
Sono un cliente di Esselunga e sabato, mentre facevo la spesa al supermercato di Segrate, ho scoperto tra la frutta esposta tre prodotti importati da Israele. In prima fila ci sono i datteri Medjoul, di cui avete già parlato prima di Natale. La differenza è che allora c’era la possibilità di scegliere tra quelli provenienti da Marocco, Egitto e Tunisia, mentre adesso ci sono solo quelli da Israele. Sugli scaffali ho trovato anche melagrane importate da aree coltivate illegalmente dagli israeliani. Anche in questo caso non ci sono alternative. Ricordo di avere comprato per anni da Esselunga ottime melagrane spagnole, che tuttavia ora non ci sono. Infine, mi ha infastidito non poco la presenza di avocado israeliani coltivati in territorio palestinese. Questa volta però i frutti erano affiancati da altri avocado biologici provenienti dalla Spagna, e quindi c’era la possibilità di scegliere.
Tutti e tre sono prodotti nella valle del Giordano in Cisgiordania cioè in territori occupati illegalmente da Israele. Sia chiaro, io non compro questi prodotti provenienti da aree sottratte con la forza ai legittimi proprietari e occupate abusivamente dai coloni. Esselunga dovrebbe quanto meno offrire un’alternativa.
Certo, il problema riguarda anche altre catene, come Iper, Coop e NaturaSì, che in genere offrono un’alternativa ai prodotti israeliani. Qualcuno prova a giustificare la presenza di questi prodotti con motivazioni che appaiono in netto contrasto con la realtà. Coop, per esempio, dice che i datteri sono “frutto della collaborazione di Coop con i produttori palestinesi e i trasportatori israeliani”. Anche NaturaSì precisa che si tratta di aziende agricole particolari. Si tratta di giustificazioni di facciata che contrastano con i fatti.
Israele e l’occupazione dei territori palestinesi
Basta leggere alcune frasi di un recentissimo articolo pubblicato su Haaretz (uno dei più autorevoli quotidiani israeliani), e ripreso da Internazionale, sull’occupazione dei territori e sui sistemi adottati dai parte coloni israeliani per cacciare i legittimi proprietari palestinesi in Cisgiondania.
“Mentre gli occhi del mondo sono rivolti alla Striscia di Gaza, prosegue la “gazificazione” della Cisgiordania. – scrive Haaretz. – Da settimane ci sono sgomberi di residenti, stravolgimenti delle regole d’ingaggio e demolizioni di case e infrastrutture. Secondo l’Autorità nazionale palestinese, circa trentamila persone hanno già lasciato i campi profughi nella Cisgiordania […] Secondo Tel Aviv non c’è un piano per allontanare la popolazione palestinese, ma le testimonianze raccolte a Jenin e Tulkarem indicano che le azioni dell’esercito israeliano hanno causato la partenza in massa dei residenti. Anche in assenza di un piano ufficiale e organizzato, le persone vanno via “volontariamente” a causa dei coprifuochi, delle aggressioni, della presenza dei cecchini, della distruzione generalizzata e delle interruzioni di elettricità e acqua corrente. A questo bisogna aggiungere l’allentamento delle regole d’ingaggio in Cisgiordania, che ora consentono ai soldati israeliani di sparare per uccidere chiunque “interferisce sul terreno”.”
Dopo avere letto queste frasi come si fa ancora a vendere i prodotti israeliani?
Roberto L.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, iStock
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Sono Assolutamente d’accordo, è Scandaloso quello che sta facendo Israele al Popolo Palestinese!!!!!Dovremmo cominciare a boicottare almeno i prodotti che vengono coltivati in area Palestinese!!!!!!!!
Sono perfettamente d’accordo col signor Roberto. Ciò che sta accadendo in Palestina è una vergogna per l’umanità, ma è ancora più vergognosa l’indifferenza dei paesi “civili”: governi, aziende e gente comune ormai talmente pavida e ignava da non riuscire a fare una scelta etica neanche negli acquisti.
sig.ra Antonia non le viene in mente che ci sia “gente comune” che non la pensa come lei non per pavidità o ignava ?
Hai ragione, condividere il massacro non è solo da pavidi o ignavi ma da sicuri vigliacchi e da complici di assassini
Io semplicemente non li compro, si vive anche senza datteri e melagrana
Ha condiviso esattamente il mio stesso pensiero e credo quello di tanti altri!!! Sono giorni che cerco datteri che non provengano da Israele ma nulla!! Sembra esistino solo questi!
Certo, sicuro i prodotti da una nazione che sta commettendo un genocidio, sono accettabili moralmente se non vengono dai territori occupati. Da non credere!
Completamente d’accordo. Anche io ho notato che Esselunga ha spesso prodotti israeliani. Io li evito perché guardo sempre in etichetta la provenienza (di solito prediligo quelli italiani), ma non tutti sono attenti e qualcuno può contribuire inconsapevolmente al finanziamento dello sterminio del popolo palestinese.
Alla Coop di Torino vendono da tempo avocado anonimi, da poco hanno messo la provenienza prima assente da Israele. Un comportamento scorretto alla faccia della filiera etica di cui si vanta d avere il controllo la Coop. Ma qualcuno gli può dire di essere coerenti?
Potrei sbagliarmi, ma più che di coerenza credo che si tratti di rispettare la legge: a quanto ne so, e a meno di alcuno eccezioni, l’indicazione della provenienza è obbligatoria
Per i datteri no, sono stati esclusi dal nuovo provvedimento
I miei complimenti per la “sottolineatura” con il vostro articolo.
Ho inviato immediatamente un messaggio al servizio clienti Esselunga, essendo io cliente, con la richiesta di avere almeno l’alternativa nella fornitura.
Complimenti per la vostra newsletter, sempre interessante
Giusto, spero presto ci sia la pace e intanto stop prodotti da israele.
Concordo. Il consumatore ha in mano un’ arma formidabile
Salve, ci sono aziende e cooperative italiane che producono in italia avocado bio, può cercare “le galline felici” o il progetto “sos rosarno”. Sono avocadi buonissimi, chi li acquista lo fa anche tutelando i diritti delle persone che li coltivano e li raccolgono.
Ieri mentre facevo la spesa in un supermercato ALDI ho visto una scatola di datteri , confezionata in Slovacchia ma non era specificata l,’origine , erano datteri menjoul o qualcosa del genere …ho rinunciato all’acquisto…ma è consentito vendere merci senza specificare l’origine ?
Non mi risulta che in Slovacchia si coltivino datteri!!
Purtrooppo la nuova legge che prevede l’obbligo di indicare l’origine della frutta secca ha escluso i datteri
Altri prodotti boicottabili sono le arachidi e i pompelmi.
sono completamente d’accordo tutti dovrebbero controllare la provenienza dei prodotti e decidere se comprare quelli che provengono da paesi da evitare . Evitare anche di fare la spesa da Carrefour, che appoggia Israele e prodotti farmaceutici della Teva, grossa multinazionale che produce medicinali equivalenti, israeliana
Io li ho boicottati già da tempo
Pienamente ragione. Leggo con piacere nei commenti, degli avocado nostrani e bio… proverò. Grazie