
Un lettore ci segnala che “silenziosamente e un po’ alla volta, diverse aziende e supermercati stanno reintroducendo l’olio di palma nelle ricette dei loro prodotti” ed evidenzia il caso di una crema alle nocciole firmata Esselunga e di alcuni biscotti Ikea. Entrambi hanno reintrodotto l’olio tropicale che presenta diverse criticità: ha un contenuto di acidi grassi saturi elevato (simile a quello del burro) e di sostanze nocive, che si formano durante la raffinazione, dieci volte superiori rispetto a quella degli altri oli vegetali. C’è poi l’aspetto qualitativo: l’olio di palma è un prodotto decisamente mediocre, tanto che è l’unico olio non venduto nei supermercati proprio perché considerato inadatto all’uso in cucina domestica. Ha però un grosso vantaggio per l’industria: il prezzo è decisamente inferiore rispetto agli altri oli. Forse anche per questo motivo figura al secondo posto dopo lo zucchero nella lista degli ingredienti della Nutella Ferrero.
La lettera sul ritorno dell’olio di palma
Buongiorno, volevo segnalarvi una scorrettezza da parte di Esselunga. Quando voi avete cominciato la battaglia contro l’olio di palma, Esselunga, nella figura di Bernardo Caprotti, è stata una tra i primi a appoggiare la vostra petizione e a impegnarsi a sostituire il malsano olio di palma con altri olii più sani e sostenibili per l’ambiente. Vedi vostro articolo Esselunga ha iniziato a togliere l’olio di palma dalla maggior parte dei prodotti da forno.
Io ho apprezzato molto l’impegno di Esselunga e ho cominciato ad acquistare i loro prodotti con più fiducia. Ma proprio l’altro giorno acquistando la loro crema spalmabile (vedi foto) ho scoperto uno spiacevole cambio di direzione. La nuova crema è riproposta con una nuova veste grafica, ma nello stesso tempo ha reintrodotto il malsano olio ricco di grassi saturi. Naturalmente ho cambiato immediatamente prodotto, deluso sopratutto da questo loro cambiamento di bandiera. Esselunga si era così impegnata, e ora sembra essere tornata al calcolo del profitto a scapito della salute dei consumatori e del nostro pianeta!
Ho riscontrato la stessa cosa anche con i prodotti Ikea. All’epoca la nota azienda svedese si impegnò a togliere questo olio dai loro prodotti, per reintrodurlo dopo pochi anni (n.d.r. i biscotti Kekse e Kafferep, ad esempio contengono olio di palma).
L’olio di palma è stato una moda passeggera
Vi segnalo questi due brand che hanno ripreso a utilizzare un prodotto così discusso, ma ce ne sono molti altri, dai dadi ai biscotti, alle merendine… Mi viene quasi da pensare che quella dell’olio tropicale sia stata una moda passeggera, e che i profitti, per alcuni produttori, abbiano avuto la meglio sulla qualità. Come mai invece un’azienda come Barilla è tutt’oggi ferma sulla decisione di aver tolto questo grasso malsano da tutti i prodotti? Io non voglio essere un’esperto ma basta vedere una tabella dei grassi saturi nell’olio di palma per capire che implicazioni può avere sulla nostra salute! Io farò del tutto per evitare questo ingrediente dalla mia dieta!
Davide F.
La risposta di Esselunga…
In merito alla segnalazione del lettore relativa alla crema alle nocciole, desideriamo informare che la scelta di reintrodurre l’olio di palma utilizzando in particolare l’olio certificato RSPO è stata presa a seguito di una valutazione che ha tenuto conto di numerosi fattori, tra i quali il gusto e la cremosità del prodotto e la sostenibilità ambientale.
La certificazione RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil) garantisce che l’olio sia stato ottenuto senza danneggiare le condizioni di vita delle comunità e la biodiversità del luogo di produzione.

Inoltre, il livello di certificazione RSPO dell’olio di palma contenuto nella nostra crema a marchio è il Segregated (SG): questo significa che viene segregato, ossia tenuto fisicamente separato dal convenzionale olio di palma lungo tutta la filiera produttiva. Questo elevato livello di certificazione ne assicura la piena tracciabilità, dalle piantagioni fino allo stabilimento di produzione, ed è per questo uno dei più stringenti livelli di certificazione a livello mondiale.
Per quanto riguarda gli aspetti inerenti alla salute legati all’impiego di olio di palma per la presenza di eventuali contaminanti quali i Glicidil Esteri, in seguito alla pubblicazione nel 2016 di un parere dell’EFSA è stato fissato un preciso limite di legge su questi contaminanti (Reg. CE 2018/290).
L’utilizzo di olio di palma permette di ottenere una migliore qualità sensoriale, maggiore viscosità e di conseguenza migliore spalmabilità della crema. Inoltre, quest’olio è inodore e insapore ed esalta l’aroma e il sapore di tutti gli altri ingredienti, in particolare delle nocciole e del cacao anch’esso ottenuto dalla nostra filiera sostenibile.
… e quella di Ikea
In Ikea crediamo che l’olio di palma coltivato in modo responsabile possa essere una materia prima sostenibile. Pertanto, ci impegniamo a garantire che l’olio di palma che utilizziamo nei prodotti a marchio Ikea sia coltivato e lavorato in modo responsabile, utilizzando olio certificato RSPO. Ikea è un membro attivo della Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), un’organizzazione multi-stakeholder la cui missione è fare in modo che l’olio di palma sostenibile diventi la norma”.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Esselunga, Fotolia
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Per me dovremmo mangiare tutti meno e meglio. Tutte giuste le battaglie, soprattutto quando ingredienti di scarsa qualità invadono la maggior parte dei prodotti sul mercato alimentare. Poi per quanto riguarda il cibo industriale chissene importa se contiene ingredienti scadenti, il punto è se ha senso riempirsi di merendine con olio di semi di girasole pensando di avere così la coscienza
a posto oppure evitare questo genere di alimenti sostituendoli con qualcosa di più sano, casereccio possibilmente ma non necessariamente meno sfizioso. Questione di abitudini. Se la scelta della merendina avverrà in maniera occasionale non sarà più un problema se conterrà più o meno grassi.
La risposta però è un manifesto del totale disinteresse verso la salute…che me ne frega che sia certificato, ok, meglio così…mi interessa non essere costretto ad ingerire molti più grassi saturi, c’è un limite di 20 grammi al giorno che non andrebbe superato…ma se tutte le aziende produttrici di prodotti industriali impiegassero l’olio di palma…sarebbe difficile stare dentro questi parametri.
Lo hanno tolto persino dalla patatine, ora lo reintroducono nella crema spalmabile…ma solo perché porta vantaggi a loro a livello economico perché costa meno e il prodotto si mantiene per qualche mese in più, così possono allungare la data di scadenza…tutte le loro risposte sono solo ipocrisia allo stato puro.
Il problema è che nel 2025 in un paese serio e in una Europa seria…ci vorrebbero delle leggi che obbligassero a rendere prevalente il valore salutistico su qualsiasi prodotto…persino le creme e gli snack ipercalorici…che già fanno male di loro…ma se utilizzi i migliori ingredienti possibili…riduci comunque i possibili danni…per fare in modo che anche un peccato di gola…sia più salutistico rispetto al passato, questo è il vero punto…solo la qualità del profilo nutrizionale dei singoli ingredienti può migliorare i prodotti.
Se mangiano la stessa quantità di crema posso ingerire solo 5 grammi di grassi saturi…perché devo ingerirne 10?…Non è difficile arrivare a capire che il punto è questo…fanno finta di non capirlo.
io continuo a controllare e l’olio di palma, di qualsiasi tipo, è negli ingredienti non compero il prodotto non è una buona scelta. Ora starò ancora più attenta. Esselunga e Ikea mi hanno molto deluso