
Ogni tanto riaffiora l’annosa questione della scarsa conoscenza di nozioni nutrizionali e dei rischi legati all’alcol tra molti medici: questo accade perché il percorso formativo in Medicina e Chirurgia non prevede corsi di nutrizione umana. Una mancanza sottolineata anche da un nostro lettore, medico anestesista, che qualche tempo fa ha scritto alla redazione, e che li lascia vulnerabili a manipolazioni e falsi miti (un problema che abbiamo affrontato in questo articolo).
La lettera su medici e alimentazione
Sono un medico anestesista con interesse particolare verso metabolismo e nutrizione in area critica e nel paziente sano. Premetto che mi sono laureato nel 2008. Non conosco lo stato attuale degli ordinamenti ministeriali universitari per medicina e chirurgia, ma fino al 2008 non era previsto alcun esame di nutrizione umana durante il corso di laurea.
Questa è, ovviamente, una grande pecca in quanto si è demandato tutto ai dietisti e ai biologi nutrizionisti e quindi, eccezion fatta per i pochi medici specialisti in scienza dell’alimentazione, i medici della mia generazione non ne sanno assolutamente nulla. Ci si basa su pochi concetti appresi agli esami biochimica e fisiologia e, forse, a malattie dell’apparato digerente. Chi, come me, ha poi approfondito l’argomento con un master universitario – pagato profumatamente – è un’eccezione. Bisognerebbe studiare queste cose prima della laurea.
Ho usato queste parole in risposta a un vostro post. Vorrei chiedevi se credete possibile ‘sensibilizzare’ l’ambito ministeriale a tal proposito. Ci si potrebbe fare portavoce di questa necessità formativa? Credo che basti poco per controllare gli ordinamenti attuali e cercherò di farlo.
Alessandro Balnelli – medico anestesista
© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock
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Mi chiedo se sia logico che il medico di base dica ad una paziente con il colesterolo alto e che chiede cosa mangiare e cosa no, le dica di guardare su Internet ovvero di fare proprio quello che in genere i medici dicono di non fare.
Non posso che essere d’accordo. Sono papà di un bambino di quasi due anni ed ho avuto modo di appurare che buona parte dei pediatri, è assolutamente impreparata ad affrontare i temi della nutrizione nell’età evolutiva. Concetti come sciogliere il biscottino nel latte o dare al bambino lo yogurt industriale alla frutta, alla luce delle evidenze scientifiche, andrebbero superati una volta per tutte.
assolutamente d’accordo. mi capita a volte di dover “aggiornare” o “correggere” dei medici sui ruoli di alcuni cibi con la nostra salute.
Basterebbe sapere fare una buon invio a uno specialista. Che fanno con facilità per altre questioni di salute, ma quasi mai per dieta, alimentazione e problematiche nutrizionali. L’unico consiglio è quello di non demordere nella richiesta di una visita specialistica portando al medico, nel colloquio, i sintomi e le domande.
I medici? La meralgia parestesica “è un po’ di sciatica”, la vertigine parossistica posizionale benigna “è la cervicale”, qualsiasi sintomo nelle donne “è un po’ di nervosismo”, tutto il resto, incluse frecce da una tempia all’altra, “è reflusso esofageo”. È l’obesità si spiega col principio del lavandino: dipende da quanto entra e quanto esce, sarebbe a dire che sei pigro e mangione ed “è tutta questione di volontà”.
Ho vissuto due decenni in Cina, la medicina tradizionale cinese tiene in altissimo conto l’alimentazione ed è una delle prime valutazioni che viene fatta sulla condizione del paziente così come del decorso della malattia, cosa che vedo mancare in quella occidentale. Il mio ex medico mi aveva prescritto medicine contro il colesterolo alto senza nemmeno indagare le possibili cause dell’alimentazione, lo stesso vedo coi pediatri per mia figlia, zero interesse per la materia. Non so se sia a causa della formazione di studi che trascura questa branca oppure se siano gli interessi delle case farmaceutiche che spingono a far prescrivere medicinali e test a iosa.