In una fase critica come quella che l’Italia sta attraversando in questi giorni, con una pandemia che si sta diffondendo con maggiore intensità è utile elencare quali sono i primi sintomi di un eventuale contagio. Il ministero della Salute ha predisposto alcune domande e risposte su questo tema che riteniamo utile proporre ai nostri lettori.
Quali sono i sintomi di una persona con COVID-19?
I sintomi variano sulla base della gravità della malattia, c’è chi è asintomatico e chi presenta febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare e nei casi più gravi, polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto, sepsi e shock settico, che potenzialmente portano alla morte. I sintomi più comuni sono però la febbre maggiore di 37,5°C accompagnata da brividi, la tosse di recente comparsa, le difficoltà respiratorie, la perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o la diminuzione dell’olfatto (iposmia), la perdita del gusto (ageusia) o l’alterazione del gusto (disgeusia). Ci sono anche il raffreddore o naso che cola, il mal di gola la diarrea (soprattutto nei bambini).
Alcune persone sono più a rischio di altre?
I soggetti anziani di età superiore ai 70 anni e quelli con patologie preesistenti, come ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori), hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia.
Anche i bambini sono a rischio di infezione e qual è il potenziale ruolo nella trasmissione del coronavirus?
I bambini costituiscono una percentuale molto bassa dei casi Covid-19 segnalati: circa l’1% di tutti i casi ha età inferiore a 10 anni e il 4% ha età compresa tra 10 e 19 anni. I bambini sembrano avere la stessa probabilità degli adulti di essere infettati, ma presentano un rischio molto inferiore rispetto agli adulti di sviluppare sintomi o forme gravi di malattia.
In caso di sintomi o dubbi cosa devo fare?
Rimanere in casa, non recarsi al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiamare al telefono il medico di famiglia, il pediatra o la guardia medica. Oppure il numero verde regionale o il numero di pubblica utilità 1500.
Quando una persona si deve ritenere contagiosa?
Il periodo infettivo può iniziare uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi, ma è probabile che le persone siano più contagiose durante il periodo sintomatico, anche se i sintomi sono lievi e molto aspecifici. Si stima che il periodo infettivo duri 7-12 giorni nei casi moderati e in media fino a due settimane nei casi gravi.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Ma in caso di contagio che medicinali si consigliano x un fai da te? Visto che le strutture da chiamare non danno segni di vita e di domenica i dottori di famiglia non rispondono ? Ho la gola in fiamme compreso esofago la tosse mi crea grandi dolori e fuoco interno le gambe non reggono , e febbre a 37,5 , e ho 65 anni e vivo sola . Cosa prendo x alleviare il dolore? Grazie !
I medici di base sono inesistenti.
in Lombardia e Piemonte la sanita’ e ridocola ! Medici di base inesistenti (almeno la maggior parte di loro..) ai quali la regione non ha affidato compiti e responsabilita’ precise con loro (i medici) ben contenti di non assumersi responsabilita’.
Pero’ sono ben contenti di ricevere i lauti contributi dalla stato per limitarsi a scrivere delle banali ricette.
spero che la gente se ne ricordi bene durante le prossime elezioni
Anche in Sardegna idem, medici di base che non ricevono, diagnosi fatte al telefono. I pediatri poi…. Non vogliono neppure fare il vaccino antinfluenzale, ci hanno detto di rivolgersi all’igiene pubblica. Siamo allo sfacelo. I poveretti che fanno i tamponi hanno gli esiti anche dopo 10 giorni, esiti positivi!!!!
Siamo allo sfacelo, sono positiva dal 20 di ottobre a casa, secondo tampone positivo e non mi pare di
migliorare.. sentire al telefono le amiche che mi dicono che ci sono persone che non mettono la mascherina, mi fa indignare. Anni fa in pochi mettevamo la cintura in auto, poi sono arrivate le multe e i punti sulla patente e praticamente tutti hanno la cintura. Ora è molto più grave, perché non si incentivano le forze dell’ordine con una percentuale delle multe incassate? Chi non ottempera e non ha ottemperato alle regole ha mancato del rispetto dei diritti delle giovani generazioni. Scrivo così perché con le regole, benché io soggiorni nella mia casa con mio marito, lui è negativo. Da persona comune quale sono, traggo questa conclusione. E’ una situazione in cui chi non ottempera causa danni agli altri, ed allora paghi almeno con i propri denari.
Ma scusate, venite qui a chiedere ai giornalisti che scrivono su di una rivista on line, e ai lettori che commentano, informazioni dettagliate e consigli specifici per i vostri casi particolari?
Non vi viene in mente che se anche se fossero tutti virologi, epidemiologi, luminari nella scienza della medicina, per semplice etica e buonsenso non potrebbero in coscienza che consigliarvi di consultare il vostro medico di base?
E se non è raggiungibile il medico di famiglia che vi ha in cura da anni e conosce la vostra situazione familiare, abitativa, di frequentazioni, lavoro e salute, almeno di rivolgersi fisicamente al più vicino dottore che vi possa visitare e dare una prescrizione o almeno un’indicazione a ragion veduta?
I consigli on line chiediamoli per l’insalata di riso, non per la nostra salute!
Salve, penso che ci sia troppo allarmismo e che la prevenzione sia il da farsi senza precludere a nessuno la libertà di muoversi. Ci vorrebbero più controlli.