Una festa a tema, una vera e propria sagra per proporre alimenti e snack a base di insetti: è l’iniziativa organizzata da Small Giants – la startup creata quattro anni fa a Londra da due italiani, Francesco Majno e Edoardo Imparato – che ha organizzato l’incontro a Milano, a ottobre, per farsi conoscere e, presumibilmente, superare le resistenze di chi non comprerebbe un alimento a base di insetti ma è disposto ad assaggiarlo se gli viene offerto. Come abbiamo fatto noi, per riferire di questa esperienza ai nostri lettori. “Chi decide quali alimenti sono tradizionali? Molti cibi prima di entrare nella nostra dieta sono stati rifiutati, pensiamo ai pomodori – osserva Majno, ricordando come al di fuori dell’Europa oltre due miliardi di persone consumino abitualmente vari tipi di insetti, – senza contare quelli che mangiamo involontariamente perché si trovano nella verdura o in altri alimenti”.
L’azienda ha mosso i primi passi nell’Inghilterra della Brexit a causa del divieto di commercializzare prodotti a base di insetti imposto all’epoca dall’Europa, ma in seguito alle prime autorizzazioni si è trasferita a Milano. “La scelta è stata quella di semplificare l’iter burocratico importando la materia prima, soprattutto farine di Acheta domesticus (grillo) e Tenebrio molitor (larva di tarma della farina) prodotte in Olanda o in Vietnam”, osserva Majno.
I prodotti a base di insetti di Small Giants
L’idea è di normalizzare il consumo di insetti usando le farine come ingrediente per aumentare il valore proteico di pasta, cracker, burger vegetali o biscotti, ma è anche possibile acquistare la farina per arricchire preparazioni casalinghe. Anche se curiosamente, osserva Majno, “uno dei prodotti che ha ottenuto più successo sono gli insetti interi, larve della farina aromatizzate proposte come snack”. Che abbiamo voluto provare: superata l’iniziale difficoltà, si tratta di uno snack croccante e gustoso, anche se forse troppo ricco di sale (2%), che contiene il 50% di proteine.
Più accessibili gli altri alimenti, offerti ai partecipanti all’incontro con la collaborazione di Entonote, un’associazione che promuove il consumo di insetti come alimenti sani e sostenibili. La pasta condita con pesto alla trapanese somiglia a una normale pasta integrale, e così i biscotti usati come base per un crumble di frutta e i cracker aromatizzati ai gusti di paprika, rosmarino e origano che contengono il 15% di farina di grillo (e il 20% di proteine). E i burger? “Aggiungere farina di insetti – in questo caso si tratta di larve della farina – non serve solo a dare sapore, ma anche a rendere più completo l’apporto proteico del burger vegetale”, spiegano le responsabili di Entonote, la biologa Giulia Maffei e la food designer Giulia Tacchini. E a vedere le facce soddisfatte dei partecipanti sembra che davvero non ci siano problemi.
Gli aspetti nutrizionali
Gli insetti sono molto completi da un punto di vista nutrizionale: ricchi di proteine, ferro, calcio, vitamine e altri nutrienti: 100 g di grillo, si legge sul sito di Entonote, contengono 77 g di proteine, 5,5 g di grassi, 5,1 g di carboidrati, 78,8 mg di calcio, 185,3 mg di fosforo e 9,5 mg di ferro. Sono apprezzati dagli sportivi per il loro alto valore proteico e si trovano presso alcune palestre di arrampicata o tramite Cortilia e Glovo e in alcuni punti vendita della grande distribuzione.
A spingere i fondatori di Small Giants a investire nel settore – e molti consumatori a seguirli – c’è il ridotto impatto ambientale, assai più contenuto rispetto ad altre fonti di proteine animali in termini di consumo di risorse e produzione di gas che contribuiscono all’effetto serra. Secondo dati Fao per produrre un chilo di proteine di carne bovina occorrono duecento metri quadri di terreno, per suini e polli ne servono rispettivamente quarantacinque o cinquanta, ma per i grilli ne bastano quindici, e anche il consumo di acqua per grammo di proteine è di 112 litri per i bovini ma solo di 23 litri per gli insetti.
Insetti ancora costosi e poco diffusi
Certo, per ora non si tratta di prodotti economici e contrariamente a quanto pensano molte persone la materia prima è costosa. “Il settore si sta sviluppando adesso e bisogna partire dal presupposto che la farina di grillo è un ingrediente pregiato perché contiene l’80% di proteine”. “Per grossi quantitativi – osserva Majno – noi otteniamo prezzi intorno ai 25 €/kg. Vuol dire che un pacco di pasta da 250 grammi (consigliato per tre porzioni) costa € 3,50, una confezione di cracker sui due euro. Non è molto, se li paragoniamo con le fonti proteiche tradizionali, o alla pasta a base di legumi che negli ultimi anni si trova anche al supermercato”.
Secondo i dati forniti dall’azienda, al momento i consumatori sono soprattutto maschi tra i ventiquattro e i quarant’anni, residenti in grandi città e motivati dalla preoccupazione per l’ambiente e dall’esigenza di consumare meno carne. Gli ultimi indici disponibili parlano di una crescita del 233% rispetto al 2023. Mediamente l’azienda totalizza 500 ordini al mese sul sito di e-commerce, oltre agli altri canali. Forse la piccola rivoluzione degli insetti commestibili è cominciata davvero.
© Riproduzione riservata Foto: Small Giants
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giornalista scientifica
Non vi vergognate a fare propaganda di un alimento che non dà la minima garanzia a chi non ha gli enzimi per digerire, metabolizzare questi “alimenti”. Qualcuno si è già spinto a dire che la parte coriacea di questi animali potrebbe generare, COME MINIMO le medesime intolleranze alimentari di gamberetti e crostacei. Dobbiamo davvero “inchinarci” sempre al business del Grande Capitale e soddisfare sogni suo investimento, razionale o folle che sia? Mangiare meno carne, va bene, ma patto che ciò che si mangia, carne o vegetali – molto meglio questi ultimi – siano SANI, biologici, non OGM… Per questo bisogna informare, sensibilizzare le persone. Un negozio che venda questi “escrementi” per me ha chiuso prima ancora di aprire…
Il Grande Capitale degli insetti? Si tratta di uno gruppo di piccole imprese. Allergie agli insetti come quelle dei gamberetti. Se è così quale problema c’è?
Nessun alimento dà garanzie, neanche una semplice tazza di latte…il resto sono pregiudizi culturali, l’Europa è l’unico continente in cui gli insetti non fanno parte della dieta. Adesso chi vuole provarli lo può fare, io l’ho fatto e per quanto mi riguarda la prova è più che soddisfacente. È una questione di scelta, e di gusto.
come scrivono molti attività bio ed equosolidali noi gli insetti li lasciamo volare liberi di riprodursi non di essere marketing,se si pensa che abbiamo perso oltre il 75% della biodiversità e gli impollinatori sono ad alto rischio di estinzione, come disse Einstein:un mondo senza api dura 4 mesi.
Si tratta di insetti allevati che non vengono sottratti alla natura.
C’è chi è pro,c’è chi è contro, mentalità, etica, si può parlare all’infinito, senza un risultato, tutto qui.
C’è chi cita dati: le specie di insetti commestibili autorizzate in Italia sono quattro, non ci sono – ovviamente, direi-le api, ci sono tarme della farina e grilli che sono quelle utilizzate da Small Giants più un’altra varietà di larve e cavallette. E sono ovviamente allevate, anche per ragioni igieniche.