già adottata in Francia e in Europa dall’industria alimentare agli inizi degli anni 2000. Ebbene moltissimi studi hanno già dimostrato che questo tipo di etichetta GDA/RI è totalmente inefficace. La cosa è evidente anche ad un bambino senza fare tanti studi scientifici. Il libro termina con l’ultimo capitolo il cui titolo è: “la lotta continua” perché la battaglia tra salute pubblica e interessi multimiliardari dell’industria alimentare sarà ancora lunga e forse non terminerà mai. Ricordiamo che se i nostri bambini mangiano male è anche perché l’industria promuove con un marketing aggressivo i suoi alimenti ultraprocessati che favoriscono sovrappeso e obesità.

L’autore dichiara di non aver alcun conflitto di interesse.

(*) Mange et tais-toi: Un nutritionniste face au lobby agroalimentaire, Serge Hercberg, Humensciences Editions 2022. In francese, non ancora tradotto in italiano

© Riproduzione riservata Foto: Humensciences Editions (copertina libro), Depositphotos, AdobeStock, Serge Hercberg via Twitter, NutrInform Battery

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Andrea
Andrea
25 Gennaio 2023 13:51

Siete un aiuto prezioso in un oceano di conformismo e di ignoranza!

gianni
gianni
26 Gennaio 2023 14:36

Considerato che dopo tanti studi e ricerche si vuole affermare che cocacolazero è uguale all’acqua e che l’olio di sansa è uguale all’evo, qualche domanda da scienziato se la dovrebbe porre.
Penso che vogliano sostituire un tipo di lobby con un altro tipo di lobby, peggiore?
Avrete il coraggio di rispondere a questa domanda o siete troppo coinvolti??
Ancora per una volta l’equilibrio dei componenti si calcola sul totale e non su un singolo cibo, e si dovrebbero considerare tutti i componenti rilevanti e non solo alcuni.

Roberto La Pira
Reply to  gianni
27 Gennaio 2023 16:54

L’algoritmo del Nutri-Score ha già subito una prima modifica e forse ce ne sarà una seconda proprio per rivedere il colore assegnato alle bibite con edulcoranti.

michele piacentini
michele piacentini
Reply to  gianni
29 Gennaio 2023 18:34

Sa vero che non bisogna paragonare la Coca-Cola zero con l’acqua, ma con altre bevande tipo soda senza zucchero?

Cesare Mazzetti
Cesare Mazzetti
26 Gennaio 2023 22:19

Il fatto stesso che l’algoritmo venga variato (ad esempio per l’olio, da C promosso a B come scritto anche qui) solo per ridurre le critiche feroci al Nutriscore dimostra quanto poco credibile sia questo sistema, che é solo uno strumento di marketing per condizionare le scelte dei consumatori.
Un sistema totalmente errato e dannoso, che la Commissione Europea ha già detto che NON verrà adottato. Con buona pace del suo convinto (troppo convinto, per essere disinteressato) inventore.

Antonio Pratesi
Antonio Pratesi
Reply to  Cesare Mazzetti
28 Gennaio 2023 19:44

Ha ragione, il Nutri-Score è uno strumento di marketing per promuovere la salute pubblica e ridurre le malattie non trasmissibili, condizionando le scelte del consumatore. Per ora chi condiziona le scelte del consumatore è solo la pubblicità di alimenti spazzatura classificati nel Nutri-Score dal colore arancione/rosso, !
Sulla questione delle lobby e sul problema di sostituire un tipo di lobby con un altra (@Gianni). Sì certo: la lobby degli alimenti classificati con il Nutri-Score con la A/B fa riferimento ai produttori di frutta, verdura, cereali, legumi, noci, del farro, del grano saraceno…
Le bevande light probabilmente passeranno ad una C alla luce delle nuove evidenze scientifiche sul rischio degli edulcoranti. Il Nutri-Score con la cornice nera sarebbe perfetto per identificare anche gli alimenti ultra processati (classificazione: Nova 4) che potrebbero essere rimodulati dall’industria per rientrare nella fascia B/C del Nutri-Score.

michele piacentini
michele piacentini
Reply to  Cesare Mazzetti
29 Gennaio 2023 18:33

Speriamo che condizioni le scelte dei consumatori. Con buona pace delle persone come lei che pensano che sia tutto un GOMBLOTTO per distruggere il nostro cibo.

gianni
gianni
27 Gennaio 2023 10:21

Il nutriform, usando la semplice aritmetica, informa esattamente cosa si assume relativamente a diversi nutrienti.
Il nutriscore da giudizi di merito su singoli alimenti ma non fa capire in alcun modo se si assume la quantità sufficiente di qualcosa. Il discorso zuccheri è nutriform ha una spiegazione semplice e corretta e non è un eccesso come qualcuno ritiene.

Roberto La Pira
Reply to  gianni
27 Gennaio 2023 10:44

Definire il NutrInform battery un sistema “semplice” forse è una forzatura

Antonio Pratesi
Antonio Pratesi
Reply to  gianni
28 Gennaio 2023 19:51

Il NutrInform Battery è un’ulteriore complicazione dell’etichetta obbligatoria che si trova sulle confezioni degli alimenti. Il NutrInform Battery dovrebbe aiutare il consumatore a comprendere meglio cosa contiene il prodotto. Il sistema però non utilizza come riferimento i 100 g standard che tutti conoscono ma le varie porzioni di 15/30/40/50/80 g stabilite da ogni singolo produttore e questo crea una gran confusione.
Il NutrInform è stato voluto dall’industria alimentare per tutelare il proprio business.

Silvia B
Silvia B
3 Febbraio 2023 21:26

A riprova di quanto sia agguerrito il marketing di certe aziende, basta notare la massiccia campagna pubblicitaria che sta facendo la F####o, che definirei oltre modo fastidiosa, su qualunque rete lo schema è quello di minimo 2 pubblicità intervallate da uno spot diverso, ma ultimamente ho notato che stanno rincarando la dose con ancora più spot . Aziende che hanno molti soldi da investire non hanno certo interesse che il consumatore acquisti una sua autonomia di giudizio in campo alimentare, per cui oltre a spot di famiglie felici (sarebbe bello fare un contro spot di come sono quelle famiglie dopo 5 anni di snack e bevande), in Italia la promozione dell’educazione alimentare viene fatta da fondazioni con a capo le stesse aziende

Raffaele
Raffaele
14 Febbraio 2023 11:55

Dalle statistiche pediatriche risulta che i ragazzi italiani, dopo quelli greci sono i più obesi o in sovrappeso d’Europa. Quindi se i genitori non provvedono qualcosa bisogna pur fare per bilanciare l’industria alimentare spesso sbilanciata su zuccheri che creano dipendenza, grassi trans e amidi in eccesso. Altrimenti bisogna ricorrere all’industria farmaceutica.

Niva
Niva
14 Febbraio 2023 17:26

Grazie! Di grande interesse ed utilità