Il ministero della Salute, Carrefour e Sigma hanno diffuso il richiamo di un lotto di mix a base di farina di castagne a marchio “Le Farine Magiche” Lo Conte per la presenza di una contaminazione da aflatossine. Il prodotto interessato è venduto in confezioni da 400 grammi con il numero di lotto 19298 e il termine minimo di conservazione 31/10/2020.
Il mix richiamato è stato prodotto da Ipafood Srl nello stabilimento di via San Nicola a Trignano, ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino.
A scopo cautelativo, si raccomanda di non consumare il prodotto con il numero di lotto segnalato e restituirlo al punto vendita d’acquisto. L’azienda ha inviato una nota stampa che si può leggere qui.
Dal 1° gennaio 2020, Il Fatto Alimentare ha segnalato 57 richiami, per un totale di 76 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
“termine minimo di conservazione 31/10/2020”
Ma non dovrebbe essere il temine MASSIMO di sonservazione, ossia la data limite oltre la quale il prodtto non va più consumato?
Con il TMC, termine minimo di conservazione, si indica la data, stabilita dall’azienda, fino alla quale sono garantite le caratteristiche nutrizionali e organolettiche del prodotto. Dopo questa data il prodotto può comunque essere consumato, ma con il tempo potrebbe perdere alcune sue caratteristiche: per esempio la croccantezza per dei biscotti.
Sì, quello è il significato voluto dal legislatore.
Ma quello che trovo bizzarro è chiamare termine “MINIMO” una data limite OLTRE la quale avviene qualcosa: a mio parere è fuorviante.
Se allo STOP c’è una striscia bianca che indica il punto OLTRE il quale incorro in una sanzione quello è il limite MASSIMO che posso raggiungere restando in regola.