
Alla fine della scorsa settimana si è allargato il richiamo del petto di pollo al forno per allergeni non dichiarati. Negli stessi giorni, il Ministero della Salute ha segnalato anche il ritiro precauzionale di un integratore alimentare per rischio microbiologico.
Il richiamo del petto di pollo al forno
Il Ministero della Salute ha diffuso il richiamo da parte del produttore di diversi lotti di petto di pollo cotto al forno venduto con i marchi Rossetto Selezione, Dal Salumiere Lidl, Le Vie del Gusto e Il Tagliere del Re Aldi. Anche questa volta, il motivo indicato nell’avviso di richiamo è la presenza dell’allergene uova non dichiarato in etichetta.
I prodotti interessati sono i seguenti:
- Petto di pollo Rossetto Selezione, in vaschette da 140 grammi, appartenenti ai lotti numero 5293125700 con la scadenza 02/04/2025 e 5946185700 con la scadenza 15/04/2025;
- Petto di pollo cotto al forno Dal Salumiere Lidl, in vaschette da 140 grammi, appartenenti ai lotti numero 5660305700 con la scadenza 31/03/2025, 5293275700 con la scadenza 31/03/2025, e 5041115700 con la data di scadenza 16/04/2025, e in vaschette da 120 grammi, appartenenti ai lotti numero 5660245700 con la scadenza 01/04/2025, 5877105700 con la scadenza 09/04/2025, 5877265700 con la scadenza 09/04/2025, 5041075700 con la scadenza 16/04/2025, 5405035700 con la scadenza 23/04/2025, 5405185700 con la scadenza 23/04/2025, e 5503085700 con la scadenza 01/05/2025;
- Petto di pollo cotto al forno Le Vie del Gusto, in vaschette da 140 grammi, con il numero di lotto 5946085700 e la scadenza 15/04/2025;
- Petto di pollo cotto al forno Il Tagliere del Re Aldi, in vaschette da 140 grammi, appartenenti ai lotti 5518135700 con la scadenza 29/03/2025, 5518195700 con la scadenza 27/03/2025, 5946105700 con la scadenza 03/04/2025, 5946245700 con la scadenza 03/04/2025, e 5982085700 con la scadenza 05/04/2025.
L’azienda Forno d’Oro Srl ha prodotto tutti i marchi di petto di pollo arrosto richiamati. Lo stabilimento di produzione si trova in via Sila 1/A, a Isola Vicentina, in provincia di Vicenza (marchio di identificazione T F1M1S UE).
In precedenza, la catena di discount Aldi e il Ministero della Salute avevano già segnalato il richiamo di altri lotti di petto di pollo con il marchio della catena Il Tagliere del Re (leggi qui il primo richiamo di petto di pollo).
A scopo precauzionale, l’azienda raccomanda quindi alle persone allergiche alle uova di non consumare il petto di pollo affettato con le scadenze e i numeri di lotto sopra indicati. I prodotti richiamati invece sono sicuri per le consumatrici e i consumatori che non sono allergici alle uova.
Il richiamo dell’integratore
Il Ministero ha pubblicato anche il richiamo precauzionale da parte dell’operatore di un lotto dell’integratore alimentare BBcolic a marchio Buona. La ragione indicata è una possibile contaminazione microbiologica. Il prodotto in questione è venduto in flaconcini da 30 ml con il numero di lotto 0412 e il termine minimo di conservazione (TMC) 31/01/2027.
L’azienda Health Progress Italia Srl ha prodotto l’integratore alimentare richiamato per Buona Spa Società Benefit. Lo stabilimento di produzione si trova in via Scozia 8, a Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo.
In via cautelativa, si raccomanda di non consumare l’integratore con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione sopra indicato. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso del prodotto richiamato possono quindi restituirlo al punto vendita d’acquisto.
Dal primo gennaio 2025 Il Fatto Alimentare ha segnalato 56 richiami, per un totale di 211 prodotti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), Ministero della Salute
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Ottimo lavoro.
Una domanda: vi seguo da un po’, ma come se ne accorgono? Voi fate, se ho capito bene da cassa di risonanza, comunque mille grazie per il vostro lavoro che meriterebbe di più di tutto. Spero in una Vostra cortese risposta. Grazie e buon lavoro
Ogni azienda effettua dei controlli sui propri prodotti nell’ambito del sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) che è il sistema di autocontrollo che identifica e gestisce i rischi per la sicurezza alimentare. Inoltre ci sono anche i controlli a campione delle autorità.
Ma qui non è una questione di procedure di autocontrollo errate, è un ingrediente che viene utilizzato per rendere la purea di carne di pollo più compatta e performante per l’utilizzo che è stato deciso dalle industrie del settore alimentare. Se fosse vero petto di pollo il problema non sussisterebbe..
Si tratta di un prodotto trasformata, senza dubbio, ma gli ingredienti usati devono essere correttamente inseriti in etichetta, e in questo caso, trattandosi di un allergene, deve anche essere evidenziato.
Buonasera, nella prima immagine relativa al prodotto a base pollo, la confezione di Rossetto presenta la PAL relativa alle uova, quindi non si spiegherebbe il suo richiamo.
Con tutto il rispetto che provo per chi cerca di far bene questo lavoro, di stanare frodi e annessi e connessi, qui faccio un piccolo appunto. Buttare via migliaia di confezioni di un alimento che contiene un ingrediente innocuo per la stragrande maggioranza della popolazione,mi sembra un affronto verso chi non ha companatico e forse nemmen un pezzo di pane!! C’è gente che campa a stento e che sarebbe ben contenta di mangiare quello che viene decretato allergene , ovvero in questo caso l’uovo! Facciamo qualcosa per questo modo errato di condurre le cose , per favore. Già il fatto che sono confezioni di plastica è sconvolgente,scommetto che nessuno si metterà lì a fare la differenziata e che verrà gettato tutto in vacca ( anche se è pollo) , che migliaia di animali han perso la vita ( e che vita! Allevamento intensivo , lager)per nulla.. MA COME È POSSIBILE??
Pone una questione molto urgente e dibattuta. Ne avevamo parlato qui: https://ilfattoalimentare.it/richiami-alimentari-sono-sempre-necessari-per-i-consumatori.html
…e i consumator*** ??? Sono figli di NN?!! :-))))
Evitabilissimo il “consumatrici e consumatori” –> per un “consumatori” omnicomprensivo e non polemico.
L’ODG consiglia di utilizzare un linguaggio inclusivo. E come riportato dalle Linee guida per l’utilizzo di un linguaggio inclusivo, dell’Università di Genova:
“Con l’uso del maschile sovraesteso, vale a dire usato come se fosse “neutro”, le donne e le persone non binarie vengono cancellate dal discorso: non nominandole se ne occulta la presenza (quando ci sono), ma si nasconde anche la loro
assenza [3], per esempio nelle cariche apicali.” “Lo sdoppiamento (usato in questo caso) è una strategia di visibilizzazione del genere, per cui si evita il ricorso al maschile sovraesteso e si esprimono linguisticamente sia il femminile che il maschile. ” Siamo consci però che lo sdoppiamento “rischia di appesantire il testo e renderlo di difficile lettura e che esclude le persone non binarie”.
Buongiorno, ritengo sia opportuno quando ci sono richiami alimentari dovuti esclusivamente ad un ingrediente inserito, ma non indicato e quindi la remota possibilità di procurare una allergia alimentare in chi lo consuma, ecco in quel caso per evitare di buttare migliaia di confezioni ottime per il consumo,ma con un problema, con migliaia di persone che hanno il problema non della allergia, ma della fame riciclarlo nelle mense caritatevoli magari con l’aggiunta dell’informazione non data correttamente
Pone una questione molto urgente e dibattuta. Ne avevamo parlato qui: https://ilfattoalimentare.it/richiami-alimentari-sono-sempre-necessari-per-i-consumatori.html