
Negli ultimi anni, consumatrici e consumatori si sono abituati a trovare l’origine degli ingredienti su un numero sempre più alto di prodotti. Così, capita che si sorprendano quando la provenienza non è indicata in etichetta. È il caso di una lettrice che ci ha scritto perché non trova l’origine sui datteri Deglet Nour di Noberasco. Di seguito la lettera giunta in redazione e la risposta dell’azienda.
La lettera sull’origine dei datteri
Buongiorno,
ho recentemente acquistato una confezione di Viva i Datteri Deglet Nour Noberasco e mi sono accorta che non c’è da nessuna parte l’indicazione dell’origine dei datteri. Ho controllato tutta la confezione, ma l’unica indicazione presente è “alle porte del Sahara”… Non è obbligatorio scrivere l’origine? In altri supermercati ho notato che l’origine viene quasi sempre riportata.
Grazie, Stefania
La risposta di Noberasco
Il Regolamento (UE) n. 1308/2013 già prevedeva l’obbligatorietà di indicazione dell’origine per alcuni prodotti ortofrutticoli, tra cui la frutta secca e disidratata dei quali siamo produttori.
Dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il nuovo Regolamento Delegato (UE) 2023/2429, che integra il Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio e che introduce nuove norme di commercializzazione per il settore degli ortofrutticoli e alcuni prodotti trasformati a base di ortofrutticoli, aggiornando anche il tema dell’indicazione dell’origine in etichetta.
In questo aggiornamento, i datteri non sono stati investiti dall’obbligatorietà di cui sopra, motivo per cui questa informazione non è riscontrabile sul Viva i Datteri Deglet Nour.
La ringraziamo per averci resi partecipi del suo dubbio che ci dà l’occasione di condividere le nostre procedure per la realizzazione dei nostri prodotti.
Ufficio Assicurazione Qualità Noberasco
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos IA, inviate dalla lettrice
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Quindi, PRIMA il Regolamento UE del 2013 obbligava a mettere sulla confezione il paese di origine dei datteri.
ORA il nuovo Regolamento del 2023 ha tolto l’obbligo (ma perchè?) e quindi chi lo indicava, non lo fa più.
Secondo me un’azienda, in nome della trasparenza verso i consumatori, dovrebbe mettere sull’etichetta più informazioni possibili, che sia obbligata o meno.
Chissà se qualche azienda lo fa, venerdì darò un’occhiata ai datteri che vendono al super…
È la lobby israeliana! Visto il boicottaggio per protesta contro il tentativo di pulizia a etnica in corso a Gaza e nel west bank, molti importatori omettono la provenienza dei datteri ed evidentemente la lobby ha fatto pressione sulla UE perché questo fosse consentito. Io acquisto solo datteri certificati da Tunisia o Giordania
Questi ( Aldi ) sono israeliani , possono mangiarseli loro
Non è esattamente così.
Il regolamento UE n.1308/2013 stabiliva che quelle sul luogo di produzione e/o di origine, assieme ad altre informazioni, fossero obbligatorie solo per gli ortofrutticoli per i quali la Commissione avesse stabilito norme di commercializzazione specifiche, che erano
– mele
– agrumi
– kiwi
– lattughe, indivie ricce e scarole
– pesche e nettarine
– pere
– fragole
– peperoni dolci
– uve da tavola
– pomodori.
Il recente regolamento (UE) n.2429/2023 estende l’obbligo di indicazione del nome completo del paese di origine anche a
– frutta a guscio: nocciole, mandorle, noci, noci macadamia, noci pecan, pinoli, pistacchi e miscugli di noci tropicali e di altra frutta a guscio
– fichi secchi
– uve secche
– banane maturate sul territorio dell’Unione e banane essiccate
– funghi non coltivati
– capperi
– agrumi secchi
– zafferano.
Come si vede, l’obbligo non ha mai riguardato (e non riguarda) i datteri, che sono frutta secca, ma non frutta a guscio: è a quest’ultima che è stato esteso l’obbligo, mentre gli unici frutti secchi (non a guscio) per cui, al momento, è obbligatorio indicare l’origine sono fichi, uva, agrumi e banane.
Naturalmente ciò non toglie che l’informazione potesse (e possa) essere fornita a titolo volontario.
Non è obbligatorio mettere l’origine. Non è obbligatorio comprarli.
Questi sono israeliani ( scritto molto in piccolo )
grazie
Se non c’è l’ origine del prodotto, basta lasciarlo sullo scaffale.
Sono d’accordo l
Perfetto, la Noberasco non ha obbligo di legge di dirmelo, e io ho il gran piacere di non comprare nessuno dei suoi prodotti e di premiare la trasparenza di chi tratta meglio i clienti.
Sono d’accordo, la lobby israeliana è molto potente. Tanto potente da far scrivere alla Coop che i datteri palestinesi vengono prodotti dai Palestinesi e commercializzati dagli Israeliani …..e quindi i loro proventi sarebbero divisi fra di loro
MA VOI CREDETE ANCORA NELLE FAVOLE
Si ho letto anch’io questa bella storiella , mi dispiace per i coltivatori di qualsiasi religione o etnia , ma da tempo non compro più nulla che arriva da Israele , e in caso manchi l’indicazione dell’origine nel dubbio non compro
Questi li lascio sullo scaffale…della coop
Motivo in più per non acquistarli. Questa bellissima Europa che parla di tracciabilità bla bla. inoltre il prodotto in oggetto arriva extra UE, motivo in più per conoscere la provenienza. Evitiamoli.
Forse sono israeliani?
Non comprerò più prodotti noberasco. Non trovare l’origine del prodotto è una forma di mancanza di rispetto per il consumatore.
Il fatto che non sia obbligatorio non significa non sia possibile indicarlo. Se prima la indicavano e ora (appena potuto dalla legge) non lo fanno più, è lecito immaginare abbiano convenienza nel non farlo e magari poter liberamente sostituire i datteri provenienti da luoghi/coltivazioni più pregiate a fornitori meno pregiati di cui non sarebbe il caso di vantarsi.
Tanto più che la spiegazione fornita è molto giuridica/tecnica e si guarda bene di informare la lettrice sulla provenienza dei datteri acquistati.
Potremmo benissimo dirtelo, ma non siamo obbligati quindi non lo facciamo. Neanche se ce lo chiedi. Ma grazie per avercelo chiesto, davvero.
Fantastico.
Sì questo modo di fare e’ proprio una presa in giro.
Se hanno deciso di rifare l’etichetta omettendo un’indicazione di provenienza che non costava nulla è verosimile che vogliano deliberatamente tacerla.
Il che è per lo meno inquietante.
Dunque su le antenne!
Non è importante l’ origine ma è molto importante che ci siano controlli sugli antiparassitari ,atntimicotici,afflatossine presenti sui frutti che purtroppo sono molto a campione alle dogane e sui mercati di vendita e quindi poco affidabili
ha ragione però per alcune matrici in ingresso i campioni sono obbligatori, per altre vengono comunque fatte prima di distribuire la merce per evitare costi in caso di ritiro/richiamo del prodotto, oltre al danno d’immagine.
poi è vero che i campioni vengono fatti random ma anche in questo caso sono fatti con determinati criteri indicativi sullo stato delle merci che entrano in Ue o nei singoli paesi
Ho già rinunciato da anni a comprare noberasco per un fatto personale. Avevo acquistato noci del loro marchio e, pur essendo la scadenza lontana, erano rancide. Ho scritto all’ azienda e mi avevano assicurato che mi spedivano un altro pacchetto. Mai ricevuto!
Ci sono ditte che a fronte di una segnalazione chiedono dettagli (lotto, scontrino con data di acquisto, fotografie, codice s barre e chi più ne ha più ne metta) con insistenza e un po’ di diffidenza, promettendo certe volte sostituzioni o invii di omaggi che non arrivano. A onor de vero mi sono capitato anche casi ditte che esagerano con gli omaggi: una ditta modenese di confetture che contattai per un’eccessiva cottura della frutta (c’era solo il sapore dello zucchero caramellato) m’invio’ 20 vasetti di marmellata! Praticamente tutto il loro campionario.