datteri Medjool frutta essiccata frutta secca Depositphotos_103597676_L

Pubblichiamo la nota di un lettore che ha visto datteri Israeliani in vendita da NaturaSì e la risposta della catena di supermercati.

Buongiorno, sono un cliente di NaturaSì e sono rimasto sconcertato dal fatto che, proprio in queste settimane sugli scaffali siano in vendita datteri israeliani. Ho scritto alla direzione esprimendo il mio disappunto e la mia incredulità per avere constatato che nel negozio di Porta Ludovica a Milano, ho visto (addirittura in offerta poi!) datteri provenienti da Israele. Mi chiedo e vi chiedo come si possa in un momento catastrofico come l’attuale, sostenere il commercio di prodotti israeliani vista la sconsiderata guerra di sterminio dell’attuale governo d’Israele. Con molto dispiacere, da vecchio e fidato cliente della catena, vi informo che mi asterrò dal fare la spesa nei vostri negozi fino a quando non cesserete la vendita di prodotti israeliani. Gianni P.

I datteri Medjool

I datteri Medjool venduti da NaturaSì sono una qualità molto pregiata e Israele produce quasi la metà di quelli in commercio a livello mondiale. La maggior parte dei datteri israeliani provengono dalle colonie che Israele ha costruito nei Territori palestinesi occupati. Questi insediamenti situati in alcune aree occupate dallo Stato di Israele violano il Diritto internazionale umanitario in quanto attuano “una politica di trasferimento di popolazione condotta da tale Stato al di fuori del suo territorio”. Queste annessioni non sono riconosciute giuridicamente da gran parte della comunità internazionale, tra cui l’Unione europea.

C’è di più: la metà circa delle colonie israeliane coltiva datteri creando un reddito importante che contribuisce a mantenere e sviluppare l’occupazione e la colonizzazione della Palestina. In Italia i datteri israeliani sono venduti anche da altre catene di supermercati come Esselunga e Iperal (sono quelli di nostra conoscenza).

Altre insegne li vendono, ma non indicano in modo chiaro l’origine che sarà obbligatoria per la frutta secca a partire dal primo gennaio 2025. Dopo questa data i datteri e gli altri prodotti, se provenienti dai territori occupati illegalmente da Israele, dovranno riportare sulle etichette diciture come: “Cisgiordania”, “Alture del Golan”, “Gerusalemme Est” o “Striscia di Gaza”. Va altresì aggiunto che sugli scaffali dei vari supermercati si trovano comunque datteri provenienti da Tunisia, Marocco e Arabia Saudita.

A nostro avviso la vendita di prodotti di uno Stato come Israele che porta avanti un genocidio non è condivisibile. È una scelta che supporta l’economia di un Paese che non rispetta le decisioni dell’Onu, che occupa in modo illecito un territorio di altri e che ogni giorno fa strage di uomini, donne e bambini innocenti.

La risposta di NaturaSì

Fra poco sono quarant’anni che ci stiamo prodigando non solo per il biologico ed il biodinamico ma per una sana vita sociale, che vuol dire fondamentalmente rispetto e cura delle persone qualsiasi sia il loro ceto sociale, la loro nazione di appartenenza, il loro credo religioso.

Per cercare di mantenere saldi questi principi aziendali anche oltre le vite dei fondatori, abbiamo messo la maggioranza, quindi la direzione aziendale, in una fondazione no profit che persegue e cerca di salvaguardare questi principi.

Andiamo sul tema specifico cioè l’attuale situazione in Israele. Abbiamo affrontato il tema da lungo tempo, non solo ora in questa drammatica situazione. Abbiamo iniziato a lavorare con aziende agricole israeliane oltre trent’anni anni fa. Il primo contatto è stato con il signor Mario Levi, da qualche anno deceduto (può sentire una sua intervista alla radio svizzera in internet). Era una persona squisita, che io ho conosciuto personalmente, fondatore di un kibbutz che aveva introdotto il biologico in Israele ove si era trasferito da Trieste dopo essere sfuggito all’Olocausto. Abbiamo iniziato con le carote invernali, ma ora le facciamo in Italia, quindi abbiamo chiuso da molti anni con la produzione israeliana.

I Kibbutz

Con la stessa organizzazione israeliana abbiamo cominciato poi con i datteri. I datteri che noi importiamo vengono solo da due kibbutz che non si trovano nei territori occupati ma verso il Mar Rosso: Samar e Neot Semadar. Sono kibbutz fondati negli anni 70 da artisti pacifisti non allineati con le politiche del governo. Abbiamo parlato con persone in Israele che soffrono come tutti noi per la situazione attuale e per le scelte governative e ci hanno detto: “se volete aiutare la pace dovete farlo sostenendo queste realtà non allineate”.

Quindi noi abbiamo scelto di tenere relazioni con realtà virtuose indipendentemente dalla politica sbagliata della nazione in cui si trovano. Noi non ci sentiamo sempre rappresentati dalla nostra politica governativa ma sarebbe drammatico che venissimo penalizzati per questo.

Datteri palestinesi ed egiziani

Abbiamo avuto anche datteri palestinesi, purtroppo troppo pochi, ed egiziani. I datteri egiziani arrivano da Sekem, ove il CEO, nostro carissimo amico fraterno, ha fatto sei mesi di carcere per sospetta azione anti governativa. Secondo noi proprio queste sono realtà da sostenere in qualsiasi nazione e con qualsiasi regime esse si trovino ad operare. La stessa organizzazione che aiuta l’esportazione dei datteri dei due kibbutz israeliani ha cercato con noi di aiutare una cooperativa palestinese, purtroppo per ora non ci siamo riusciti ma ci riproveremo. Appena possibile andremo personalmente in quei territori. In realtà alcuni nostri colleghi ci sono stati qualche anno fa ed hanno avuto un’ottima impressione dei due kibbutz con i quali lavoriamo. E, non appena possibile, ci torneremo.

La nostra scelta per ora va in questa direzione. Vorremmo lavorare per il bene con tutte le persone che lo cercano sinceramente perché crediamo che in questo mondo impazzito sia la cosa più sensata e sana da fare, ognuno dalla posizione in cui si trova, prendendosi la responsabilità delle sue scelte.

Siamo a completa disposizione per qualsiasi confronto e approfondimento anche di persona. L’unica cosa che vorremmo chiedere è che non si accendano nuove guerre né piccole né grandi, neanche verbali, né stati d’animo conflittuali dai quali, nel nostro piccolo, iniziano piccoli contrasti e polemiche, ciò che poi fuori di noi si trasforma in grandi guerre e violenze di ogni genere.

Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì (nota diffusa da NaturaSì all’inizio del 2024)

© Riproduzione riservata

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

0 0 voti
Vota
Iscriviti
Notificami
guest

1 Commento
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
luigiR
luigiR
8 Novembre 2024 13:11

mi fa piacere che l’azienda abbia risposto e chiarito la propria posizione, in merito a questi temi delicatissimi.

1
0
Ci piacerebbe sapere che ne pensi, lascia un commento.x