Il frigorifero di casa non raffredda come dovrebbe? Per rispondere il Ministero della salute avvia un’inchiesta e coinvolge migliaia di famiglie
Il frigorifero di casa non raffredda come dovrebbe? Per rispondere il Ministero della salute avvia un’inchiesta e coinvolge migliaia di famiglie
Roberto La Pira 10 Settembre 2018I frigoriferi degli italiani funzionano bene? Il Fatto Alimentare da anni segnala qualche problemino al sistema di raffreddamento, senza ricevere riscontri da parte delle aziende produttrici che hanno sempre rifiutato un confronto sul tema. Forse prendendo spunto da questa situazione, il Ministero della salute ha deciso di avviare un’inchiesta a livello nazionale sul funzionamento di questi elettrodomestici, coinvolgendo nel progetto migliaia di famiglie in tutte le regioni. Il modello è semplice: dopo avere selezionato un numero di nuclei familiari statisticamente rappresentativo della popolazione, gli Istituti zooprofilattici, coordinati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, consegneranno a ogni famiglia quattro registratori di temperatura (data logger), da posizionare per 7 giorni in tre punti precisi all’interno del frigorifero e uno nella cucina. I data logger (piccoli apparecchi grandi come una moneta simili a quelli per monitorare la temperatura dei caloriferi) registreranno le temperature che verranno trasmesse da remoto a un centro di raccolta per l’elaborazione.
Le famiglie che aderiscono all’iniziativa a titolo volontario devono fornire, oltre alle informazioni di carattere generale (località di residenza, numero dei componenti del nucleo familiare), anche le caratteristiche del frigorifero (2 , 3 o 4 stelle, frost, convenzionale, incasso o libero) e la collocazione dell’apparecchio (vicino al muro, nei pressi di una fonte di calore, di una finestra…). Dal punto di vista pratico l’unica raccomandazione ai componenti del nucleo familiare è di comportarsi come d’abitudine. Se tutto procederà senza intoppi i risultati dovrebbero essere pubblicati entro il dicembre 2019.
Il Ministero vuole capire quali sono le vere temperature di conservazione degli alimenti che restano per giorni nei frigoriferi di casa, e controllare l’effettiva capacità di raffreddamento degli apparecchi. L’intento è fornire alle aziende alimentari riferimenti precisi per calcolare correttamente la scadenza dei prodotti. Il problema non va sottovalutato. Basta pensare alle confezioni di ricotta che, in prossimità della scadenza sovente hanno un gusto acidulo proprio perché rimaste per 10-15 giorni nel frigorifero di casa a 7-8°C . Lo stesso problema si riscontra nei mesi più caldi con il latte fresco, che arriva a stento alla scadenza dei 7 giorni indicati in etichetta, perché la temperatura della porta si posiziona a 8-9°C. Un problema più serio potrebbe riguardare la carne trita destinata a diventare una tartare estiva conservata a queste temperature per 24 o 36 ore.
La scarsa affidabilità delle temperature dei frigoriferi non è una novità. Nel 2012 un’indagine condotta dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie sui frigoriferi di 116 famiglie, ha evidenziato un valore medio all’interno di +7,2°C. Più precisamente nella parte alta dell’apparecchio il valore era 6,9°C, che scendeva a +6,6°C nei piani inferiori. Il record negativo si raggiunge nella portiera dove solitamente si tengono latte e uova, con un valore medio di +8,0°C.
Per capire meglio va precisato che il Regolamento 1060/2010 della Commissione Europea prevede per i frigoriferi domestici una temperatura di conservazione media all’interno sia minore o al massimo pari a 5°C per la conservazione degli alimenti freschi.
Il Fatto Alimentare ha sollevato più volte la questione dell’insufficiente refrigerazione e le aziende del settore conoscono il problema anche se cercano di ignorarlo. Basterebbe inserire nella dotazione dell’elettrodomestico insieme alle vaschette e al portauova un termometro per misurare le temperature, dal costo di 2 €, per permettere all’acquirente un controllo. È vero che gli apparecchi sono tutti dotati di un termostato, ma la manopola non è riferita alla temperatura interna impostata in gradi, ma serve solo a variare l’intensità del freddo. Forse anche per questo motivo la maggioranza dei consumatori non ha la più pallida idea di quanto sia la temperatura interna del proprio frigorifero. Le aziende si difendono dichiarando che i frigoriferi rispettano le norme ufficiali, e superano le prove dei test che però sono realizzate con elettrodomestici ermeticamente chiusi e vuoti, che non simulano l’utilizzo domestico. Sarebbe più logico condurre test di laboratorio su apparecchi nuovi prelevati al dettaglio e posizionati in un ambiente che simula una cucina con all’interno la spesa settimanale.
In questa situazione risulta difficile giustificare il silenzio di marchi come: Bosch, Siemens, Samsung, Candy, Indesit, Zoppas, Ignis, Whirpool, Hotpoint-Ariston che si ostinano a non rispondere alle domande.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Ingiustificabile l’inerzia delle case produttrici nell’ignorare il problema.
Un banalissimo termometro come accessorio per regolare correttamente il termostato, non è solo utile ma indispensabile per un corretto impiego dell’elettrodomestico.
Perché il cliente consumatore dovrebbe procurarsi autonomamente un termometro, quando è uno strumento indispensabile per l’uso appropriato nella conservazione degli alimenti?
Il Ministero fa una cosa giusta, ma la prende incomprensibilmente troppo larga, quando è ovvio e scontato che senza l’indicazione diretta della temperatura interna nessuno è in grado di garantirsi un’adeguata catena del freddo per gli alimenti.
Basterebbe una circolare con la prescrizione dello strumento, pena l’inidoneità tecnica e l’invendibilità dell’elettrodomestico.
Perché l’analisi del rischio dovrebbe finire dove finisce l’HACCP dell’operatore?
Il consumatore che si produce e acquista alimenti e che li conserva in proprio, non è responsabile e quindi attrezzato come qualsiasi altro produttore piccolo o grande che sia?
Se spendere qualche euro in più il.frigo fa la temperatira desiderata. Il mio fa 5 gradi perché l’ ho messo a 5. Se lo metto a 4 fa 4 gradi
Purtroppo non c’è alcuna corrispondenza tra il numero graduato del termostato ed i gradi interni del frigorifero, che dipendono da molti fattori molto variabili e soggettivi come la quantità di cibo, la temperatura esterna, dove è piazzato, la qualità e l’isolamento dell’elettrodomestico, ecc..
Serve proprio un termometro interno da spostare in basso ed in alto, per avere una corrispondenza con il valore impostato sul termostato da regolare.
direi che c’è qualcosa che non va: più il numero è alto e più la temperatura diminuisce! Forse se lometti a 4 arriva a 5° e se lo metti a 5 arriva a 4°
Ezio, il mio frigo pur non avendo un termometro visibile fa la.temperatura impostata . Ho fatto diverse misurazioni con un termometro da cucina e se metto sul numero 5 fa effettivamente 5 gradi in tutto il frigo.
Prendete elettrodomestici tedeschi.
D’accordissimo sui migliori elettrodomestici da usare in special modo quando devono gestire alimenti.
Ma la scala del termostato va solitamente da 1 a 5 ed è al contrario del freddo prodotto all’interno;
quindi 1 meno freddo e 5 max freddo.
Poi ci sono frigoriferi tarati (come il tuo) con termoregolazione interna ed indicazione graduata dei gradi da raggiungere, ma purtroppo la stragrande maggioranza degli apparecchi in uso non ha il termometro che regola, ne che indica solamente la temperatura per una regolazione manuale indiretta del termostato.
Quando dice “elettrodomestici tedeschi”, intende dire elettrodomestici Bosch prodotti in Polonia o piuttosto elettrodomestici AEG prodotti in Italia?
Non intende… semplicemente.
Ah, ho capito! Allora intende elettrodomestici Siemens che in realtà sono Bosch e sono fatti in Ungheria.
Le meraviglie dell’Unione Europea…
Non necessariamente tedeschi. Anche il mio SAMSUNG da 600 euro (mica una cifra astronomica!) ha i controlli digitali sulla porta esternamente. Da lì si regolano digitalmente con tasti a sfioramento i GRADI ESATTI desiderati sia del frigo (+1/+7) e del congelatore (-15/-23). Inutile prendere in giro. Pagate (nemmeno tanto) e avrete!
Basterebbe mettere un termometro come si fa per i freezer
Naturalmente, nemmeno un accenno all’isteresi dei termostati bimetallici, ai libretti di istruzione che indicano le zone più fredde e meno fredde del frigorifero, alla presenza o meno di ventilazione forzata interna, alla collocazione del frigorifero, alla frequenza di apertura della porta, alla pulizia e mancanza di ostruzione del bulbo del termostato, allo stato delle guarnizioni, per non parlare dello sbrinamento, della pulizia del condensatore, e nemmeno della precisione dei termometri (il termometro da cucina usato per misurare 5° C, è tedesco pure lui?).
Tuttavia, merita una menzione speciale la frase “un termostato […] serve per regolare l’intensità del freddo, non per fissare una temperatura”: abbiamo appena scoperto una nuova grandezza fisica, la “intensità del freddo”
Il concetto della funzione del termostato espresso nell’articolo mi sembra molto chiaro, è vero che a livello giornalistico a volte si usano terminologie “improprie” per fare capire le cose. Aggiungendo la parola manopola all’articolo dovremmo avere risolto il problema
esistono termometri per frigoriferi . ? dove si comprano . ? oppure è sufficiente mettere, nel frigorifero, un normale termometro per ambiente interno, o da casa . ?
grazie mille, per la risposta.
parlato valeria da verona.
Può usare un comune termometro.
Unica attenzione: per misurare il freezer servono pile al litio, quelle alcaline ghiacciano
Buon giorno.
Sul mio frigo, no frost, il display delle temperature è posto all’esterno, sulla porta, e mi da la possibilità di impostare le varie temperature che vanno da – 18 a – 26 per quanto riguarda la parte congelatore e da 2 a 12 per quanto riguarda il frigo. Pertanto se io sezione -18 e 5 in teoria ci dovrebbero essere quelle temperature nei comparti di pertinenza. Per mio scrupolo ho verificato con un termometro ed effettivamente corrispondono. Sarebbe utile ,però, avere dei banali termometri installati all’interno.
In commercio ci sono i nuovi frigoriferi di alta gamma con display esterni e manopole che permettono di regolare la temperatura, ma negli altri modelli non è così
Il suo tipo di frigo è intelligente, dovrebbero essere tutti così. Il mio ha la manopola e i display interni, in compenso però la taratura è precisa perché mi viene indicata non una scala, ma la temperatura che imposto
Dopo avere letto il vostro precedente articolo, ho comprato 2 termometri e l’esito è: quando il compressore fa il suo lavoro, sui ripiani ho 4 4,5 gradi, poi però risale e a quel che ho capito riparte troppo tardi, quando è a 7 gradi. Ho avuto anche 8 gradi, ma quando apro spesso in breve tempo.
Articolo ed iniziativa del Ministero interessante, ci sarebbe da valutare anche la taratura annuale dei frigo casalinghi perché dopo un po’ il display potrebbe indicare una temperatura non veritiera
Ottima iniziativa Un momento perplesso sui tempi: dicembre 2019? Ma è un refuso? Col sistema adottato i risultati dovrebbero aversi in tempo reale
Gentile Osvaldo,
le rilevazioni saranno effettuate tra il settembre 2018 e il settembre 2019, poi i risultati dovrebbero essere pubblicati entro la fine di dicembre del prossimo anno.
Peccato che per aderire all’iniziativa Ministeriale si sia già fuori tempo ! Non hanno per nulla pubblicizzato nei media.
Noi abbiamo diffuso la notizia quando abbiamo ricevuto il materiale di un collaboratore. Il Ministro non ha diffuso nulla.
Senza essere eccessivamente disfattista, ma con le informazioni che abbiamo e l’esperienza diretta possiamo prevedere che l’esito dell’indagine ministeriale sarà una fotografia piuttosto deludente della realtà sugli elettrodomestici testati.
Se consideriamo che la stragrande maggioranza degli apparecchi frigoriferi non hanno un termometro indicatore, ma solo una “manopola” per regolare alla cieca senza riscontro, una temperatura molto variabile anche per l’isteresi (intervallo) tra la temperatura indiretta minima e la massima che fa riavviare il compressore.
Intervallo che dalle testimonianze di chi ha verificato può essere anche di 3°-3,5°C., tanto che se anche correttamente impostato a 3°-4°C., il frigorifero può tranquillamente conservare a 6°-7,5°C. i nostri alimenti più critici come i latticini, carne e pesce crudi.
Aggiungiamo altre situazioni critiche molto frequenti come la stagione estiva, l’eccessivo riempimento dei frigoriferi dopo la spesa di scorta settimanale, la dislocazione infelice degli apparecchi vicini ai termosifoni ed ultimo ma non ultimo il poco isolamento in generale delle pareti e sportelli degli apparecchi di non eccelsa qualità, che rappresentano purtroppo la stragrande maggioranza di quello che abbiamo nelle case italiane.
La somma di tutte queste condizioni, aggravata colpevolmente dalla mancanza di un termometro indicatore che svelerebbe come si comporta veramente il nostro apparecchio domestico, determinano una condizione critica per il mantenimento in continuità della catena del freddo per tutti gli alimenti da conservare.
Per queste ragioni sicuramente stranote a tutti i produttori di apparecchi frigoriferi domestici di massa, dobbiamo insistere invitandoli a dotare tutti gli apparecchi fabbricati di un termostato completo di termometro indicatore e dove il prezzo dell’apparecchio proprio non lo consente, almeno di un banale termometro indicatore interno. In caso contrario vietarne la vendita per non conformità.