Soda caustica e acqua ossigenata per correggere il latte inacidito. È questa l’accusa che ha portato al sequestro di 200 tonnellate tra latte e prodotti lattiero-caseari sospettati di adulterazione. Come riferisce il quotidiano Il Resto del Carlino, l’operazione dei Carabinieri dei Nas di Ancona e dell’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari (ICQRF) del Ministero dell’Agricoltura, insieme ad Arpam e AST locale, ha coinvolto il caseificio Fattorie Marchigiane di Colli al Metauro (Pesaro-Urbino), azienda controllata del Gruppo Trevalli Cooperlat.
Le indagini sulla presunta adulterazione
L’indagine, secondo quanto riferito in una nota ufficiale, riguarderebbe l’impiego di sostanze adulteranti (soda caustica e acqua ossigenata), per mascherare il cattivo stato di conservazione del latte, giunto già inacidito in azienda. Lo scorso 22 aprile ha avuto luogo la perquisizione in azienda, disposta dalla Procura di Pesaro. L’operazione ha portato al sequestro di celle frigo, vani di conservazione, bancali con prodotti scaduti e circa 90 tonnellate di latte e 110 tonnellate di prodotti lattiero caseari, insieme a circa 2,5 tonnellate di sostanze sofisticanti. Il valore complessivo del sequestro ammonta a circa 800mila euro.
“I controlli – si legge nella nota – sono scattati a seguito delle indagini dirette dalla Procura di Pesaro a carico di 10 persone e tre società, al fine di bloccare un complesso fenomeno di adulterazione e sofisticazione che serviva a coprire e correggere il cattivo stato di conservazione di prodotti destinati alla grande distribuzione.” Un’ex-dipendente dell’azienda ha rivelato ai Nas le presunte sofisticazioni in seguito a quanto emerso nel corso di una causa lavorativa intentata insieme ad altri ex-colleghi.
La denuncia dei dipendenti di TreValli
Secondo quanto riferito dalla donna, il latte ricevuto dalla Germania era sempre di ottima qualità e non aveva bisogno di trattamenti. Tuttavia, gli allevamenti locali avrebbero consegnato latte già inacidito, perché munto due giorni prima e conservato in maniera sbagliata. “E allora, veniva portata la soda caustica che arrivava in scaglie, sciolte con l’acqua calda e poi, attraverso dei procedimenti, messe nel circolo della produzione dei prodotti”, ha spiegato a Il Resto del Carlino l’ex-dipendente. La donna ha lavorato per 22 anni nel caseificio del Gruppo TreValli senza che l’azienda l’assumesse stabilmente
Oltre all’indagine per la presunta sofisticazione, l’azienda quindi deve difendersi anche da una causa lavorativa per mobbing intentata da un gruppo di ex-dipendenti. I lavoratori, in particolare, accusano i dirigenti dell’azienda di aver fatto pressione sui dipendenti contrari alle presunte pratiche di adulterazione, fino al termine del rapporto di lavoro. Per il momento il caseificio del Gruppo TreValli non commenta le indagini “In questo momento, – ha affermato il direttore di Fattorie Marchigiane Giampaolo Lizzi – posso solo dire che siamo a disposizione”.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Prendiamo con le pinze le dichiarazioni della ex dipendente riportate nell’articolo: “Secondo quanto riferito dalla donna, il latte ricevuto dalla Germania era sempre di ottima qualità e non aveva bisogno di trattamenti. Tuttavia, gli allevamenti locali avrebbero consegnato latte già inacidito, perché munto due giorni prima e conservato in maniera sbagliata.”. Però vien da pensare… A sentire qualcuno siamo noi italiani quelli sempre e comunque bravi mentre gli altri in Italia riversano la loro robaccia…..E’ per questo che Coldiretti si reca al Brennero a fermare i tir di latte estero ? Per permettere che l’acidità del latte tedesco raggiunga almeno i livelli del nostro ?
Io lavoro nel Food e quella che i nostri prodotti sono il Top e gli altri sono scarsi è una cavolata. Noi siamo i più bravi a trasformare ma non abbiamo le migliori materie prime (per quanto ne dica coldiretti) se avessi un caseificio preferirei di gran lunga latte tedesco a quello italiano. ( ho venduto latte per anni) e, per esperienza, tendo a credere alle parole della ex dipendente.
Se il direttore del caseificio marchigiano ha detto che può solo dare la disponibilità a collaborare con gli inquirenti, mi sembra di poter dire che hanno pochi argomenti a loro difesa.
E che cosa ne sai tu?…ti assicuro che gli elementi sono tantissimi…
Tra vino al metanolo ,latte alla soda caustica,chi più ne ha più ne metta.Bisogna chiedersi come mai ci si ammala di cancro.
Certo che stupisce l’assenza di presa di posizione delle catene di supermercati che commercializzano i loro prodotti (mozzarelle, latte fresco e a UHT, latticini in genere) perchè alcune hanno (affermano …) i laboratori interni che analizzano i prodotti.
Peraltro, al momento, non è segnalato alcun richiamo … aspettano che cosa? come per la vicenda dei wuster di un pò di tempo fa?
Quelli ne approfittano solo per chiedere uno sconto…
non è tossico come il latte alla melamina, ma é comunque un’adulterazione
indicativo che il latte da adulterare fosse italiano, i più furbi di tutti
Comunque questi processi mediatici prima del processo vero lasciano il tempo che trovano. in azienda la soda caustica magari la usano per pulizie degli impianti… e sono state solo accuse di qualche dipendente in aria di vendetta.
Certo, si tratta di supposizioni ma con un certo fondamento perché il ritrovamento di così grandi quantità di soda caustica e acqua ossigenata risulta sospetto. In ogni caso non ci sono dichiarazioni dell’azienda
Buongiorno, un commento in generale: soda e ossigenata sono utilizzati come comuni detergenti e disinfettanti per gli impianti. L’uso di soda liquida anziché in scaglie è sicuramente più pratico. La soda esiste anche come E524, additivo alimentare. Sciogliere la soda in acqua calda è pericoloso perché la reazione di dissoluzione è già fortemente esotermica…..per questo è più semplice usare quella già liquida. Naturalmente, i miei commenti prescindono dal fatto in se. Cordialmente.
La scelta dell’azienda TreValli di non rilasciare dichiarazioni, se non quella di tipo formale come quella da noi riportata, è vista in modo negativo dai consumatori. Detto ciò vale sempre la presunzione di innocenza sino al giudizio finale. C’è però una considerazione da fare sul processo produttivo di uno stabilimento lattiero caseario di grandi dimensioni come TreValli. Le linee prevedono necessariamente una standardizzazione delle materie prime poco compatibili con correzioni di acidità e processi di disinfezione con acqua ossigenata fatte in modo maldestro come lasciano intendere i riscontri e i sospetti delle autorità sanitarie.
Si tratta di adulterazioni che possono trovare spazio a livello artigianale, ma che sono “complicate” da utilizzare in un impianto di certe dimensioni. Quello che lei dice è comunque vero. La soda caustica è presente in questi stabilimenti perché viene regolarmente utilizzata per sanificare cisterne, camion e gli stessi impianti. Anche l’acqua ossigenata si usa per sterilizzare il pack del latte UHT prima del confezionamento. L’altro elemento sottolineare è che l’eventuale adulterazione è difficile a “dimostrare” sul prodotto finito. Ma queste sono riflessioni da tecnologo alimentare. Resta il silenzio di TreValli che a parer nostro non trova valide giustificazioni.
Grazie mille per la tua rivelazione….
moltissimo utili le vostre inchieste
brava Giulia.. Dobbiamo continuare a denunciare queste malefatte, per il bene della nostra italia e il nostro cibo !! Complimenti !!!