Nutri-score, immagine con omino rappresentazione salute del cuore

Nutri-score video studi scientificiSecondo i detrattori italiani del Nutri-Score, l’etichetta a semaforo francese è stata creata con l’unico scopo di penalizzare sul mercato i nostri prodotti agroalimentari tradizionali. In realtà, il Nutri-Score è uno strumento costruito su solide basi scientifiche per orientare i consumatori verso prodotti più salutari. Lo ricorda un breve video realizzato del Gruppo di ricerca in epidemiologia nutrizionale (Eren), che ha sviluppato il sistema di etichettatura.

Studi realizzati nel corso degli anni su centinaia di migliaia di cittadini di 10 Paesi europei hanno analizzato la relazione tra l’etichetta a semaforo e la salute, scoprendo che il consumo di alimenti classificati con la lettera ‘D’ arancione e la ‘E’ rossa è associato a un rischio più elevato di andare incontro a obesità e malattie croniche come cancro, patologie cardio-vascolari, sindrome metabolica e asma. Il consumo di questi prodotti è anche associato a una mortalità più alta per cancro, malattie cardiovascolari, respiratorie e del tratto gastrointestinale. Secondo una stima, se l’etichetta a semaforo fosse presente su tutti i prodotti permetterebbe una diminuzione del 3% annuo delle malattie croniche.

Il Nutri-Score, inoltre, aumenta la qualità nutrizionale del carrello riducendo la quantità di calorie, grassi, grassi saturi e sale presenti, favorisce l’acquisto di alimenti grezzi, in particolare frutta e carne fresche, e incoraggia il consumo di porzioni  più piccole dei prodotti classificati con i bollini rossi e arancioni.

Qui sotto il video (in francese con sottotitoli in inglese; per aggiungere i sottotitoli automatici in italiano cliccare sulla rotella in basso a destra la voce ‘impostazioni’,  selezionare ‘sottotitoli’, attivare i sottotitoli francesi generati automaticamente, poi ‘traduzione automatica’ e selezionare ‘italiano’)

© Riproduzione riservata Foto e video: Eren

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Samantha Tedesco
Samantha Tedesco
6 Settembre 2022 08:52

Parlando dell’Italia, è innegabile che buona parte dei prodotti tradizionali siano grassi e poco salutari, se mangiati in di frequente. Questo perché sono nati per soddisfare esigenze nutrizionali di persone che facevano lavori molto pesanti che oggi si non si fanno più. I formaggi e gli insaccati sono grassi, i salumi salati, non si può dire che non sia vero.
L’etichetta semaforo permette di trasmettere questo concetto in modo semplice e diretto anche a chi ha un livello culturale basso o fa più fatica a ragionare a causa dell’età. Presentate il Nutri-Score ad un anziano o a chi ha abbandonato la scuola alle medie e poi il semaforo e vedrete quale capirà meglio.
Ovviamente, l’etichetta deve essere analizzata con criterio: vanno valutati prodotti simili e non la Coca-Cola con l’olio extravergine di oliva, che è il classico esempio portato dai detrattori di questo metodo.

Giancarlo
Giancarlo
Reply to  Samantha Tedesco
6 Settembre 2022 11:23

L’esordio è sempre il solito disco rotto: “Secondo i detrattori italiani del Nutri-Score, l’etichetta a semaforo francese è stata creata con l’unico scopo di penalizzare sul mercato i nostri prodotti agroalimentari tradizionali” e, se fosse solo questo, sarebbe FALSO (anche se alcuni detrattori potrebbero scorgere degli elementi a favore della loro tesi). Il sistema, che è un tentativo di semplificare la lettura delle informazioni nutrizionali e di estendere la loro comprensione ad un pubblico il più ampio possibile, ha degli aspetti sia positivi che negativi (come tutte le attività umane e come i tentativi di sovra-semplificazione!).
Il primo grosso limite è l’esprimere tutto per 100 g di prodotto. È evidente che, come ho spesso commentato in queste rubriche, il sistema Nutriscore che di POSITIVO ha l’IMMEDIATEZZA DELL’INFORMAZIONE, commette il solito GRAVE ERRORE di non considerare il PRIMO PRINCIPIO DELLA TOSSICOLOGIA MODERNA (Paracelso, 1493- 1541): LA DOSE E’ IL VELENO! Quindi i 100 g di Parmigiano Reggiano (che a seconda della provenienza, la variabilità compositiva è una caratteristica entro certi limiti) ha un bel D/ARANCIO per 100 g (per i detrattori del sistema equivale a dire: “ecco, vedete, stanno penalizzando il nostro prodotto di eccellenza!”) ma, se consumato secondo le indicazioni del SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) ovvero 1 porzione= 50 g, ottiene un ARANCIO per i grassi, ROSSO per i grassi saturi, VERDE per gli zuccheri e ARANCIO per il sale; se usato come condimento alla pasta (8 g circa, ovvero un cucchiaino), ad esempio, ottiene un VERDE per tutti i valori nutrizionali considerati! LA DOSE È IL VELENO, O NO? Quest’ultimo sistema è il FRONT OF PACK Inglese che considera, come è ovvio anche la PORZIONE ed anche la DIETA DI RIFERIMENTO da 2000 kcal/die.
È “l’uovo di COLOMBO”! Per quale motivo l’atteggiamento prevalente debba essere completamente ANTISCIENTIFICO (esattamente come quanto succede da oramai quasi tre anni a questa parte) ed essere sostituito da argomentazioni TEOLOGICHE che esulano dall’ambito della Scienza (questa volta senza H finale)?
In più avremmo anche l’ulteriore informazione, a cui le autorità sanitarie che trattano di nutrizione stanno dando diffusione, il concetto di PORZIONE – il tutto magnificamente condensato in una etichetta di facile lettura. Ma NO, qualche genio della lampada “reinventa la ruota” e propone l’orrore metafisico delle batterie (la rappresentazione grafica di quanto già esiste con l’attuale sistema di etichetta nutrizionale) con in più la bruttezza grafica di un colore uniforme di stampo dittatoriale!
Ma siamo ancora lontani da dare una informazione NUTRIZIONALE completa. Questo sistema corretto potrebbe essere un UTILE PASSO IN AVANTI! Dobbiamo aspettare che le “autorità” coprano anche questo con il segreto militare o con i contratti celati da OMISSIS?

Pinuccio
Pinuccio
Reply to  Samantha Tedesco
9 Settembre 2022 23:04

In 70 anni, dagli anni ’50-’60 fino ad oggi, l’evoluzione della tecnologia, il miglioramento delle conoscenze nutrizionali nell’alimentazione degli animali, una più attenta attenzione ai bisogni dei consumatori in termini salutistici ed etici, ha portato ad avere animali con un maggiore carico proteico, a ridurre i grassi di oltre il 30% (modificando altresì le frazioni degli acidi grassi, riducendo quelli saturi e aumentando quelli insaturi fino a oltre il 60%, inclusi gli omega 3). Le carni di maiale sono ottime per il consumo fresco da macelleria ed ovviamente ne hanno beneficiato anche i salumi. I livelli di colesterolo delle carne sono diminuiti e si è provveduto anche alla riduzione del sale. Nel periodo 1993-2011, la riduzione di sale dei prodotti trasformati è stata dal 4 al 47% a seconda dei prodotti (la mortadella Bologna IGP ha avuto una riduzione del 20%):
A tutt’oggi i Consorzi di tutela del DOP e dell’IGP hanno presentato modifiche dei Disciplinari per essere al passo con i tempi: l’ultimo è stato approvato quest’anno per la Mortadella Bologna IGP che ha ridotto l’impiego di sale e aumentato il tenore minimo delle proteine.
E si potrebbe continuare citando il fatto che il consumo delle carni e dei prodotti trasformati in Italia è ben al di sotto degli indici medi usati dall’OMS come raccomandazioni.

Giancarlo
Giancarlo
11 Settembre 2022 17:39

Mi sfugge la relazione fra l’intervento di Pinuccio ed il titolo dell’articolo: Nutri-Score, un video riassume i risultati degli studi scientifici sull’etichetta a semaforo francese, pur considerando interessanti le argomentazioni addotte.

Mi sembra che l’argomento riguardi un sistema informativo per il consumatore piuttosto che l’evoluzione della tecnologia e le conoscenze nutrizionali dell’alimentazione degli animali.

Per quanto riguarda l’OMS (WHO) la sua affidabilità, visto che viene finanziata per l’80 % almeno da privati, non è certo un esempio da seguire, anche se in alcuni casi dice delle cose sensate ma, troppe volte risponde ai suoi finanziatori e non all’interesse generale, mettendo così in dubbio la sua autorevolezza.