porta a porta rai uno 1 nutri score 2022

Ieri sera (24 novembre) a Porta a Porta, la trasmissione in onda su Rai 1 condotta dal giornalista Bruno Vespa, si è parlato dell’etichetta a semaforo che presto sarà presente su tutti i prodotti alimentari. L’attenzione si è focalizzata sul modello francese Nutri-Score, in ottima posizione per diventare lo schema da adottare in Unione Europea. I Paesi che hanno già deciso di adottarlo sono sei (Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) e migliaia le aziende che hanno già inserito semaforo nelle etichette. L’Italia insieme a Polonia, Grecia e altri Paesi è fortemente contraria. Ma questo non è il problema, la questione è che il dibattito condotto da Bruno Vespa è stato quanto meno surreale, sia per la scelta degli ospiti in studio, sia per l’assenza di contraddittorio. Al tavolo sedevano due bravi giornalisti che scrivono abitualmente di politica e costume e che probabilmente conoscono poco il tema dell’etichetta nutrizionale (Maria Latella e Antonio Polito). A fianco, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, organizzazione che a Bruxelles è conosciuta come una fortissima lobby del settore agroalimentare, e il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida.

In collegamento dal suo ristorante milanese c’era anche lo chef Alessandro Borghese, molto brillante quando deve condurre il programma televisivo Quattro ristoranti, ma meno incisivo quando bisogna disquisire di etichette a semaforo. La ciliegina finale è stata la breve inchiesta realizzata dalla redazione di Porta a Porta, che confrontava il colore verde assegnato dell’etichetta Nutri-Score alle bibite dietetiche con il colore giallo o arancione attribuito a prodotti come olio extravergine, prosciutto e formaggio grana. Peccato che la prima regola del Nutri-Score sia quella di confrontare sempre prodotti della stessa categoria merceologica, altrimenti si perde completamente il significato dell’etichetta. Questo aspetto fondamentale è stato quasi dimenticato dagli autori del servizio, dando cosi ai telespettatori la sensazione di un modello di etichetta farlocca che penalizza i prodotti tipici. Insomma chi ha visto il programma ha assistito a un ottimo esempio di disinformazione, realizzato da persone molto brave nel loro mestiere ma con poche conoscenze sull’argomento, affiancate da soggetti con grossi interessi economici e politici.

nutri score
Bruno Vespa dovrebbe trattare con più attenzione certi argomenti come l’etichetta a semaforo

Bruno Vespa forse non sa che l’etichetta a semaforo è un argomento strettamente collegato allo stile alimentare e che esistono decine di studi scientifici su questo argomento. Anche il Centro comune di ricerca della Commissione Ue, di recente ha elaborato un dossier in cui gli scienziati hanno approvato il Nutri-Score come modello da adottare in tutti i Paesi (ne abbiamo parlato qui). Si tratta d’un problema che ha a che fare con la salute delle persone e che non può essere dibattuto avendo come riferimento gli interessi mercantili e quelli della politica. L’argomento deve essere discusso da nutrizionisti, rappresentati del ministero della Salute o dell’Istituto superiore della sanità e, come si usa nei dibattiti seri, occorre anche invitare ospiti con pareri diversi. L’Italia è fortemente contraria al Nutri-Score e lo schieramento vede in prima fila politici, lobby, associazioni di ogni tipo e industrie alimentari con un fatturato strettamente collegato alla vendita di prodotti classificati come junk food.

Sul territorio ci sono centinaia di aziende italiane importanti che preferiscono non esprimere un parere per non inimicarsi l’opinione pubblica, anche se potrebbero trarre grossi vantaggi dall’etichetta a semaforo. Il bilancio della serata è stato comunque disastroso dal punto di vista dell’informazione. Forse la redazione di Porta a Porta ha pensato che realizzare un servizio sull’etichetta a semaforo sia come fare un dibattito su salumi, ristoranti e alta gastronomia. Il tema dell’etichetta riguarda la nutrizione e la salute dei consumatori, e gli interlocutori per questi argomenti sono nutrizionisti o scienziati che si occupano di questi argomenti in modo serio. Bruno Vespa dovrebbe trattare con più attenzione certi argomenti. Non è la prima volta che il giornalista televisivo scivola su tematiche importanti lasciando spazio a personaggi guardati con una certa perplessità da nutrizionisti ed esperti di alimentazione.

Nutri score etichetta a semaforo
Il modello francese di etichetta a semaforo Nutri-Score è in ottima posizione per diventare lo schema da adottare in Europa

Il conduttore di Porta a Porta non è l’unico a proporre servizi sul tema dell’alimentazione e della nutrizione caratterizzati da un livello di informazione inappropriato. Giovanni Floris, anni fa, nel programma Di martedì, ha presentato servizi molto allarmistici in tema di igiene. Anche Barbara D’Urso ha dato spazio a diversi esperti di nutrizione ‘chiacchierati’. Purtroppo guardando i programmi di intrattenimento si ha la sensazione che quando si dibatte di nutrizione o alimentazione, basta avere una vivace parlantina, per mettersi davanti alla telecamera e, senza contraddittorio, proporre la propria cura dimagrante o il proprio modello di stile di vita alimentare, diventando in pochi mesi un personaggio del piccolo schermo capace di vendere libri e diete miracolose.

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Ezio
Ezio
28 Novembre 2022 17:32

In Italia e per nostra fortuna, primeggiano la Dieta Mediterranea, il Biologico e lo Slow Food, scelte importanti che non sono integrate negli algoritmi del Nutri-Score.
Fatevene una buona ragione, perché non è solamente una questione lobbistica di Coldiretti che le rappresenta giustamente, ma di nostre antiche tradizioni che in Francia non hanno e che tutto il mondo apprezza e ci imita.

gigi
gigi
Reply to  Ezio
7 Dicembre 2022 08:43

Tutto il mondo ci imita? Nel resto del mondo la cucina italiana è quello che per noi è la cucina cinese: cucina etnica, roba da fine settimana. Dove ha mai visto tedeschi, americani etc… che provano a mangiare italiano tutti i giorni, come noi?

francesca
francesca
29 Novembre 2022 14:59

il fatto alimentare dimentica che l’etichetta a semaforo è stata fatta proprio allo scopo di boicottare i prodotti italiani…ma secondo voi un consumatore di fretta al supermercato si soffermerà a fare confronti tra prodotti della stessa categoria merceologica, o si fermerà ad osservare i semaforo rosso?
l’ideazione del nutriscore è francese e i l’obbiettivo è chiaramente il boicottare i prodotti non francesi…

franco
franco
Reply to  francesca
15 Dicembre 2022 08:43

La coppia rai 1 e vespa non li condivido per cui in casa mia NON guardiamo questo canale per evitare di ascoltare bufale

Giuseppe
Giuseppe
Reply to  francesca
15 Dicembre 2022 09:46

fatta apposta per boicottare i prodotti italiani…
Esagerati!!!
Sempre a pensare che il resto del mondo e l’Europa in particolare passino il tempo a inventarsi leggi e regole contro di noi, non andremo da nessuna parte con questa mentalita` artatamente fomentata da chi ne trae vantaggio economico (poco in realta`) e politico (molto visto i recenti risultati).

Tutte le ditte italiane che esportano nei paesi che adottano il nutriscore gia` l’hanno introdotto per i prodotti che andranno all’estero, vedremo dati alla mano, se in futuro verranno penalizzate e se, come immagino io, non sara’ cosi` sara’ la conferma del polverone esagerato che e’ stato sollevato.

I formaggi francesi avranno (piu` o meno) lo stesso bollino dei formaggi italiani avendo composizioni simili come tutti i formaggi del mondo.
Lo stesso dicasi per tutte le altre categorie merceologiche, poi ognuno libero di credere a quello che vuole…

Giorgio D.A.
Giorgio D.A.
29 Novembre 2022 19:22

Bei tempi purtroppo andati, quelli in cui ad occuparsi di alimentazione e dei consumatori, per informare gli italiani c’era “Mi Manda Lubrano”, con l’omonimo conduttore (vero mastino napoletano) e Roberto La Pira.

Livio
Livio
Reply to  Giorgio D.A.
16 Dicembre 2022 18:00

L’antesignano dei programmi pro consumatori fu ‘Di tasca nostra’ condotto da Tito Cortese. Talmente valido e impavido che fu costretto a chiudere per fortissime pressioni lobbistiche. Ma era validissimo anche ‘Mi manda Lubrano’ con un angolo dedicato alle prove di Altro Consumo. I bei tempi andati di una TV che non tornerà più. Scusate l’OT.

Alessandro
Alessandro
29 Novembre 2022 21:34

La domanda importante per i professionisti del settore è se si può usare il nutri score in Italia su prodotti con etichetta europea. Non mi sembra chiaro la situazione.

Giulia Crepaldi
Reply to  Alessandro
30 Novembre 2022 09:49

L’Antitrust, che aveva aperto un’istruttoria contro Carrefour per l’uso del Nutri-Score su 69 dei suoi prodotti a marchio, non ha potuto vietarne la presenza perché si tratterebbe di una decisione in violazione dei principi comunitari. Si tratta di prodotti a marchio Carrefour delle linee Classic, Sensation, Extra, Original, Carrefour Bio, Carrefour Veggie, Selection e Simple, che sono commercializzate dalla società francese in altri Paesi Europei, oltre all’Italia. L’Antitrust ha tuttavia posto delle limitazioni all’uso. Ne abbiamo parlato qui: https://ilfattoalimentare.it/antitrust-carrefour-nutri-score.html
Altri produttori, invece, si sono impegnati con l’Antitrust a non utilizzare il Nutri-Score in Italia.

Gianpietro
Gianpietro
30 Novembre 2022 23:07

L’etichetta a semaforo sarà pure di impatto immediato sul consumatore ma, se non adeguatamente informato, la lettera o il colore del “semaforo” sono una risposta asettica: verde=buono, rosso=non buono. Credete che il consumatore comune sia in grado di valutare l’informazione del nutri-score confrontando prodotti della stessa categoria merceologica? Io ci credo poco.

Personalmente, pur essendo molto scettico sull’introduzione del Nutri-score, condivido il “focus” dell’articolo, ovvero l’informazione inappropriata che troppo spesso viene divulgata da programmi televisivi con grande audience.
Nella puntata di Porta a Porta oggetto dell’articolo, ci fossero stati nutrizionisti ed esperti scienziati, pur di differente opinione, avrebbero consentito ai telespettatori di farsi una propria opinione basata su dati e valutazioni con fondamenti tecnici e non politici.

Ma l’informazione inappropriata avviene anche ogni volta che nei programmi televisivi che trattano di ristorazione e alimentazione non sono minimamente rispettate le fondamentali regole di igiene e buone norme comportamentali. Chef senza copricapo, manipolazione scorretta, uso di utensili non idonei al contatto con alimenti, gestione delle attrezzature inappropriato, condizioni di evidente cross contamination, e così via…
Sarebbe utile ricordare che la comunicazione è informazione, quindi se scorretta la prima lo sarà ance la seconda. Le “esigenze televisive” non dovrebbero andare a scapito della “corretta comunicazione/informazione”.

Ezio
Ezio
Reply to  Gianpietro
1 Dicembre 2022 18:09

Ritengo che il difficile non sia passare il messaggio ai consumatori che il semaforo serve per valutare alimenti simili, ma come ho sempre motivato al Dr. La Pira, indicare il motivo di tale scelta, per informare correttamente ed educare a consumi più salutari e/o meno dannosi.
Allo scopo, ripeto il mio consiglio che sarebbe più semplice, utile ed educativo colorare i valori critici e positivi direttamente in tabella nutrizionale, magari con gli stessi paramentri con cui sono stati scelti i colori per il Nutri-Score.

Marc
Marc
15 Dicembre 2022 09:22

Buongiorno, sono d’accordo con quanto scritto tranne su un passaggio dell’articolo: “ci sono centinaia di aziende italiane importanti che preferiscono non esprimere un parere per non inimicarsi l’opinione pubblica”. Da giornalista agricolo posso dire senza timore di smentita che il problema non è inimicarsi l’opinione pubblica, ma un dirigente molto potente di una lobby che, se vuole, può far saltare qualsiasi banco o testa, almeno qui in Italia. Solo citarne il nome si rischiano azioni legali. Andarci dietro conviene, perché c’è dell’arte in come sanno pilotare l’informazione di settore e la stessa opinione pubblica. L’alternativa è come fate voi da diversi anni, parlar bene del nustriscore.

Sauro
Sauro
15 Dicembre 2022 10:30

Condividendo il fatto che il nutriscore ha dalla sua l’immediatezza del messaggio, ipotizzare che una più o meno veloce campagna informativa porti il consumatore medio a confrontare solo prodotti della stessa tipologia è o ingenuità o malafede. Quanti anni sono che si fa informazione sul fatto che il sale fa male e che ne mangiamo troppo? Credo alcuni decenni; risultato? Diminuzione dello zero virgola! Ricordo che l’italiano medio mangia una quantità di sale doppia del massimo consigliato da autorevoli soggetti di scienza.
Il problema reale del nutriscore è il riferimento fisso a 100 g, che è fuorviante. 100 g (o ml) di Coca-Cola solo una parte della “dose” media, mentre 100 g di olio EVO costituiscono la quantità utilizzata per 7-8 pasti…

Cristina
Cristina
15 Dicembre 2022 16:28

Trovo allucinante che un programma televisivo che si definisce di giornalismo serio mostri il suo smaccato sostegno a imprenditori e lobbisti economici che strizzano l’occhio alla politica, mettendo in secondo o perfino terzo piano la salute della persone. Stessa cosa con l’ambiente. Vergognoso.

Filippo Smriglio
Filippo Smriglio
15 Dicembre 2022 18:18

Gentissimo Dott La Pira, La vedo dura…, comunque una soluzione immediata che andrebbe bene all’Europa e
alla Sora Lella, al secolo Elena Fabbrizi, ci sarebbe: mettiamo sui prodotti quello che vuole l’Europa e poi anche
un’etichetta esplicativa per i poveri mortali. Non è mica vietato, magari sottoforma di istruzioni per l’uso.
Mi perdoni, è solo una battuta, ma …forse no.

Filippo Smriglio
Filippo Smriglio
15 Dicembre 2022 18:45

Mi scusi, dimenticavo. Non c’entra niente con il problema in questione, ma approfittando del fatto che su questa pagina
compare spesso la pubblicità della Barilla le pongo questa domanda: ma come fa una Ditta asssolutamente seria come appunto
la Barilla a presentare a un popolo di spaghettari un piatto con una quantità di spaghetti al pomodoro che per l’italiano medio
equivale a una semplice “forchettata” e per di più ammucchiata a palletta? Non sto scherzando, ma me lo hanno chiesto
degli amici britannici che si sono immediatamente adeguati alle nostre tipiche porzioni. E forse sulla famigerata etichetta si
potrebbe riportare un algoritmo per tenere conto della porzione consigliata. Grazie

giova
giova
15 Dicembre 2022 19:33

Certo che un servizio giornalistico così scadente stupisce. i due giornalisti invitati non potevano leggersi qualcosa prima di partecipare a una trasmissione su un argomento specifico? Passi per lo Chef, ma una redazione che non ha approfondito l’aspetto principale, il confronto con prodotti della stessa categoria, forse avrebbe fatto meglio a scegliere un altro tema.
Delle cose si può discutere e avere opinioni diverse, ma partendo da informazioni esatte ed esaustive.

Pinuccio
Pinuccio
16 Dicembre 2022 11:00

“presto sarà presente” sull’etichetta è un ossimoro, visto che la Commissione ha deciso di rimandare di un altro po’ anche la sola discussione di quale sistema adottare (semmai verrà adottato).
Semmai siete voi che lo descrivete come il sistema “migliore ” del mondo, quando l’algoritmo è arbitrario e costruito su modelli non pertinenti il tipo di alimentazione mediterranea e italiana