Spot San Benedetto Elisabetta Canalis 2022

Lo spot dell’acqua minerale San Benedetto che aveva come protagonista Elisabetta Canalis è approdato nuovamente in Tribunale nel mese di dicembre 2024. Anche questa volta i giudici hanno rigettato le richieste dell’azienda di censurare i post pubblicati su Instagram da Aestetica Sovietica che evidenziavano le criticità dello spot. La vicenda è tuttora pendente per l’ennesimo ricorso dell’azienda.

I fatti risalgono all’autunno del 2022, quando Aestetica Sovietica e Il Fatto Alimentare pubblicano alcuni articoli che evidenziano le criticità dello spot, e riportano la decisione della San Benedetto di modificare la pubblicità. L’azienda, infatti, in seguito alle pubblicazioni inerenti lo spot apparsi sulle pagine Instagram di Aestetica Sovietica e ai rilievi evidenziati dall’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria (*) dimezza i tempi del messaggio e rivede il testo.

Fermo immagine: spot San Benedetto con Elisabetta Canalis
Il Tribunale di Venezia ha rigettato un procedimento d’urgenza intentato da San Benedetto contro Aestetica Sovietica per le critiche a uno spot con Elisabetta Canalis

La lotta giudiziaria di San Benedetto

A questo punto però, San Benedetto inizia una ‘crociata’ nei corridoi del Tribunale di Venezia promuovendo diversi procedimenti giudiziari contro gli articoli. Il Tribunale però nel 2023 rigetta il primo procedimento, di natura cautelare contro l’articolo del Fatto Alimentare, mentre quello contro Aestetica Sovietica avviato nel 2024 si è concluso da poco con il medesimo esito al termine della prima fase del procedimento cautelare.

Nonostante l’andamento processuale sinora poco favorevole, l’articolo sullo spot con Elisabetta Canalis apparso su Il Fatto Alimentare è oggetto di un secondo capitolo giudiziario avviato sempre da San Benedetto nel 2023, poche settimane dopo la sconfitta nel procedimento di urgenza, in cui il tribunale aveva dichiarato il ricorso inammissibile. San Benedetto in questa nuova causa chiede un risarcimento di 1,4 milioni a titolo di risarcimento danni per (presunta) diffamazione.

Lite temeraria

Si tratta di una causa temeraria in virtù della somma assolutamente ingiustificata, che però comporta costi legali difficili da sostenere per un piccolo editore. Siamo di fronte a un’azione giudiziaria promossa con il chiaro intento di intimidire la redazione (come abbiamo spiegato in questo articolo). Lo scopo vero è citare in giudizio soggetti scomodi che fanno informazione, attraverso cause milionarie complicate da gestire a livello finanziario per via dei costi legali.

Spot Acqua Minerale San Benedetto 2022 Elisabetta Canalis
San Benedetto chiede un risarcimento di 1,4 milioni per (presunta) diffamazione a Il Fatto Alimentare

Purtroppo in Italia non esiste una legislazione adeguata sulle liti temerarie. Il rischio di continuare il confronto davanti ai giudici e continuare a collezionare delusioni è un’eventualità già messa in conto da San Benedetto che, con un fatturato di 1 miliardo l’anno, non ha problemi a pagare gli avvocati e le spese legali della controparte in caso di perdita, come è già avvenuto due volte. Le cose andrebbero diversamente negli USA, dove i giudici quando riconoscono la pretestuosità della querela o della richiesta di risarcimento decidono sanzioni con importi davvero elevati anche per le aziende.

Nota

(*) Nota dell’istituto di Autodisciplina pubblicitaria (IAP) dell’autunno 2022 sugli impegni assunti da San Benedetto per una nuova comunicazione inerente lo spot dell’acqua minerale che ha come protagonista Elisabetta Canalis

Con riferimento al messaggio in oggetto, la informiamo che il Comitato di Controllo è intervenuto segnalando all’inserzionista le criticità sul piano comunicazionale della rappresentazione veicolata, che nella sua brevità e probabilmente al di là delle intenzioni, sembra suggerire che la colazione della stessa Canalis, rovinata dal fatto che le fette di pane che stava tostando si sono bruciate, sia stata in qualche modo compensata da un’acqua “leggera ma con tanti nutrienti preziosi”. Il Comitato ha pertanto segnalato l’improprietà di tale espressione, considerando che i nutrienti evidenziati a video “calcio e magnesio” sono comuni alle acque minerali, laddove invece lo spot nel complesso sembra attribuire all’acqua pubblicizzata un pregio differenziale che di fatto non emerge con chiarezza”. In risposta (prosegue la nota dello IAP) l’inserzionista ha comunicato che la campagna in questione è stata sospesa, manifestando l’impegno a elaborare una nuova comunicazione che possa superare gli aspetti critici rilevati”.

© Riproduzione riservata  – Foto: spot San Benedetto

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Umberto
Umberto
8 Gennaio 2025 14:07

Ottimo! Sempre con voi. Grazie per l’informazione che fate. Io nel mio piccolo continuo a promuovere l’acqua del sindaco nelle casette

luigiR
luigiR
8 Gennaio 2025 14:24

ma davvero credono di essere più furbi o più fortunati dei vari Nestlè, Cocacola e compagnia cantando? anche costoro perdono le loro cause in tribunale se le loro iniziative montano su piedi d’argilla. per fortuna, non è sempre la semplice forza dei soldi a vincere!

Massimiliano
Massimiliano
Reply to  luigiR
8 Gennaio 2025 16:39

Non penso che credano di essere più furbi o fortunati, semplicemente, come scritto nell’articolo, hanno a disposizione risorse economiche che li rendono più resilienti delle controparti che fanno informazione.
E quindi contano sull’uso massiccio di queste per esaurirne la volontà e le risorse, azzerando nel lungo periodo le critiche al loro operato.

Redento Picello Desio
Redento Picello Desio
8 Gennaio 2025 19:59

Questa OSSESSIONE di inserire SEMPRE una MONTAGNA nella pubblicità, per associare l’acqua di paese, (siamo circa 15 metri sul livello del mare, e le montagne più vicine sono a oltre 80 km) all’immagine di queste MONTAGNE che possano NOBILITARE, questa sorgente, Due anni di pubblicità con il famoso biker su aspre rocce dolomitiche (a oltre 100 km) contornato da impetuosi ruscelli, che nulla hanno a che fare con quest’acqua, se non che di imparentarla, ad uso dell immaginario dello sprovveduto consumatore, che ancora crede che ci sia qualche ente di stato che lo tuteli, ergo, ….se lo fanno vedere, …vuol dire che è così !!! Se invece c’è un responsabile che dirige un ente di tutela,….bè questo era alle Seychelles in quei due anni, e non vedeva la TV italiana. Poi, hanno “divorziato” dalle rocce circondate dai fiumi, ma sono rimasti DISPERATAMENTE AGGRAPPATI ALLE MONTAGNE, anche se aride, degli stati uniti, pur che siano montagne , sempre ad uso dell’immaginario del consumatore. fa tanto prodotto green !!! Il consumatore vuole le montagne, per la sua acqua ?? e noi gliele diamo, poco importa se aride, pur che siano siano… ahahah !! Così per la Guizza, che nel tempo, da nome di acqua sorgente, sempre nello stessa proprietà San Benedetto a Scorzè (andate in internet e scrivete il nome del paese e fatevene una idea), ora con lo stesso nome è in altri luoghi (ora si di montagna). Generando una gran confusione, i malpensanti, direbbero voluta,…ad arte

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