Contaminanti degli oli vegetali: anche per Fao e Oms esteri del glicidolo e 3-MCPD sono cancerogeni da limitare. Sotto accusa l’olio di palma
Contaminanti degli oli vegetali: anche per Fao e Oms esteri del glicidolo e 3-MCPD sono cancerogeni da limitare. Sotto accusa l’olio di palma
Giulia Crepaldi 31 Gennaio 2017I contaminanti che si formano durante il processo di raffinazione degli oli di semi continuano a destare preoccupazione tra i consumatori e a catturare l’attenzione degli esperti. Questa volta è il turno del Jecfa, il comitato congiunto Fao/Oms sugli additivi alimentari, che nel mese di novembre, durante la sua 83° sessione tenutasi a Roma, ha rivalutato la tossicità e gli effetti per la salute del 3-MCPD e dei suoi esteri e, per la prima volta, ha emesso un parere sui glicidil esteri (GE).
Secondo gli esperti del Jecfa, sostanzialmente in accordo con Efsa, i GE sono sostanze genotossiche e cancerogene, di conseguenza non è possibile stabilire un livello di assunzione tollerabile. Per quanto riguarda, invece, il 3-MCPD, sulla base degli ultimi studi a disposizione il Jecfa lo considera cancerogeno e ha stabilito un livello provvisorio di assunzione quotidiana tollerabile pari a 4 µg/kg. Si tratta di un valore doppio rispetto a quello proposto in precedenza (2 µg/kg) e oltre quattro volte superiore rispetto a quello stimato dall’Efsa (0,8 µg/kg).
Pur proponendo valori soglia differenti per il 3-Mcpd, entrambe le istituzioni lanciano l’allarme per i livelli di esposizione dei neonati nutriti esclusivamente con latte in polvere, la cui formulazione, per replicare quello materno, include spesso olio di palma. Il grasso tropicale, infatti è l’olio vegetale con i livelli più alti di contaminanti – fino a 10/12 volte gli altri oli -, a causa dei processi di raffinazione ad alte temperature a cui è sottoposto nella maggior parte dei casi.
Secondo Efsa, non sono solo i lattanti a rischiare un’esposizione eccessiva a GE e 3-Mcpd, ma anche bambini e adolescenti consumatori di grandi quantità di dolci confezionati, snack e biscotti, cibi che contribuiscono anche ad un’assunzione troppo elevata di grassi e zuccheri.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Ad ogni nuova segnalazione di qualche agenzia per la sicurezza alimentare, rimango stupefatto per la loro solerzia e tempismo nello scoprire e segnalare evidenze ormai arcinote da anni se non da decenni.
Prevenzione è un principio sconosciuto in questi ambiti ed emergenza al contrario, è la normalità istituzionale diffusa.