Alla fine del 2019, sono arrivate – finalmente – le nuove Linee guida per una sana alimentazione, il documento che vuole essere il riferimento per gli italiani in materia di dieta e nutrizione. Il testo tratta numerosi argomenti, dal fabbisogno di acqua alle raccomandazioni per le categorie speciali di persone. Alla fine di ogni capitolo, gli esperti pubblicano una sorta di scheda per sfatare i falsi miti molto diffusi tra la gente (abbiamo già riportato quelli sul peso corporeo). Vi proponiamo ora le sei false credenze su frutta e verdura.
1) Non è vero che la frutta ai pasti faccia male. Questa credenza deriva probabilmente dal suggerimento strategico, specie per chi deve perdere peso, di usare la frutta (e a volte anche la verdura) come snack al posto di qualcosa di più calorico. Mangiare frutta durante o a fine pasto può essere addirittura positivo, perché la vitamina C presente migliora l’assorbimento del ferro dei vegetali, perché deterge la mucosa della bocca, perché può essere un fine pasto gradevole, dolce ma non eccessivamente calorico.
2) Non è vero che la frutta “gonfia”, perché il rallentamento della digestione che si ha con l’ingestione delle fibre è di scarsissima entità. Solo le persone che hanno problemi specifici di gonfiore intestinale possono trarre vantaggio dall’assunzione di frutta lontano dai pasti.
3) Non è vero che il succo di frutta sostituisce un frutto. Anche se ottenuti con il 100% di materia prima, sono particolarmente carenti di fibra ed hanno un potere saziante nettamente inferiore rispetto alla frutta intera.
4) Non è vero che mangiare tre noci o quattro mandorle al giorno faccia abbassare il colesterolo. Questi prodotti sono ricchi di acidi grassi polinsaturi che, in sostituzione di altri grassi (saturi), possono favorire il mantenimento dei valori corretti di colesterolemia e migliorare alcuni parametri di salute cardiovascolare. Si tratta comunque di acidi grassi (ricchi di calorie) e la semplice aggiunta alla dieta non è di per sé un fattore di modulazione del colesterolo.
5) Non è vero che mangiare frutta e verdura fuori stagione o provenienti da lontano non abbia un effetto benefico sulla salute. Molti consumatori sono preoccupati di non trovare in questi alimenti le componenti di vitamine e minerali presenti dei prodotti di stagione, che sono comunque da preferire perché sono più buoni e costano meno.
6) Non è vero che frutta secca a guscio (noci, nocciole, mandorle, ecc.) e frutta essiccata (tipo fichi secchi, prugne secche, ecc.) si equivalgano. La frutta secca a guscio rappresenta il seme della frutta ed ha quindi un elevato contenuto di energia, acidi grassi insaturi, fibra, acido folico, minerali, mentre quella essiccata è essenzialmente frutta a cui è stata sottratta acqua per aumentare la conservazione. È quindi zuccherina, non grassa né proteica ed ha un’elevata concentrazione di fibra e vitamine. Ancora diversa la frutta candita, una particolare varietà di prodotti caratterizzata dalla conservazione con aggiunta di zucchero.
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[sostieni]
L’enorme successo dei farmaci contro la digestione lenta e difficile è la palese dimostrazione che la regola numero uno è scritta dai produttori di medicine.
Può essere che molte persone non se ne rendano conto ma la frutta a fine pasto ad esclusione di alcuni tipi ( mele ananas e poche altre) allunga il tempo necessario alla digestione , in barba a qualunque sigillo scientifico , più un frutto è acquoso e più liquido aggiunge allo stomaco diluendo i succhi gastrici e tirate voi le somme.
Quanto poi al bisogno della vitamina C della frutta per assorbire il ferro forse non ci si rende conto che ogni tipo di frutta e verdura contiene tra i suoi componenti una quantità più o meno corposa della stessa vitamina , niente è lasciato al caso nei prodotti vegetali non manipolati industrialmente.
Preziosa, a commento di un articolo serio e scientificamente inoppugnabile, la chiosa dello yutubologo di turno che, dismessi i panni del mister (campionato fermo…), dell’ingegnere strutturale (ponte in ricostruzione…), dello chef (il suo pollo con violette e curcuma non ha incontaro…) e del virologo (sul cov19 non se lo fila più nessuno) indossa felice il suo bel berretto da nutrizionista e ci propina dei preziosi luoghi comuni che altrimenti avremmo potuto scordare.
Mauro
Utili queste precisazioni estratte dalle ( imponenti..) linee guida che costituiranno riferimento per i prossimi anni ; contribuiscono ad una maggiore chiarezza in un momento in cui le informazioni a disposizione sono abbondanti e .. estremamente “eterogenee ” .
Colgo tuttavia l’occasione per segnalare un fatto , a mio avviso , scarsamente comprensibile che riguarda il documento di cui stiamo parlando : nelle 200 e passa pagine di cui è costituito il documento delle linee guida ,viene riservato uno spazio modesto ( mi pare solo a pag 94) per la trattazione di argomenti che attualmente stanno assumedo grande rilevanza nell’approccio nutrizionale quale ” indice e carico glicemico degli alimenti”; al contrario viene ancora dedicato grande spazio e rilevanza al ” contenuto calorico” degli alimenti , forse trascurando che , questo importante indice , è comunque nel contesto generale nutrizionale un indicatore parziale che deve sempre essere letto nell’insieme. Dato che queste linee guida ci accompagneranno per parecchio tempo , confesso che mi sarei aspettato una maggior attenzione al ” carico glicemico” anzichè una sbrigativa trattazione.
Cordialità
Francesco