Da sempre la pasta italiana viene preparata con grano importato da Canada, Francia, Stati Uniti in percentuale variabile dal 20 al 30% perché di ottima qualità. Detto ciò è altrettanto vero che la gente per tante buone ragioni vuole acquistare pasta fatta in Italia con il 100% di grano coltivato sul nostro territorio. Per questo motivo siamo andati nei supermercati di Milano cercando i marchi di pasta totalmente made in Italy. Ecco che cosa abbiamo trovato.
Questo è il link per vedere l’elenco delle paste 100% grano italiano.
© Riproduzione riservata
Le donazioni si possono fare:
* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare 2017. Clicca qui
Vorrei capire bene: lei dice all’inizio del filamto che il grano importato è di ottima qualità, tanto è vero che viene pagato di più rispetto a quello italiano. Allora mi domando: per quale motivo la pasta prodotta solo con grano italiano ha un costo maggiore rispetto alle miscele di grano?
Grazie per la risposta che potrà darmi
Il prezzo pagato in più per il grano duro importato è un dato che emerge da tutti i dati della Camere di commercio. Il grano duro italiano di alta qualità necessario per una miscela di semola in grado di fare una pasta all’altezza è più difficile a trovare, perché da noi le partite non vengono selezionate in base alla percentuale di proteine o all’elasticità. Poi c’è una questione di mercato. In questo momento la pasta italiana 100% è richiesta .
Come le navi che lo scorso anno arrivavano dal Canada con grani del 2014 a 8€ al quintale…
Non so in base a cosa fate le Vs recensioni ma, per esempio, ho visto che avete recensito varie marche praticamente “sconosciute” almeno nei negozi e nelle catene dei supermercati della mia zona (Veneto); mentre, sempre per esempio, non ho mai visto recensire la pasta della Jolly (Sgambaro) che è molto diffusa e – da sempre – produce solo con grano italiano (inoltre ha varie linee tra le quali una biologica).
Grazie della segnalazione. Infatti la pasta Sgambaro è presente nell’elenco completo: http://www.ilfattoalimentare.it/pasta-italiana-voiello-granoro-semola.html
Salve, non riesco a trovare il link della lista completa dei marchi 100% grano italiano. Grazie. Ela
L’abbiamo aggiunto nel testo, sotto il video. È questo: http://www.ilfattoalimentare.it/pasta-italiana-voiello-granoro-semola.html
La pasta SETARO O pasta GENTILE l’avete mai provata? Provare per credere.
Nell’elenco della pasta prodotta con grano 100% italiano sono presenti entrambe le marche: http://www.ilfattoalimentare.it/pasta-italiana-voiello-granoro-semola.html
Un suggerimento e un appunto.
Il suggerimento è quello di tenere la musica un po’ più bassa perché copriva le parole.
L’appunto: nominando la pasta di Naturasì hai detto: ce ne sono due tipi, biologico e integrale. Tutta la pasta di Naturasì è biologica, forse volevi dire “di grano duro e integrale”?
Corretto
Non ci siamo mai fidati di marchi nazionali, sopratutto della Barilla, ed abbiamo escluso del tutto i marchi Campani, per via di tantissimi terreni inquinati. Essendo in Sicilia, ci serviamo di un marchio trapanese, la Poiatti. In un suo prodotto ho ritrovato il sapore della pasta di una volta, degli anni 40 e 50. Allora avevamo campi estesi di colture di grano, anche di sesamo, di arachidi, e di legumi ( ceci, fave, lenticchie, fagioli) . Oggi e’ tutto abbandonato. Desolazione e miseria, anche morale.
Preconcetti e post-verità ci scaldano il cuore ma ottenebrano la mente.
La pasta Barilla è sicuramente un prodotto industriale economico, ma è di fatto la nostra immagine nel mondo e, piccolo particolare, è il maggior compratore di grano duro italiano, soprattutto meridionale e SICILIANO. Difficile immaginare altri importanti acquirenti che possano smaltire le nostre produzioni di grano duro che sebbene insufficienti, ammontano comunque e per fortuna a oltre 4 milioni di tonnellate l’anno (lo scorso anno superati i 5 milioni)
La vergogna criminale delle terre dei fuochi ha marchiato a fuoco la ancor splendida e fertilissima Campania. Ma anche lì si è esagerato con numeri sparati da un giornalismo allarmistico e scandalistico che demonizza e scappa senza approfondire ed evidenziare la vera realtà. Gli ettari incriminati di fatto sono per fortuna una piccola parte della Regione e comunque fanno compagnia ad altrettante e simili scempi vergognosi del territorio che purtroppo flagellano il Sud e non risparmiano certo la Sicilia.
Poco poi è il grano duro prodotto in Campania, mentre esistono importantissimi stabilimenti industriali di molitura e trasformazione soprattutto di granoduro che arriva in gran quantità da Puglia, lucania e anche SICILIA e che danno lavoro a migliaia di operai diretti ed indiretti e diffondono nel mondo qualità, salubrità e immagine dell’agroalimentare italiano che porta fiducia, propensione all’acquisto di altri prodotti e quindi occasioni di lavoro e di benessere.
Dai continuiamo a farci del male