La stragrande maggioranza dei frigoriferi presenti nelle case degli italiani non rispetta la catena del freddo. La temperatura risulta superiore ai 5° C nell’80% del tempo. È quanto emerge da un’indagine condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie sui frigoriferi di 116 famiglie di dipendenti.
Lo studio sulla temperatura dei frigoriferi
«I risultati dello studio – spiega Veronica Cibin ricercatrice dell’istituto Zooprofilatico Sperimentale delle Venezie – confermano quanto già descritto da altri autori, ed evidenziano come la maggior parte dei frigoriferi domestici non rispetta la catena del freddo. Il valore medio rilevato all’interno degli elettrodomestici di casa è stato di +7,2°C. Più precisamente nella parte alta il valore medio registrato è stato di +6,9°C, sceso a +6,6°C in basso. Il record negativo si raggiunge nella portiera dove solitamente si tengono latte e uova dove l’indice medio indica +8,0°C».
La prova è stata realizzata tra il mese di settembre 2010 e aprile 2011, consegnando al gruppo di volontari tre termometri (più sofisticati rispetto a quelli reperibili nei punti vendita) da posizionare sul ripiano superiore, inferiore e nella portiera. I dispositivi hanno registrato ogni 15 minuti per sette giorni la temperatura interna. Come era facile aspettarsi i valori misurati in corrispondenza della portiera sono risultati più elevati di oltre un grado rispetto a quelli del ripiano superiore.
Le conseguenze sulla conservazione del cibo
Si tratta di una situazione su cui occorre riflettere, considerando che latte, carne e pesce fresco, oltre a buona parte dei latticini come ricotta e formaggi molli, dovrebbero essere conservati a una temperatura massima variabile da +4°C a +6°C . Si tratta di una situazione che inficia tutti gli sforzi della filiera produttiva impegnata a rispettare la catena del freddo, da quando vengono selezionate le materie prime sino a quando il prodotto viene venduto.
L’aspetto paradossale è che molta gente si preoccupa giustamente del buon funzionamento dei frigoriferi dislocati nei supermercati, ma ignora che nella stragrande maggioranza dei casi la temperatura dell’elettromestico di casa è troppo elevata.
A questo elemento si somma il dato della letteratura scientifica che indica nelle errate modalità domestiche di conservazione, di manipolazione e di cottura la principale causa delle patologie alimentari.
Dopo avere letto l’esito della ricerca è lecito chiedersi se la maggior parte dei frigoriferi è in grado di garantire una temperatura di +4°C, o se i consumatori usano male l’elettrodomestico. In questo caso basterebbe inserire all’interno del frigorifero un termometro (non un termostato come accade adesso), per facilitare il controllo del freddo. L’altra ipotesi è regalare ai clienti che acquistano un nuovo apparecchio un termometro per misurare la temperatura interna.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Se ci fosse una lista con marca e modello dei frigoriferi in grado di garantire le temperature di +4°c. sarebbe più facile fare l’acquisto del frigorifero e costringerebbe tutti i costruttori ad adeguarsi.
Infatti io ho ancora un vecchio Kelvinator del 1972. Nella parte freezer va a -20 e nel frigo è a 3/4°. Quando passerà a miglior vita, credo che mi dispererò più che della perdita di tutti i parenti !
Alle lie osservazioni sul fatto che un frigorifero appena acquistato non dave un freddo sufficiente e comunque la temperatura era superiore di quella del vechhio frigo che avevo, il venditore mi disse che i frigo moderni davano solo un "fresco cantina" a meno che non si disponesse di una macchina con doppio compressore.
una cosa che non è citata nell’articolo e che è sconosciuta ai più, a quanto ho visto parlando con amici e familiari, è la Classe climatica dei frigoriferi che per assurdo comporta lo spegnimento degli stessi nel momento in cui servirebbero di più ovvero quando fa caldo; quest’estate abbiamo avuto notevoli problemi con il frigorifero, un modello che avrà un pò più di 15 anni, e francamente ritengo che il problema fosse proprio quello della Classe Clim. dato che ora non abbiamo più problemi.
Vedi: http://paoblog.net/2011/06/17/frigorifero/
Nessuno conosce i frigoriferi ad assorbimento ?
informatevi c’è una ditta a milano che li fa..
consumano pochissimo 300W, non hanno bisogno di manutenzione ne di ricariche di gas..
le soluzioni ci sono.. basta trovarle !
ciao
Se i produttori di alimenti utilizzassero imballaggi intelligenti con evidenziatori degli abusi termici si saprebbe in via definitiva chi non rispetta la catena del freddo.
x stefano: puoi dirci la marca dei frigoriferi ad assorbimento? grazie
E’ stata fatta la statistica del tempo di permanenza dei cibi nel frigo domestico e dei tempi e temperature che i prodotti passano nelle diverse fasi tra produzione e distribuzione? ad esempio sulle banchine dei punti di consegna si raggiungono, specie all’estyerno dei pallets per diverse ore temperature inconfessabili, , e sui banchoi frigo della GDO per 1-4 gg a temperature medie misurate a cuore prodotto anche di 10- 13°C. Questo vuol dire che ogni segmento della cxatena del freddo deve farsi i conti in casa e non spostare l’attenzione sugli altri. Il consumatore è il meno colpevole, e il controllore ufficiale (vedi ist. Zooprofilattici) dovrebbe rendersi conto ed intervenire su tutti gli anelli della catena del freddo, specie d’estate, e verificare le condizioni igieniche all’origìne ed in distribuzione (HACCP non solo cartaceo)(listeria patogena, campylobacter etc.) Poi faremo il processo alla conservazione casalinga.
Io ho comprato un Samsung no frost con all’esterno la regolazione elettronica della temperatura,una meraviglia…