Coop e Gros Cidac hanno pubblicato l’avviso di richiamo di un lotto di farina di ceci ‘Valore al Territorio’ Life per la presenza di livelli di piombo superiori ai limiti di legge. Il prodotto interessato è venduto in confezioni da 350 grammi con il numero di lotto 116.19 e il termine minimo di conservazione 04/2020.
La farina di ceci richiamata è stata prodotta da Life Srl nello stabilimento di via Case Molino di Pogliola, a Villanova Mondovì, in provincia di Cuneo.
Si raccomanda di non consumare la farina di ceci con il numero di lotto segnalato e di restituirla al punto vendita d’acquisto. Per ulteriori informazioni è possibile contattare i numeri di telefono 0172 450001 e 0172 450006 oppure l’indirizzo e-mail life@lifeitalia.com
Dal 1° gennaio 2019, Il Fatto Alimentare ha segnalato 125 richiami, per un totale di 180 prodotti, e 7 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
© Riproduzione riservata
[sostieni]
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Mi piacerebbe comprendere come diavolo ci finisce il piombo nella farina di ceci…immaginando che sia SEMPRE presente, poiché il lotto non è stato ritirato per presenza di piombo, ma per il “superanento” dei limiti di legge. Mah…
Il piombo c’è da diverse parti, compreso credo nell’acqua potabile. Come altre sostanze presenti negli alimenti, deriva dall’ambiente. Le piante vengono coltivate all’aperto, subiscono quindi l’inquinamento ambientale, le sostanze presenti nell’acqua di irrigazione, nella pioggia ecc. Oltre ad eventuali contaminazioni in fase di lavorazione, ad es. dai macchinari.
Spesso vedo orti familiari vicino a strade, spero che lavino bene quelle insalate…
La cosa importante è fare sempre una valutazione del rischio, cosa che pochi fanno per capire se e quanto un problema sia da considerare pericoloso