
La questione della frutta proveniente da Israele e dai territori palestinesi occupati illegalmente continua a tenere banco. Oggi pubblichiamo una lettera giunta in redazione, questa volta riguardo gli avocado venduti dalla catena di discount Lidl.
La lettera sugli avocado israeliani
Sono un vostro assiduo lettore e ho seguito con attenzione la questione dei datteri israeliani e della frutta venduta da NaturaSì, Coop, Esselunga proveniente dai territori occupati. Vorrei precisare che anche Lidl vende avocado israeliani coltivati nelle medesime terre. È vero che a fianco, nello scaffale, ci sono anche avocado bio siciliani, per cui il consumatore può scegliere. Non ritengo comunque valide le giustificazioni addotte dalle varie catene.

Mi sembra opportuno in questa situazione evitare di comprare prodotti coltivati in Cisgiordania che a tutti gli effetti risulta un territorio occupato illecitamente dal Israele. Forse adesso il mondo si sta orientando verso altri valori e altri paradigmi, in cui regna la legge del più forte ma io preferisco i vecchi schemi dove le risoluzioni dell’Onu sono ancora valori.
Non comprare prodotti provenienti dalla terre occupate è un segno di rispetto. Mi chiedo se Lidl, Esselunga, Coop e NaturaSì metterebbero sugli scaffali prodotti alimentari coltivati nel Donbass, ovvero in territori ucraini occupati illegalmente dalla Russia?
Fernando
Israele e l’occupazione dei territori palestinesi
Riportiamo alcune frasi di un recentissimo articolo pubblicato su Haaretz (uno dei più autorevoli quotidiani israeliani), e ripreso da Internazionale, sull’occupazione dei territori e sui sistemi adottati dai parte coloni israeliani per cacciare i legittimi proprietari palestinesi in Cisgiondania.

“Mentre gli occhi del mondo sono rivolti alla Striscia di Gaza, prosegue la “gazificazione” della Cisgiordania. – scrive Haaretz. – Da settimane ci sono sgomberi di residenti, stravolgimenti delle regole d’ingaggio e demolizioni di case e infrastrutture. Secondo l’Autorità nazionale palestinese, circa trentamila persone hanno già lasciato i campi profughi nella Cisgiordania […] Secondo Tel Aviv non c’è un piano per allontanare la popolazione palestinese, ma le testimonianze raccolte a Jenin e Tulkarem indicano che le azioni dell’esercito israeliano hanno causato la partenza in massa dei residenti. Anche in assenza di un piano ufficiale e organizzato, le persone vanno via “volontariamente” a causa dei coprifuochi, delle aggressioni, della presenza dei cecchini, della distruzione generalizzata e delle interruzioni di elettricità e acqua corrente. A questo bisogna aggiungere l’allentamento delle regole d’ingaggio in Cisgiordania, che ora consentono ai soldati israeliani di sparare per uccidere chiunque “interferisce sul terreno”.”
© Riproduzione riservata. Foto: inviate dal lettore
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