Due piatti di legno ovali con datteri, circondati da frutta secca e foglie di menta

Negli ultimi anni, consumatrici e consumatori si sono abituati a trovare l’origine degli ingredienti su un numero sempre più alto di prodotti. Così, capita che si sorprendano quando la provenienza non è indicata in etichetta. È il caso di una lettrice che ci ha scritto perché non trova l’origine sui datteri Deglet Nour di Noberasco. Di seguito la lettera giunta in redazione e la risposta dell’azienda.

La lettera sull’origine dei datteri

Buongiorno,
ho recentemente acquistato una confezione di Viva i Datteri Deglet Nour Noberasco e mi sono accorta che non c’è da nessuna parte l’indicazione dell’origine dei datteri. Ho controllato tutta la confezione, ma l’unica indicazione presente è “alle porte del Sahara”… Non è obbligatorio scrivere l’origine? In altri supermercati ho notato che l’origine viene quasi sempre riportata.
Grazie, Stefania

Viva i Datteri Deglet Nour Noberasco lettera 03.2025

La risposta di Noberasco

Il Regolamento (UE) n. 1308/2013 già prevedeva l’obbligatorietà di indicazione dell’origine per alcuni prodotti ortofrutticoli, tra cui la frutta secca e disidratata dei quali siamo produttori.

Dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il nuovo Regolamento Delegato (UE) 2023/2429, che integra il Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio e che introduce nuove norme di commercializzazione per il settore degli ortofrutticoli e alcuni prodotti trasformati a base di ortofrutticoli, aggiornando anche il tema dell’indicazione dell’origine in etichetta.

In questo aggiornamento, i datteri non sono stati investiti dall’obbligatorietà di cui sopra, motivo per cui questa informazione non è riscontrabile sul Viva i Datteri Deglet Nour.

La ringraziamo per averci resi partecipi del suo dubbio che ci dà l’occasione di condividere le nostre procedure per la realizzazione dei nostri prodotti.

Ufficio Assicurazione Qualità Noberasco

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos IA, inviate dalla lettrice

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Paoblog
5 Marzo 2025 14:25

Quindi, PRIMA il Regolamento UE del 2013 obbligava a mettere sulla confezione il paese di origine dei datteri.

ORA il nuovo Regolamento del 2023 ha tolto l’obbligo (ma perchè?) e quindi chi lo indicava, non lo fa più.

Secondo me un’azienda, in nome della trasparenza verso i consumatori, dovrebbe mettere sull’etichetta più informazioni possibili, che sia obbligata o meno.

Chissà se qualche azienda lo fa, venerdì darò un’occhiata ai datteri che vendono al super…

Umberto
Umberto
Reply to  Paoblog
6 Marzo 2025 07:50

È la lobby israeliana! Visto il boicottaggio per protesta contro il tentativo di pulizia a etnica in corso a Gaza e nel west bank, molti importatori omettono la provenienza dei datteri ed evidentemente la lobby ha fatto pressione sulla UE perché questo fosse consentito. Io acquisto solo datteri certificati da Tunisia o Giordania

roberto pinton
roberto pinton
Reply to  Paoblog
6 Marzo 2025 11:30

Non è esattamente così.

Il regolamento UE n.1308/2013 stabiliva che quelle sul luogo di produzione e/o di origine, assieme ad altre informazioni, fossero obbligatorie solo per gli ortofrutticoli per i quali la Commissione avesse stabilito norme di commercializzazione specifiche, che erano
– mele
– agrumi
– kiwi
– lattughe, indivie ricce e scarole
– pesche e nettarine
– pere
– fragole
– peperoni dolci
– uve da tavola
– pomodori.

Il recente regolamento (UE) n.2429/2023 estende l’obbligo di indicazione del nome completo del paese di origine anche a
– frutta a guscio: nocciole, mandorle, noci, noci macadamia, noci pecan, pinoli, pistacchi e miscugli di noci tropicali e di altra frutta a guscio
– fichi secchi
– uve secche
– banane maturate sul territorio dell’Unione e banane essiccate
– funghi non coltivati
– capperi
– agrumi secchi
– zafferano.

Come si vede, l’obbligo non ha mai riguardato (e non riguarda) i datteri, che sono frutta secca, ma non frutta a guscio: è a quest’ultima che è stato esteso l’obbligo, mentre gli unici frutti secchi (non a guscio) per cui, al momento, è obbligatorio indicare l’origine sono fichi, uva, agrumi e banane.
Naturalmente ciò non toglie che l’informazione potesse (e possa) essere fornita a titolo volontario.

Tonino Riccardi
Tonino Riccardi
5 Marzo 2025 14:48

Non è obbligatorio mettere l’origine. Non è obbligatorio comprarli.

Stefano
Stefano
6 Marzo 2025 07:38

Se non c’è l’ origine del prodotto, basta lasciarlo sullo scaffale.

Giuseppina
Giuseppina
Reply to  Stefano
10 Marzo 2025 10:28

Sono d’accordo l

Claudia
Claudia
6 Marzo 2025 14:42

Perfetto, la Noberasco non ha obbligo di legge di dirmelo, e io ho il gran piacere di non comprare nessuno dei suoi prodotti e di premiare la trasparenza di chi tratta meglio i clienti.

Vittoria
Vittoria
Reply to  Claudia
7 Marzo 2025 08:18

Sono d’accordo, la lobby israeliana è molto potente. Tanto potente da far scrivere alla Coop che i datteri palestinesi vengono prodotti dai Palestinesi e commercializzati dagli Israeliani …..e quindi i loro proventi sarebbero divisi fra di loro
MA VOI CREDETE ANCORA NELLE FAVOLE

Alfonso
Alfonso
6 Marzo 2025 16:04

Motivo in più per non acquistarli. Questa bellissima Europa che parla di tracciabilità bla bla. inoltre il prodotto in oggetto arriva extra UE, motivo in più per conoscere la provenienza. Evitiamoli.

Cino
Cino
6 Marzo 2025 19:40

Forse sono israeliani?

Luciano
Luciano
6 Marzo 2025 20:10

Non comprerò più prodotti noberasco. Non trovare l’origine del prodotto è una forma di mancanza di rispetto per il consumatore.

Matteo
Matteo
6 Marzo 2025 21:12

Il fatto che non sia obbligatorio non significa non sia possibile indicarlo. Se prima la indicavano e ora (appena potuto dalla legge) non lo fanno più, è lecito immaginare abbiano convenienza nel non farlo e magari poter liberamente sostituire i datteri provenienti da luoghi/coltivazioni più pregiate a fornitori meno pregiati di cui non sarebbe il caso di vantarsi.
Tanto più che la spiegazione fornita è molto giuridica/tecnica e si guarda bene di informare la lettrice sulla provenienza dei datteri acquistati.

Batman
Batman
7 Marzo 2025 02:16

Potremmo benissimo dirtelo, ma non siamo obbligati quindi non lo facciamo. Neanche se ce lo chiedi. Ma grazie per avercelo chiesto, davvero.

Fantastico.

Anna gagliano
Anna gagliano
Reply to  Batman
9 Marzo 2025 17:29

Sì questo modo di fare e’ proprio una presa in giro.

Roberto
Roberto
7 Marzo 2025 16:56

Se hanno deciso di rifare l’etichetta omettendo un’indicazione di provenienza che non costava nulla è verosimile che vogliano deliberatamente tacerla.
Il che è per lo meno inquietante.
Dunque su le antenne!

Raffaelee
Raffaelee
7 Marzo 2025 22:35

Non è importante l’ origine ma è molto importante che ci siano controlli sugli antiparassitari ,atntimicotici,afflatossine presenti sui frutti che purtroppo sono molto a campione alle dogane e sui mercati di vendita e quindi poco affidabili

paolo
paolo
Reply to  Raffaelee
10 Marzo 2025 07:46

ha ragione però per alcune matrici in ingresso i campioni sono obbligatori, per altre vengono comunque fatte prima di distribuire la merce per evitare costi in caso di ritiro/richiamo del prodotto, oltre al danno d’immagine.
poi è vero che i campioni vengono fatti random ma anche in questo caso sono fatti con determinati criteri indicativi sullo stato delle merci che entrano in Ue o nei singoli paesi

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