Con l’invasione russa dell’Ucraina, la crisi energetica e l’aumento dei prezzi, ci si potrebbe dimenticare facilmente che per la fine del 2022 è previsto l’annuncio, da parte della Commissione europea, di una proposta di etichetta nutrizionale fronte-pacco armonizzata e obbligatoria per tutta l’UE. E l’eventualità che la scelta possa ricadere sul Nutri-Score non piace ad alcune lobby agroalimentari, che a Bruxelles e nei singoli stati stanno combattendo una feroce battaglia contro l’etichetta a semaforo francese. Per questo è stata lanciata sulla piattaforma Change.org una nuova petizione a sostegno dell’adozione del Nutri-Score obbligatorio.
“L’etichetta nutrizionale fronte-pacco Nutri-Score – si legge nell’appello – deve essere difesa dalle lobby che cercano di distorcerla ed evitare che diventi obbligatoria in Europa.” Il sistema di etichettatura è stato adottato ufficialmente in Francia il 31 ottobre 2017, dopo una durissima battaglia contro le lobby durata quasi 4 anni. Il logo a cinque lettere e cinque colori –dalla ‘A’ verde scura alla ‘E’ rossa – si trova sulla parte frontale delle confezioni dei prodotti. L’obiettivo è quello di “aiutare i consumatori a fare scelte alimentari più sane al momento dell’acquisto, fornendo informazioni nutrizionali semplici che consentano di confrontare facilmente, in un colpo d’occhio, la qualità nutrizionale dei prodotti alimentari”, scrivono i promotori, che ricordano anche l’esistenza di numerosi gli studi scientifici – una cinquantina – a dimostrazione dell’efficacia dell’etichetta a semaforo.
Dopo l’adozione ufficiale in Francia, negli anni successivi altri sei paesi hanno deciso di implementare il Nutri-Score: Belgio, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera. Inoltre, grazie alle pressioni di scienziati, operatori sanitari, associazioni dei consumatori, Ong e cittadini, in Francia più di 800 marchi si sono impegnati a utilizzarlo, tra cui alcuni brand italiani come Mutti, Cirio, Patamore, Giovanni Rana. Barilla, dal canto suo, lo ha implementato sul suo marchio Harry’s di prodotti da forno. Ci sono però ancora molte aziende e multinazionali che si rifiutano di adottare il Nutri-Score e lo combattono in sede europea. È il caso di Coca-Cola, Ferrero (che in Italia sostiene e usa il NutrInform Battery), Mars, Lactalis, Mondelēz, Kraft e molte altre aziende nazionali e internazionali.
L’intenzione della Commissione Europea di proporre, all’interno della sua strategia Farm to Fork, un’etichetta nutrizionale armonizzata e obbligatoria entro la fine del 2022 ha messo in agitazione le lobby. Oltre alle aziende e alle multinazionali contrarie al Nutri-Score, sono scesi in campo anche di alcuni settori agricoli, in particolare quelli dei formaggi e delle carni lavorate, che però spesso hanno alle spalle grandi gruppi industriali come Lactalis, che non vogliono fornire ai consumatori un’informazione trasparente sui profili nutrizionali dei propri prodotti e sfruttano il tema della ‘protezione degli alimenti tradizionali’ a questo scopo.
In tutta Europa, quindi, “assistiamo a una nuova intensa attività di lobby degli attori economici, – si legge nell’appello – trasmessa da molti politici a livello nazionale e regionale (spesso per ragioni elettorali) che stanno facendo di tutto per impedire che il Nutri-Score venga adottato in Europa come il modello unico e obbligatorio di etichetta nutrizionale o tentando di stravolgerlo per tutelare alcuni settori agricoli (proponendo esenzioni di determinati prodotti)”.
Per questo i promotori della petizione chiedono ai governi dei paesi europei di “privilegiare la tutela della salute pubblica alle pressioni delle lobby che ambiscono a boicottare o distorcere il Nutri-Score”, al Parlamento europeo di “adottare Nutri-Score come etichetta frontale obbligatoria per l’Europa nel 2023, tenendo conto del suo fondamento scientifico e dell’interesse dimostrato in termini di salute pubblica” e alle aziende di “rispondere alla richiesta dei consumatori di una vera trasparenza nutrizionale e applicare il Nutri-Score immediatamente”
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© Riproduzione riservata Foto: Petizione, Depositphotos, Afidop, archivio Il Fatto Alimentare
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Penso che il vostro giudizio sia in favore delle lobby alimentari e non contro perché chi produce e confeziona madre natura che va da un formaggio ad un prosciutto un succo di frutto e quant’altro non può intaccare i valori che madre natura ci offre a differenza di chi il cibo lo “costruisce” decidendo quale ingrediente far crescere o decrescere solo in funzione del nutriscore costringendo il consumatore ad un acquisto istintivo ed asettico invece di un acquisto ragionato e consapevole.
Se il Nutri-Score fosse a favore dell’industria alimentare come lei sostiene, perché l’industria sta muovendo mari e monti per affossarlo in Europa? In Italia il Nutri- Score l’hanno già bloccato con la complicità di qualche società scientifica, qualche professore universitario (so per certo che alcuni si sono rifiutati nonostante le forti pressioni ricevute) e di quasi tutte le istituzioni. Ricordo che il Nutrinform Battery è una etichetta volutamente incomprensibile per il consumatore, proposta da Federalimentare (Associazione delle industrie alimentari italiane) per … bloccare il Nutri-Score. In Italia abbiamo i bambini più obesi d’Europa ma le istituzioni preferiscono tutelare gli interessi dell’Industria, incuranti del fatto che avremo un esercito di adulti obesi, dislipidemici, diabetici …
Concordo con le argomentazioni di Antonio Pratesi.
Aggiungo che la realtà dietologica ed alimentare, nella quale siamo tutti “immersi”, è molto diversa dalla descrizione tipo “Mulino Bianco” che ne fa Sig. Giampaolo; come quando scrive “chi produce e confeziona madre natura che va da un formaggio ad un prosciutto un succo di frutto e quant’altro non può intaccare i valori che madre natura”.
E’ ora di agire, di incidere sui problemi, di affermare il primato del buon senso e delle corrette scelte per limitare i danni psicofisici dell’obesità.
Chi ha paura del Nutriscore?
Chi produce e promuove liberamente con pubblicità aggressive rivolte ai bambini biscotti, ovetti di cioccolato, creme spalmabili al cioccolato, bevande zuccherate, merendine, cereali da colazione …
Forse … la storia dell’olio di oliva, dei formaggi o degli insaccati che sarebbero penalizzati dal Nutriscore è uno specchietto per allodole per coprire i veri mandanti (= industria dolciaria) che hanno pagato per creare una etichetta farlocca (il Nutrinform Battery), inutile e incomprensibile, la cui unica funzione appare essere quella di tener lontano dall’Italia il Nutriscore che è una etichetta troppo chiara e comprensibile.
“Il consumatore non deve capire”.
https://bit.ly/3yjlZYN
https://bit.ly/3ajtGWX
https://bit.ly/3P2Tm91
A mio parere, il Nutriscore o il Battery system o qualunque altro sistema di etichettatura che può essere messo a punto da professionisti dell’alimentazione servono a pochissimo se non sono accompagnati da un’adeguata informazione.
Giustissimo che l’olio EVO sia giallo perché il consumo deve essere moderato, in quanto si tratta di un grasso, tuttavia passa una comunicazione fuorviante, appare come un alimento da evitare.
Giusto per fare un banale esempio.
Quindi che ben vengano le etichette semplici ed intuitive, però senza un’adeguata campagna di corretta informazione, purtroppo servono a poco.
Si dovrebbe inserire l’educazione alimentare obbligatoria nelle scuole (già dalla primaria) e spiegare, tra le altre cose, anche questo sistema di etichettatura.
È stato appena approvato un grosso aggiornamento dell’algoritmo del Nutri-Score per meglio adattarlo alle linee guida alimentari dei 7 paesi che lo hanno adottato ufficialmente, che tra le varie novità (abbastanza numerose) porta l’olio extravergine alla B verde
Secondo me la lobby siete voi! e, sinceramente mi dispiace perché vi stimavo prima che vi avventuraste in questa battaglia a favore del Nutriscore!
Grazie per averci inserito nella categoria delle lobby ma noi facciamo i giornalisti e dal diversi anni siamo schierati a favore del Nutri-Score come gran parte dei Paesi Europei, l’Oms e oltre 400 aziende francesi di prodotti alimentari che lo adottano volontariamente
Spiace rilevare un’analisi così errata.
Con le firme non sempre si raggiungono degli obiettivi; ma pure non agire per favorire uno strumento che POTREBBE esser d’aiuto a districarsi tra le proposte fasulle e le etichette ingannevoli per favorire un’alimentazione più adeguata rende complici di un sistema sbagliato.
Mi pare assurdo dare un semaforo verde alla cocacola zero e poi un rosso a parmigiano e soprattutto all’olio extravergine d’oliva, patrimonio della nostra dieta mediterranea, e con questo non mi pare ci sia molto altro da dire
Come abbiamo detto più e più volte, né il Parmigiano, né l’olio extravergine hanno il bollino rosso: il Parmigiano ottiene un bollino arancione, dato che si tratta di un alimento di estrema densità calorica, ricco di grassi e sale, da consumare con moderazione (come dicono anche le nostre stesse linee guida alimentari), mentre l’olio extravergine ha un bollino giallo, che è il miglior giudizio possibile per un grasso alimentare.
Proprio i paesi favorevoli a questa etichetta, che citate, sono sedi delle principali multinazionali e conseguenti lobby che influenzano le decisioni europee.
Sono del resto gli stessi paesi nei quali i mercati alimentari sono dominati da prodotti spazzatura o comunque fortemente lavorati e additivati.
In Francia, Paese dove esiste ancora la cultura del cibo Mediterranea e dove esistono centinaia di prodotti alimentari Dop, oltre 400 aziende utilizzano volontariamente da anni il Nutri-Score. Come mai? Poi dire che la campagna contro l’invasione dell’olio di palma fosse sbagliata è scorretto. Il 90% dei prodotti alimentari ha smesso usare il palma e questo è stato per l’industria alimentare il cambiamento più evidente negli ultimi 20 anni almeno
In Francia secondo voi c’è la cultura della dieta mediterranea?
Qualcosa nel sud della Francia, nel resto del paese il 90% la cultura è nord europea, burro e grassi animali a volontà, olio d’oliva praticamente sconosciuto
L’etichetta viene messa dal PRODUTTORE del prodotto o da un “organismo competente” che, in base a parametri certi del prodotto, lo classifica?
Se lo fà direttamente il produttore stesso potrebbe mettere un buon valore al sui prodotto, in cattiva fede, e inoltre chi lo controllerebbe?
Seguendo il suo ragionamento ogni produttore scrive quello che vuole sull’etichetta tanto nessuno controlla. Mi sembra che la realtà sia diversa qualche controllo viene fatto e in genere le etichette sono corrette.
Mi sembrate uguali a quelli del Movimento 5 Stelle, contrari su tutto e al contrario di tutto!
lo ha scritto anche il rapporto di EFSA sui profili nutrizionali che di tutti i sistemi imperfetti proposti fino ad oggi, quello del Nutriscore è il più lacunoso di tutti.
EFSA propone di tornare ai valori di fabbisogno giornaliero non agli algoritmi basati su punteggi arbitrari.
E comunque viva l’Italia e abbasso il Nutriscore francese!
Veramente è l’Italia il Paese europeo dove tutti ( tranne noi….) sono contrari al Nutri-Score. Europa, Spagna, Belgio, Oms…..e oltre 400 aziende alimentare in Francia adottano volontariamente il Nutri-Score. Ci sono marchi Italiani che in Francia usano il Nutri-Score mentre in Italia si rifiutano!
Dott. La Pira, mi sembra lapalissiano affermare che le aziende alimentari che vendono in Francia lo usano: lì è obbligatorio riportarlo perché lo vuole la GD, non c’è una politica di volontarietà e se qualcuno volesse evitare di stampare il nutriscore verrebbe penalizzato.
Nessuno vuol rischiare di essere penalizzato in affari…
Secondo il suo ragionamento la Grande distribuzione francese essendo favorevole al Nutri-Score si è schierata contro tutte le Dop, contro tutti i prodotti alimentari tipici, contro tutte le aziende alimentari del Paese? In altre parole dobbiamo aspettare che in Italia Conad, Coop, Esselunga e Carrefour prendano l’iniziativa?
A lei risulta che in Italia Coop, Conad, Esselunga (lasciamo stare Carrefour che sono francesi) spingano per avere il Nutri- Score? A me no. Quindi il problema nel nostro paese non si pone.
Io ho solo detto che se la ditta italiana Pinco Pallino SPA vuole vendere in Francia dove il Nutriscore è richiesto, vuole che non si uniformi a quel mercato per continuare i suoi profitti? Anche se al momento secondo il Reg 1169/11 una qualunque etichetta FOP ha carattere di volontarietà, lo metterebbe se in quel mercato è richiesto. Metterebbe anche il Key hole se vendesse in Danimarca e Svezia!
Speriamo di uscire dal provincialismo che ci vede sempre ultimi ad adottare misure intelligenti di tutela del nostro patrimonio … culturale direi (oltrechè alimentare). Il cibo spazzatura è un affronto alla nostra cultura, oltre che un danno evidente in tanti ambiti.
Per @Pinuccio, l’EFSA in realtà non ha mai espresso un giudizio negativo sul Nutriscore, anzi ha scritto il contrario. Quello che lei sostiene è la propaganda di Federalimentare che ha travisato il documento EFSA: https://bit.ly/3P2Tm91
@AntonioPratesi
Si vada a leggere il documento (e lo capisca) e lasci perdere Federalimentare.
EFSA non ha parlato male di nessun sistema tra quelli quelli proposti fino ad oggi, giudicandoli però tutti imperfetti.
Perché secondo EFSA nel rappresentare i profili nutrizionali di un alimento le basi di analisi si devono tenere conto dei Valori Dietetici di Riferimento ((Dietary Reference Values – DRVs), perciò è plausibile pensare – in linea generale – che i metodi basati su algoritmi e soglie sono, per definizione, distorti e imprecisi, ponendosi in rapporto a 100 g di prodotto. Ciò mette in discussione i sistemi a punteggio che a seconda di dove è impostata la soglia o di come è composto l’algoritmo, cambiano la valutazione complessiva del prodotto contenuto nell’imballaggio.
Federalimentare non ha ragioni per esultare ma ancora di meno ne hanno i partigiani del Nutriscore!
Ergo per me non è assolutamente necessario andare a mettere qualcosa sul FOP, dato che l’etichetta nutrizionale è già ampiamente chiara (come del resto fanno gli americani che se ne impippano di bollini, key hole e semafori!).
Tanto più aborro dall’idea che hanno i francesi – sempre loro! – di rendere obbligatorio un sistema: il loro e solo il loro.
C’è di buono che non essendo mutato il quadro politico sulle decisioni all’unanimità in seno alla UE, l’ITALIA porrà probabilmente il veto a qualunque sistema obbligatorio che fosse di parte e fuori da ogni logica.
Credo che in pratica risentiamo negativamente prodotti come ad esempio. Il Parmigiano Reggiano, dato che è evidente che in 100 grammi la quantità di grassi è superiore a quella di un qualsiasi formaggio molle, ma chi si sogna di consumarne 1 hg? El massimo la metà! Inoltre vogliamo paragonare i valori di calcio ed altri minerali?
Dunque più che una tabella di valori per peso standard bisognerebbe impostarne una per porzione media, credo.
Ma anche questa sarebbe opinabile…
Il Nutri Score serve per confrontare prodotti simili e non formaggi di diverse categorie (grana e mozzarella per esempio)
Buongiorno, ho letto che sia parmigiano e che il grana padano, alimenti salubri verrebbero penalizzati.
È così?
Tutti i formaggi duri con le caratteristiche del Grana Padano o del Parmigiano Reggiano si aggiudicano un etichetta a semaforo arancione per l’eccessiva quantità di grassi. Vuol dire che bisogna mangiarlo con parsimonia
Leonardo, quello che scrive è corretto, verranno avvantaggiati i formaggi spalmabili che contengono dosi massicce di grasso (rispetto all’apporto proteico) e zuccheri (zuccheri!), ma che si pregeranno di votazioni favorevoli in quanto, trattandosi di cibi ultraprocessati, possono essere riempiti di acqua (acqua! DOPPIO GUADAGNO PER CHI PRODUCE). A chi sostiene il Nutriscore non interessa che si mangeranno quantitativi superiori di spalmabile rispetto al Parmigiano Reggiano. In USA esiste una buona legislazione sulle dosi di consumo, ma qui nessuno vuole prenderle in considerazione.
Credo che sia condivisibile la sua considerazione più che il criterio del nutriscore ma purtroppo sarà questo ad avere la meglio…
Quindi il problema sono le quantità. Come viene parametrato il semaforo? Base 100 grammi o sulla quantità giornaliera consigliata. Perché in base al semaforo una coca zero è più salutare di una scalglia di parmigiano reggiano (alimento fondamentale per anziani e bambini). Perché poi la gente vede il semaforo rosso e non lo compra perché fa male. Non si sofferma a pensare il prodotto è rosso ma se ne mangio poco mi fa bene.
Il semaforo Nutri-Score è stato concepito per confrontare prodotti alimentari della stessa categoria. Quindi formaggi tipo grana con altri formaggi tipo grana e bibite zuccherate con altre bibite zuccherate
Non firmerò la petizione. Come ho scritto in precedenza, credo che il Nutriscore sia il migliore esempio di etichetta informativa. Purtroppo, non credo che contribuirà a ridurre il consumo di cibri ultraprocessati. Per raggiungere questo obiettivo, ci vuole un bollino (esagono, ottagono etc) nero con la scritta STOP, sistema adottato in molti paesi dell’America Latina e dimostratosi efficace nel ridurre il consumo di cibi ulraprocessati. Se la redazione del Fatto Alimentare avrà voglia di leggere questo report di Public Eye (https://stories.publiceye.ch/en/nestle-mexico/), troverà a un certo punto la spiegazione del perchè Nestlé (e la Svizzera) preferirebbero il Nutriscore al bollino nero.
Anche il Nutriscore potrà avere una cornice nera per indicare gli alimenti ultraprocessati:
https://ilfattoalimentare.it/etichetta-semaforo-nutri-score-nova-biologico-prodotti-alimentari.html
https://www.greatitalianfoodtrade.it/etichette/nutriscore-si-aggiunge-il-segnale-sui-cibi-ultraprocessati
Anche la cornice nera…
Alla faccia dell’immediatezza del messaggio del Nutriscore e delle critiche al, per me, chiarissimo Nutrinform Battery che NON ritengo in assoluto una etichetta volutamente incomprensibile per il consumatore.
Per @Roberto: la cornice nera attorno all’etichetta Nutriscore è chiarissima come grafica e come messaggio e risolve alla radice tutte le obiezioni al Nutriscore di favorire prodotti ultraprocessati.
Quanto alla “chiarezza” del NutriInform Battery (ribattezzata “Dis-Inform Battery”) consiglio di leggere questi articoli e commenti sottostanti:
https://bit.ly/3yjlZYN
https://bit.ly/3ajtGWX
https://bit.ly/3P2Tm91
Gentile @Antonio Pratesi, in uno dei link da lei citati, c’è per prima una mia risposta che confermo:
Dall’articolo: “insomma, era difficile inventarsi una grafica con una logica così complessa e contorta.”
Per me, leggere la Nutrinform battery non è affatto complicato e contorto: valori riferiti ad una porzione e non a 100 g (chi è che si mangia 100 g di olio o 100 g di burro!?) e rapporto dei nutrienti con la dose massima giornaliera.
Ricordo bene il Suo commento cui non ho replicato perché la risposta c’era già in un mio commento precedente ( https://bit.ly/3P6vxgO ) che qui copio e incollo:
” E’ già specificato tutto in questo articolo: https://bit.ly/3JgtZgH
Se non si confrontano alimenti con pesi uguali 1) non si riesce a comprendere le caratteristiche nutrizionali intrinseche di un gruppo alimentare (quindi 2) non si riesce neppure a memorizzarle) e 3) non si riesce a confrontare gruppi alimentari che possono essere sostituiti tra loro come il pane, i biscotti, le merendine, i dolci, i cereali da colazione …
Il fatto di riferirsi a porzioni diverse (che poi non vengono necessariamente rispettate dal consumatore) è in realtà un punto debole della Nutrinform Battery che crea solo una gran confusione … (un turbinio di numeri che stordiscono …)
Ho testato la Nutrinform Battery con decine e decine di pazienti: alcuni con alta scolarità o con la passione per i numeri (studenti di medicina, laureati in fisica, laureati in biologia con dottorato, informatici) la trovano molto stimolante ma rimane comunque difficile esprimere un giudizio di sintesi complessivo sull’alimento considerato (per questo servono i colori). Purtroppo la stragrande maggioranza dei pazienti la trova di difficile comprensione e non capisce neppure a cosa serva …
Comunque consigliamo a tutti (insegnanti o nutrizionisti) di scaricare il dossier sul Nutri-Score e di usare le immagini presenti per testare le 2 etichette tra i loro studenti o pazienti: https://bit.ly/3jtScWF … così possono vedere qual è la realtà.
Lo capisce anche un bambino che la Nutrinform Battery non serve a nulla per il consumatore ma serve al business! https://bit.ly/3JgtZgH “
Non firmerò la petizione, perché ritengo che l’etichetta Nutri-Score sia fuorviante, perché parla di quantità arbitrarie (difficilmente si possono mangiare 100 g di parmigiano in una volta sola, ma certamente si può farlo con un formaggio spalmabile), perchè nessuno andrà a controllare i valori tra prodotti analoghi, ma si limiterà a dire che l’etichetta è arancione o rossa e quindi non va comprato quel prodotto, perché ritengo favorisca molto la vendita di prodotti ultraprocessati, di pertinenza delle grandi aziende alimentari, ecc. ecc. La campagna a favore del Nutri-Score non mi pare giustificata, soprattutto per un paese (il nostro) che vanta un indiscusso ed altissimo livello in campo alimentare.
Più scrivete su questo argomento e più il vostro profilo diventa chiaro.
Potete pubblicare l’articolo di G.Caprotti (https://www.giuseppecaprotti.it/alle-origini-del-nutriscore-i-nuovi-obiettivi-di-unilever/) e fate capire agli altri lettori chi trae giovamento da questa riforma. Grazie.
A me ricorda tanto il topino da laboratorio, che riceve un “bip” e si accende la lucina rossa quando sbaglia scelta, mentre quando fa la scelta accettata riceve il bonbon con la lucina verde.
E’ già antipatico sentirsi chiamare “consumatori”, sembriamo idrovore che aspirano tutto quello che hanno davanti, ma evidentemente ci stanno trattando da idrovore e ora aggiungono nell’algoritmo di funzionamento il “se sì=verde, se no=rosso”, in modo da farci aspirare solo le merci stabilite.
Ma secondo voi se uno dice al bambino “Mangia, che diventi grande, mangia, mangia, che ti fa bene”, compiacendosi del bambino rubicondo, magari come tutti in famiglia, si fermerà solo perché vede in etichetta il semaforino? Oppure darà al piccoletto porzioni abnormi di cibi con semaforo verde, perché non diventi comunque per essere sano deve “essere in carne”!
Al massimo si scoraggerà l’ipocondriaco, che eliminerà di botto formaggi e condimenti col bollino rosso!
E se il bambino è un tantino inappetente, i genitori lo nutriranno anche con cibi a bollini strarossi, pur di vederlo mangiare.
L’alimentazione è molto più complessa di un semaforo, così come finora è stato complesso l’essere umano, che non agisce (almeno finora) per codici binari, né può essere valido per tutti uno stesso regime alimentare, che dipende da molti fattori, non ultimo quello culturale, dove a volte un cibo “sano e bilanciato” è percepito come roba da malati, da persone con “grilli per la testa”, da anoressici o da snob. Se poi passiamo agli adolescenti, bombardati di pubblicità e mode, attratti da cibi “proibiti” ma volutamente fabbricati per essere gustosi e stuzzicanti, sarà addirittura un gioco sfidare i semafori rossi, così come i brontolii dei genitori, nel desiderio di autonomia dato dall’età.
E ancora, spesso la spesa è fatta di corsa, come quasi tutte le attività quotidiane, si va sui cibi noti, “tradizionali”, conosciuti, qualunque cosa venga aggiunta in quelle bizzarre etichette che “chissà perché ogni tanto le cambiano un po'”.
Insomma, un supermercato non è una biblioteca, dove uno va per leggere. La cultura si fa altrove, altre sono le sedi per imparare cosa è meglio per noi, come singoli, come gruppo familiare, come società.
Ah, e cosa “consumare”.
Cordiali saluti,
Daniela
Essere contrari al NutriScore non significa essere dalla parte delle lobby dell’agro-alimentare ma solo ritenere che non si possa valutare un alimneto a prescidenre dalla porzione e da quanto se ne ingerisce. Il Nutrinform battery mi dice quanto apporta una porzione di un dat alimento e mi pare più utile del NutriScore.
La classificazione ABCDEF va bene per gli eletrodomenstici, il cui consumo si valuta indipendentemente dagli altri apparecchi presenti in casa, ma non funziona per un alimento, che è inserito in una dieta con porzioni variabili.
Confrontiamoci sui numeri, senza pensare che se uno non è dalla nostra parte, allora dev’essere per forza pagato da una lobby.