Il conformismo e l’omertà sono tipici del Belpaese ove vige la legge non scritta “fatti li fatti tuoi” e non disturbare il manovratore. E l’editoria, la stampa, la TV fanno da collante/cemento di un sistema in cui il denaro viene prima della salute dei cittadini. Stiamo parlando di come i media italiani hanno narcotizzato l’opinione pubblica raccontando continue falsità sul Nutri-Score (NS), rilanciando le ridicole affermazioni dei nostri politici che fanno finta di tutelare gli interessi del Made in Italy (es. Grana, salumi, olio extravergine) ma in realtà vogliono proteggere l’industria alimentare, in special modo quella dolciaria.
In Italia non si può parlare di Nutri-Score* in maniera scientifica: la parola d’ordine è “se parli del Nutri-Score devi screditarlo con ogni mezzo”. Gli editori hanno capito molto bene l’antifona e si guardano bene dall’uscire fuori dal coro. D’altronde si tratta di essere pragmatici: la pubblicità dell’industria alimentare (cioccolato, merendine, panettoni, snack, prosciutti, salami, formaggi…) è un’importante fonte di sostentamento per l’editoria.
Il Nutri-Score su Domani
Recentemente il tema del Nutri-Score è stato affrontato da un quotidiano nazionale (Domani) che ha il merito di essere una delle migliori tre testate giornalistiche italiane in quanto appartenenti ad un editore puro. Le altre due sono il Fatto Quotidiano e il Manifesto.
Il quotidiano Domani nell’edizione cartacea (12/11/2024), per la prima volta (!) in Italia, ha pubblicato un articolo informativo sulla situazione dell’etichetta fronte pacco Nutri-Score. Le autrici sono due giornaliste scientifiche, Fiorenza Gracci e Héloïse Rambert (che lavorano rispettivamente in Francia e in Italia), e hanno intervistato i professori Serge Hercberg, Walter Ricciardi, Rosita Gabbiannelli e anche il sottoscritto.
Dopo diversi anni di propaganda a senso unico contro il Nutri-Score, finalmente ‘pareva’ che un quotidiano italiano avesse avuto il coraggio di rompere il velo di omertà e ipocrisia che domina il nostro Paese e di raccontare come stanno realmente le cose. Il Fatto Alimentare è stata l’unica rivista online che ha tenuto dritta la barra dell’informazione su questo argomento per anni. Con grande entusiasmo aspettavamo questo articolo, le premesse erano molto buone: due giornaliste ‘scientifiche’ che sanno come trattare l’argomento e un quotidiano appartenente ad un editore puro, libero dall’influenza di gruppi economico-finanziari. Troppo bello per essere vero… e infatti è stato un disastro!
Il disastro comunicativo
Cosa è successo? Nello stesso giorno in cui hanno pubblicato l’articolo pro Nutri-Score nel giornale cartaceo (vedi sopra) la direzione editoriale ha pubblicato un altro articolo contro (si veda immagine sotto) nella versione online, in cui si sosteneva l’esatto contrario (cioè la solita propaganda che domina in Italia da anni) intervistando Giorgio Calabrese.
Le solite argomentazioni contro il Nutri-Score vengono ripetute un’ennesima volta per neutralizzare l’articolo cartaceo: viene citata un’unica pubblicazione ‘scientifica’ critica, ad opera di due autori, Stephan Peters e Hans Verhagen, collegati con l’industria alimentare. Quindi una pubblicazione viziata dal conflitto di interessi, che non vale nulla in quanto fa propaganda a tutela dell’industria alimentare.
Il risultato è stato un disastro in termini comunicativi! Il pubblico italiano continua a essere stordito da una narrazione falsa su un problema serio che è la salute dei suoi cittadini. L’argomento etichetta fronte pacco degli alimenti è un tema di nicchia nell’ambito della medicina preventiva, in cui neppure validi accademici italiani (obesiologi, nutrizionisti, internisti) hanno capito di cosa si tratta. Figuriamoci un editore generalista che probabilmente non ha idea di cosa sia il giornalismo scientifico. Il giornalismo scientifico esiste appunto per assistere gli editori su argomenti come il riscaldamento climatico, la fisica, la medicina, la nutrizione e la salute.
La dottrina del contraddittorio
Come ragiona un editore generalista? Deve garantire il contraddittorio e per par condicio dare spazio a chi sostiene la tesi A e nello stesso tempo anche a chi sostiene la tesi B. Il problema è che non conoscendo come funziona il metodo scientifico che si basa sui fatti/ricerche svolte con metodi scientifici e non sulle opinioni, c’è il rischio di dare spazio agli scienziati che sostengono che la terra è sferica e nello stesso tempo ai terrapiattisti che sostengo che il nostro pianeta è piatto! E così è stato!
L’articolo online scritto da Felice Adinolfi e Giorgio Calabrese è un coacervo di opinioni e insinuazioni trite e ritrite, ampiamente sbugiardate da decine di ricerche e relativi articoli scientifici e divulgativi. Rimandiamo alle referenze sottostanti per approfondimenti. Le tecniche utilizzate sono le stesse usate dall’industria del tabacco per ritardare provvedimenti contro il fumo a tutela della popolazione. Creare il dubbio, sostenere che l’argomento sia controverso : “Sul Nutri-Score i dubbi sono tanti”,“Criticare il Nutri-score non è antiscientifico”, “Chi addita le critiche come anti-scienza non fa un buon lavoro per la scienza”, “le ombre”, “un tema complesso”…
Il Nutri-Score è la migliore etichetta esistente
La realtà è che il Nutri-Score è probabilmente la migliore etichetta fronte pacco per ora esistente, un sistema scientificamente validato che aiuta il consumatore a fare scelte migliori per la propria salute. Ricordiamo che i colori vengono assegnati grazie ad un algoritmo che viene continuamente rivisto alla luce di nuove evidenze scientifiche e che valuta diverse variabili: i cibi che hanno il colori verdi (scuro e chiaro) indicano gli alimenti con un profilo nutrizionale migliore, mentre i colori arancione (chiaro e scuro) segnalano gli alimenti che devono essere consumati con moderazione.
Il governo italiano ha deciso di sposare gli interessi dell’industria alimentare contro la salute dei suoi cittadini. La comunità scientifica italiana, come Ponzio Pilato se ne lava le mani, mentre una parte di essa si è prestata per ignoranza e ragioni di opportunità (sponsorizzazioni) per attaccare il Nutri-Score.
Da una parte c’è un progetto scientificamente validato, che favorisce scelte nutrizionali in linea con una sana alimentazione, dall’altra ci sono le solite falsità camuffate da studi scientifici variamente sponsorizzati e la solita narrazione tendenziosa e vittimista dell’industria alimentare che vuole poter continuare a vendere i suoi prodotti a un consumatore disinformato.
Nota
Il Nutri-Score è una delle migliori etichette al mondo, validata da oltre 120 pubblicazioni scientifiche indipendenti, e ha ricevuto l’endorsement della IARC (OMS). Ha la funzione di aiutare i cittadini nel fare delle scelte alimentari migliori per promuovere la salute. È già stato adottato praticamente da otto nazioni in Europa, nonostante l’industria alimentare stia facendo una guerra spietata per bloccarlo a livello di comunità Europea. L’industria alimentare ha sempre ostacolato una etichetta trasparente che potesse informare il consumatore sulle caratteristiche dei loro prodotti!
Approfondimenti
- Nutrinform Battery contro Nutri-Score, l’industria alimentare contro la salute pubblica
- Perché il Nutri-Score è calcolato sulla base di 100g e non per pozione (come chiesto dagli industriali)?
- Nutri-Score contro Nutrinform: quando la scienza e gli interessi dell’industria si scontrano
- Nutri-Score: il semaforo della discordia. Il nuovo dossier de Il Fatto Alimentare
- “Mangia e taci”: il libro di Hercberg racconta la storia del Nutri-Score nella lotta contro le lobby
- Nutri-Score: la posizione ufficiale della Sinu non convince
- Nutri-Score in Italia, tra disinformazione e conflitti di interessi
- Il complotto: come l’etichetta a batteria ha ingannato gli italiani per bloccare il Nutri-Score
- La guerra delle etichette
L’autore dichiara di non avere alcun conflitto di interessi
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Report Rai3, Domani
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medico nutrizionista
A me pare che siate faziosi. Il fatto di dichiarare che le migliori testate sono Domani Il Manifesto e il Fatto Quotidiano la dice lunga sulla vostra posizione non super partes. Mi avete perso. Rimuovo la mia iscrizione avendone abbastanza di finti indipendenti
Gentilissima,
essere indipendenti non vuole dire non avere opinioni. Rimuove la sua iscrizione dalla nostra newsletter gratuita? Buona giornata
Si parla di editore puro quando un editore di giornali, radio, TV ecc. guadagna dando le notizie e vendendo ad es. un giornale. Quando il proprietario di una radio, TV, giornale é un gruppo economico finanziario che ha altri interessi principali che non sono l’editoria, l’informazione può essere manipolata per servire gli interessi del padrone. Il Fatto Quotidiano, il Manifesto e il Domani possono permettersi di dare delle notizie liberi da vincoli padronali e in questo senso sono meno condizionati di altri giornali come ad es. la Stampa, Repubblica o il Corriere.
Le migliori testate quali sono allora? Libero? Il Tempo? Il Giornale? Auguri…
Guardi che nel punto dove viene spiegato come opera un editore generalista può cogliere il senso complessivo di questo articolo e della condivisibilissima posizione espressa. Provi a pensarci su un po’, dandosi il tempo di elaborare un pensiero prima di fare una scelta sbagliata, come quella di non attingere a una testata libera da vincoli contrattuali, che le renderebbe ancora più difficile farsi un’ idea libera. Ci provi.
Sono più che d’accordo sul nutriscore e penso che il popolo dovrebbe aver diritto di fare qualcosa al riguardo..non so..una petizione qualcosa
Articolo molto interessante, grazie mille per il lavoro che state facendo, mi sono appena iscritto alla vostra newsletter, continuate così!!!
Premesso che mi occupo di nutrizione da sempre, prima come studi, ho un paio di diplomi come tecnico chimico-biologico specializzato in alimenti e capotecnico in chimica industriale poi come operatore del settore (ho avuto bar,ristoranti e pizzerie) e infine dopo che ho cambiato mestiere quasi un quarto di secolo fa, tre lustri fa sono diventato vegano e quindi in tempi non sospetti dove non c’erano i sostituti attuali o la carne coltivata mi sono dovuto reinventare e fare autoproduzione…. Posso ben dire che l’idea alla base del nutriscore ha un suo perché (tanto è vero che uso giornalmente l’app Yuka che si basa proprio sul NS per dare i giudizi!) ma ci sono dei ma, magari che non inficiano assolutamente la qualità del sistema su cui si basa il nutriscore, cominciamo a snocciolare prodotti in salamoia tipo le olive per esempio (ovviamente non parlo di carne o derivati animali che apparte il discorso etico hanno sicuramente un nocumento a livello sanitario e non lo dico io ma tutte le ricerche degli ultimi anni…) oppure dei prodotti da forno quali patatine o alcuni tipi di panificati, non puoi dare un giudizio negativo solo perché pensi che ci sia troppo sale, perché molti prodotti francesi e tedeschi hanno delle A ma sono pieni di conservanti sapientemente dosati ma altamente “discutibili” come anche altri prodotti tedeschi, quindi si ad un sistema che indichi al consumatore alcune cose, no però alle elaborazioni scientemente per risultare sempre in B.
Non credo che il Nutri Score metta in dubbio la qualità di un prodotto come tuonano i vari ministri dell’ agricoltura,del sovranismo alimentare e tutte le varie voci a seguire. Nessuno mette in dubbio la qualità di un salume come il Culatello o il Parmigiano Reggiano. Il Nutri Score semplicemente facilita il cliente nella scelta di un prodotto sulla base di proprietà nutrizionali. Il cliente ha così più consapevolezza nell’acquisto (esistono tra l altro app che aiutano in tal senso) Il Parmigiano uno lo compra lo stesso, magari di meno ma lo compra lo stesso… Fa paura il cliente consapevole, lo so, fa paura chi acquista consapevolmente, e non parlo solo in riferimento al Nutri Score.
Condivido tutto. Specialmente l’ultima frase.
Per questo bisogna lavorare duro per informarsi e per informare. Il pensiero, la controinformazione e la sensibilità verso tutti gli ambienti e tutti gli individui – anche non umani – deve essere sempre la bussola delle nostre riflessioni e delle nostre scelte.
Nelle scuole. Dobbiamo formare i nostri figli ad una SANA Educazione Civica, Alimentare e Ambientale.
Puntiamo al meglio ci guadagneremo tutti.