Dopo il recente lancio dell’hamburger vegetariano di Burger King, prodotto da Impossible Food, ecco che il diretto concorrente di quest’ultimo, Beyond Meat, presenta il Beyond Fried Chicken, il pollo fritto a base vegetale. Ad annunciare l’esperimento è Kentucky Fried Chicken (KFC), la famosa catena americana il cui piatto forte è proprio il pollo fritto.
KFC ha sperimentato un nuovo piatto a base vegetale in due varianti: i chicken nuggets e le alette senza ossa (ovviamente). Per arrivare a questo risultato, KFC ha avviato una partnership con Beyond Meat, azienda che ha iniziato a lavorare sui sostituti della carne a base vegetale dal 2009. “I nostri clienti troveranno difficile dire che è a base vegetale”, assicura Kevin Hochman, presidente e chief concept officer di KFC America.
Risulta chiaro che l’obiettivo di KFC non sono solo i consumatori vegetariani e vegani, che possono trovare qualcosa di nuovo rispetto all’insalata, ma soprattutto i flexitariani, cioè coloro che vogliono ridurre il consumo di carne e pesce senza però abbracciare una dieta strettamente vegetale e senza rinunciare al gusto.
I fast food ancora una volta provano a stare al passo con le nuove tendenze. E se ad Atlanta la sperimentazione si rivelerà un successo, il nuovo piatto sarà aggiunto ai menu di tutti i ristoranti della catena negli Stati Uniti. Dall’Europa, per ora, stiamo a guardare.
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[sostieni]
Vorrei capire il senso di mangiare un pollo che non lo è. Basta con questa ipocrisia:se ti piace una cosa la mangi altrimenti no.Invece di pensare al cibo sano non fritto vogliono costringere i vegani e i vegetariani a mangiare come gli altri. Queste multinazionali ci hanno preso proprio per pollastri. Non cascate in questo tranello e guardate la qualità del cibo.
Ma le persone potranno mangiare quello che gli pare? Non c’è nessuna pistola puntata alla tempia. Lei rinunci al fritto, alla carne, a quello che vuole. Gli altri si regolano allo stesso modo: mangiano quello che vogliono, rinunciano a quel che vogliono.
Se si muore prima meglio, più spazio per gli altri.
Sig. Osvaldo nessuno dice il contrario.La libertà vuol dire che sono io ha scegliere quello che mangio e cosa mangio non aspetto una multinazionale che mi fa un surrogato come il pollo.Poi cosa centra morire prima o dopo nessuno ne ha mai parlato:io la qualità la guardo stesso punto.
Ognuno può scegliere come dicono gli altri commenti, ma diventa allarmante ‘l’adeguamento’ delle fabbriche di cibo alla moda vegana per ingannare nuovamente i consumatori convinti di fare del bene all’ambiente.
I problemi del mondo non derivano dalla dieta onnivora. I problemi del mondo derivano dal consumo di cibo industriale che usa un’enorme quantità di energie, risorse e causa di grandi devastazioni e sofferenze di popoli sia esso di origine vegetale o animale.
So che può sembrare assurdo per le persone disinformate ma la dieta vegana è quanto di meno ecologico possa esistere.
Proteine animali esistono a tutte le latitudini del mondo in tutte le stagioni, mentre gli alimenti per una dieta vegana No avendo bisogno di trasporti, conservazione industriale, industria di trasformazione.
Qualora volessimo o dovessimo tornare a consumare prevalentemente cibo etico ovvero locale privo di trasporti, di industria conserviera, di lavorazioni, e di supermercati, di packaging, dovremmo necessariamente privilegiare una dieta che includa buone dosi di carni, pesce, molluschi ed invertebrati prelevati in natura o da allevamenti allo stato brado senza uso di cereali.
Una dieta vegetariana o vegana non implica automaticamente il consumo di alimenti ultra processati, industriali o provenienti dall’altra parte del pianeta, e se eseguita con un minimo di buon senso è provato da numerosi studi come abbia un impatto minore sull’ambiente. https://www.repubblica.it/ambiente/2019/08/08/news/clima_una_dieta_vegetariana_riduce_del_35-50_il_consumo_del_suolo-233187642/
Sig. Gesualdo, allora adesso le svelo la mancanza di “logica” nel suo primo commento, quando scrive “basta ipocrisia, ti piace una cosa la mangi, altrimenti no”.
Guardi che questa ipocrisia è praticata dai vegetariani e vegani, non dagli onnivori. Dubito infatti che arrosti, fritti, dolci con uova (tiramisù, profiterol) siano sgraditi a loro: non li mangiano per una scelta “salutista” (e nel caso dei vegani anche fideistica o chissà altro).
Quanto agli onnivori, infatti mangiano quello che gli piace. Tuttavia, poiché leggiamo e ragioniamo, sappiamo anche che troppa carne è un problema. Ed ecco allora questi prodotti, che come indica correttamente a mio parere anche l’articolo, sono destinati appunto agli onnivori, non ai vege-vega.
Poi, le aziende fanno il loro mestiere, che è quello di seguire le richieste dei consumatori, o di indurli verso ciò che producono. Non c’è niente di strano in questo, qualcosa avrà successo, altro no, ma questo è il loro mestiere
Sig Mario, non so se le capita in tv di vedere come vengono fatti certi prodotti, come quelli alimentari (trasmissioni come Marchio di fabbrica o Inside the Factory). Hanno fatto vedere anche la Barilla. Il dato di fatto è che le enormi industrie consumano certo tanta energia, ma trasformano con essa quantità ENORMI di prodotto. Una lavorazione artigianale ha costi unitari imparagonabili. Queste aziende quindi hanno produzioni in realtà molto ottimizzate. Per venire al sodo, sono quelle che ci permettono di comprare un chilo di Buona pasta ad 1 euro ed anche meno
Il cibo oltre che nutrire deve soddisfare i sensi coinvolti durante i pasti , deve avere un buon odore , sapore e aspetto invitante coinvolgendo abitudini , cultura e tradizione.
Se la verdura e la frutta cruda avessero sapore di pasticcini , pollo , di salsiccia o costoline , cito questi tra i tanti cibi comuni solo per fare esempio , allora credo che gli appelli a mangiare meno carne , dolci o fritti avrebbero sicuramente molto piu’ successo.
Si dice , e in parte è vero , che dopo un pò di tentativi i gusti ( il palato) si modificano e diventano molto piu’ accettabili cibi vegetali semplici che dagli onnivori vengono considerati inaccettabili in grande quantita’.
Qui intervengono questi nuovi preparati che vengono incontro alle persone sensibili alle sorti degli animali e/o che vogliono nutrirsi con cose un pò meno salate , dolci o grasse.
Chi e’ abituato a gusti forti e non riesce o non vuole accettare il cambio di gusto,olfatto e vista potra’ pensare di mangiare piu’ sano , relativamente al coro , non unanime e ognuno ha le sue fonti , di chi predica a favore degli animali , dell’ambiente e della salute umana.
Io fortunatamente sono riuscito ad educare il mio palato ai cibi semplici, con tempo e fatica, perche’ credo fermamente che i coloranti , conservanti e additivi vari di questi preparati industrializzati non siano molto salubri e nel tempo riescano a vanificare i vantaggi sperati.
La prima cosa sarebbe proibire chiamare “pollo fritto” dove non c’è una molecola di pollo.
nessuno nei commenti ha mai pensato che chi è vegano non lo è per salute, né per moda, ma perchè contrario allo sfruttamento animale? se una cosa “sembra” pollo ma non era un animale, e io me lo voglio mangiare perchè non voglio contribuire alla prigionia e all’uccisione di un animale, che cappero deve fregare al resto del mondo? o è vietato eliminare il consumo di prodotti non etici se non sono ANCHE sgraditi al palato? il palato e la pancia devono governare sull’agire umano prioritariamente rispetto alla morale, all’etica e al tentativo di avere un impatto minore sulla vita altrui? è un ragionamento davvero strano.
inoltre: l’impatto ambientale delle diete onnivore (e anche vegetariane) è ENORMEMENTE più alto di quelle vegetali, non è il caso di arrampicarsi sugli specchi, lo dimostrano decine di ricerche assolutamente autorevoli e peer reviewed. basta cercare, sono letteralmente riportate ovunque.
accettate la realtà dei fatti e poi fate le vostre scelte di conseguenza, se siete orgogliosi consumatori di carne che bisogno c’è di screditare le scelte altrui?