Concetto di fast food e alimentazione malsana - primo piano di hamburger o cheeseburger, anelli di calamari fritti, patatine fritte hotdog e patatine fritte su tavolo di legno vista dall'alto junk food cibi alimenti ultra processati

Cosa rende così irresistibile quel sacchetto di patatine gusto pizza? Perché, anche se ci siamo rimpinzati, alla fine di un pranzo luculliano troviamo sempre spazio per il dolce? Cosa accomuna un gelato alla vaniglia del Madagascar, con salsa al caramello salato e pezzi di biscotto, e i social network? La risposta sta nei ‘superstimoli’, una combinazione di caratteristiche sensoriali che le aziende sfruttano per spingerci a mangiare ancor un po’, bere ancora un po’, stare attaccati a uno schermo ancora un po’. E Ancora un po’ è proprio il titolo del libro, edito da Sonzogno, in cui Nicklas Brendborg, biologo molecolare danese e dottorando all’Università di Copenaghen, prova a spiegarci i meccanismi biologici e cerebrali alla base di questi fenomeni.

Ultra processati e superstimoli

Le multinazionali del cibo, infatti, sono diventate bravissime a manipolare i meccanismi naturali dell’appetito per spingerci a consumare sempre di più. Come? Sfruttando la nostra innata preferenza per gli alimenti ricchi di zucchero, grassi e sale, che non a caso sono prevalenti nella maggior parte dei cibi ultra processati. Ma non finisce qui: c’è un altro istinto naturale che gioca a nostro sfavore, e cioè quello che ci porta a ricercare la varietà, per soddisfare i nostri fabbisogni. Questa aspetto è stato sfruttato sia aumentando a dismisura i gusti degli snack disponibili sul mercato – pensiamo alle patatine gusto classico, paprika, pizza, cipolla, pollo arrosto e così via – sia creando prodotti molto complessi, come il già citato gelato vaniglia, caramello salato e biscotti.

Ancora un po' Nicklas Brendborg Sonzogno 2025

Tutto questo ha creato l’ambiente obesogeno in cui viviamo. Siamo infatti circondati da migliaia di prodotti ultra processati superstimolanti, ricchi di zuccheri, grassi e/o sale, spesso declinati in un numero sempre crescente di gusti e varietà, perfettamente formulati per soddisfare i nostri sensi. Ed è così che ci ritroviamo a riempire carrello, dispensa e pancia di cibi e bevande di cui non abbiamo bisogno: ecco servita l’epidemia di obesità e malattie croniche.

Cosa fare, quindi? Secondo l’autore, occorre avviare una de-esclation. Dato che pare improbabile un cambio di rotta dell’industria, tocca a noi scegliere cibi più semplici e genuini, con meno zuccheri, grassi e sale. Con il tempo, infatti, anche dopo decenni di assuefazione ai gusti extra-ricchi dei prodotti ultra processati, ci si riabitua ai sapori semplici. Non è facile, per alcuni sembra impossibile. Per questo l’autore ritiene positiva la diffusione dei farmaci agonisti del recettore del GLP-1, come Ozempic, che considera un’arma contro gli effetti dei superstimoli. Occorre precisare, però, che Brendborg è membro del Novo Nordisk International Talent Program e vincitore della Novo Scolarship: proprio quella Novo Nordisk che produce l’Ozempic…In ogni caso è un libro da leggere.

Ancora un po’ – Come la scienza manipola i nostri istinti e i nostri consumi. Di Nicklas Brendborg. Sonzogno Editore, 2025. 272 pagine. 18 euro.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Sonzogno

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gianni
gianni
14 Marzo 2025 13:39

Non so veramente cosa dire di sensato di fronte a queste confessioni…………l’unico consiglio è di rifugiarsi decisamente nei cibi naturali, non come parziali integratori di dieta ma come componenti esclusivi di tutta la alimentazione.
Se questa è scienza io la rifiuto decisamente, sono solo imbrogli.

Tob
Tob
15 Marzo 2025 05:10

Ottimo. Io è da sempre, che ho schivato questa forma di vizio. Perché mia madre da medico indicava sempre tutto ciò come “schifezza”, e mai comprandone. Certo è capitato di mangiarne negli anni alle feste altrui ed eventi simili, o in viaggio, ma dato che non entrava mai nella dieta quotidiana di famiglia, non ci è mai installato il vizio. Il massimo che mi concedo è viennoiserie (detesto i biscotti) la nostra dispensa è principalmente composta da “fondamentali” e anche se ospita anche preparati in scatola, sono per lo più dei cimeli semidimenticati che forse vengono aperti quando ci capita di notare che sono vicini alla scadenza…

Stefi
Stefi
17 Marzo 2025 21:46

molto fuori tema, lo so, però ancora non ho ben afferrato il concetto di cibo ultraprocesssato …
OK, le patatine al sapore di pollo arrosto sono cibo ultraprocesssato; stando però alla definizione – sempre che non abbia capito male – sarebbe cibo ultraprocesssato anche l’arrosto alla piemontese (che di quando in quando faccio, con gran piacere del mio compagno) o, peggio, l’insalata capricciosa la cui realizzazione curo maniacalmente partendo da ingredienti accuratamente selezionati (sempre con gran piacere del mio compagno) o, per dirne un’altra, la pizza della cui preparazione ormai sono un esperto.

Immagino di aver capito male ma se più di 3 ingredienti e lunga cottura= cibo ultraprocesssato, allora tutto è cibo ultraprocesssato e non ci rimane altro che il buon, vecchio e proverbiale pane e cipolla (che fa anche risparmiare ).

Valeria Nardi
Reply to  Stefi
18 Marzo 2025 10:02

Gentilissima, al momento non esiste una definizione universalmente riconosciuta. Una molto diffusa e abbastanza autorevole deriva dal sistema di classificazione degli alimenti suddiviso in quattro gruppi, chiamato NOVA, basato sul livello di trasformazione:

Gruppo 1 – Alimenti non trasformati o minimamente trasformati (frutta, verdura, uova, carne, latte, ecc.)
Gruppo 2 – Alimenti elaborati in cucina con lo scopo di prolungarne la durata di conservazione. In pratica si tratta d’ingredienti da impiegare in cucina come grassi, erbe aromatiche, ecc. da tenere in barattoli o frigorifero per poterli successivamente impiegare.
Gruppo 3 – Alimenti trasformati. Sono gli alimenti ottenuti unendo alimenti dei gruppi 1 e 2 per ottenere i tanti prodotti alimentari di uso domestico (pane, marmellate, ecc.) formati da pochi ingredienti
Gruppo 4 – Alimenti ultra-trasformati. Sono quelli che utilizzano molti ingredienti compresi additivi alimentari che migliorano la palatabilità, materie prime elaborate (grassi idrogenati, amidi modificati, ecc.) e ingredienti che raramente si usano nella cucina casalinga come le proteine della soia o la carne separata meccanicamente. Questi alimenti sono di derivazione prevalentemente industriale e sono caratterizzati da una buona gradevolezza e dal fatto di poter essere conservati a lungo.

Gina
Gina
7 Aprile 2025 11:27

“Occorre precisare, però, che Brendborg è membro del Novo Nordisk International Talent Program e vincitore della Novo Scolarship: proprio quella Novo Nordisk che produce l’Ozempic…”
E allora perchè pubblicizzare questo libro?

Se volete leggere e far leggere un libro con solide basi scientifiche, senza conflitti di interesse e con un linguaggio divulgativo adatto anche ai “non addetti ai lavori” suggerisco CIBI ULTRA PROCESSATI (Vallardi editore 2023) di Chris van Tulleken che vanta un curriculum inattaccabile.
Da leggere!

Valeria Nardi
Reply to  Gina
7 Aprile 2025 11:48

Gentilissima, non lo “pubblicizziamo” lo abbiamo recensito e la collaborazione è esplicitata. Il libro che suggerisce lo abbiamo recensito: https://ilfattoalimentare.it/cibi-ultra-processati-il-bestseller-che-ha-fatto-scoprire-al-mondo-gli-ultra-trasformati.html e lo avevamo recensito prima ancora che fosse pubblicato in italiano: https://ilfattoalimentare.it/alimenti-ultra-trasformati-riconoscerli-trovare-alternative.html

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