È arrivato il primo (e per ora unico) richiamo di un prodotto a marchio TreValli, dopo lo scandalo della sospetta adulterazione del latte. Il Ministero della Salute, infatti, ha segnalato il richiamo precauzionale da parte dell’operatore di tre lotti di mozzarella per pizzeria venduta con i marchi TreValli, Migali e Regina. Ci sarebbe anche un quarto marchio coinvolto, ma l’avviso del Ministero non li riporta e l’etichetta sulla foto del quarto prodotto è illeggibile. I motivi indicati sono: “sospetta carica batterica elevata sulla materia prima e sospetto utilizzo di sostanze non autorizzate”. I prodotti in questione sono venduti in confezioni da 1 kg e 2,5 kg con i numeri di lotto L2411300, L2411400 e L2411500 e 22/05/2024, 23/05/2024 e 24/05/2024.
L’azienda Fattorie Marchigiane Cons. Coop. Agricola ha prodotto la mozzarella per pizzeria richiamata. Lo stabilimento di produzione si trova in via Cerbara 81, a Colli al Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino.
Il caso TreValli
Lo stabilimento di Fattorie Marchigiane, controllata dal Gruppo TreValli Cooperlat, è stato al centro di un’indagine della Procura di Pesaro, per la sospetta sofisticazione del latte. Durante una perquisizione del 22 aprile scorso, i NAS, gli ispettori dell’ICQRF, Arpam e AST locale hanno sequestrato 200 tonnellate complessive di latte e prodotti lattiero caseari sospettati di essere adulterati con soda caustica e acqua ossigenata. Ne abbiamo parlato in dettagli in questo articolo sul maxi-sequestro.
In via cautelativa, si raccomanda di non consumare la mozzarella per pizza con i marchi, i numeri di lotto e le date di scadenza sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso del prodotto richiamato possono restituirlo al punto vendita d’acquisto.
Dal primo gennaio 2024 Il Fatto Alimentare ha segnalato 96 richiami, per un totale di 212 prodotti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), Ministero della Salute
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
A vedere il peso del prodotto richiamato si tratta di confezioni per ristoranti/pizzerie/bar/tavole calde … chissà se gli esercenti dedicano un minuto a consultare questo splendido servizio di allerte!
Chi gli ha venduto il prodotto ha il DOVERE di comunicargli la non conformità e ritiro dal commercio (dicesi tracciabilità/rintracciabilità).
Poi a campione le ASL verificano che questa procedura sia seguita.
Complimenti per il vostro lavoro capillare.Per fortuna ci siete voi a fare vera e necessaria informazione.