NaturaSì e il Ministero della Salute hanno segnalato il richiamo da parte dell’operatore di alcuni lotti di basilico biologico secco a marchio Giardino Botanico dei Berici (aggiornamento del 22/04/2025). Il motivo indicato nell’avviso di richiamo è la presenza di alti livelli di perclorato, sostanza chimica tossica per gli esseri umani. Il prodotto in questione è venduto in vasetti da 12 g, con i numeri di lotto 3BA08, 4BA01, 4BA02 e 4BA05, e i termini minimi di conservazione (TMC) 28/11/2025, 28/01/2026, 28/03/2026 e 28/05/2026,
L’azienda Il Ponte Società Cooperativa Sociale a r.l. ha prodotto il basilico richiamato. Lo stabilimento di produzione si trova in via Lago di Tovel, 14/D, a Schio, in provincia di Vicenza.
In precedenza, il Ministero della Salute aveva diffuso il richiamo alcuni lotti di basilico secco in foglia biologico venduto con i marchi Artigiano del Bio e Pensa Bio, per la presenza di un rischio chimico non meglio precisato (leggi qui l’articolo sul primo richiamo di basilico secco). In quel caso l’azienda produttrice era un’altra, Food for All di Tonello M. e С., ma è possibile che si tratti della stessa materia prima.
A scopo precauzionale, l’azienda raccomanda di non consumare il basilico con i numeri di lotto e i termini minimi di conservazione sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso del prodotto richiamato possono restituirlo al punto vendita d’acquisto.
Dal primo gennaio 2025 Il Fatto Alimentare ha segnalato 67 richiami, per un totale di 247 prodotti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos IA (copertina), NaturaSì
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.

Buongiorno, ma come mai ci sono queste sostanze tossiche? Nel basilico secco non dovrebbe esserci solo basilico secco?
Probabilmente è un errore di dosaggio del cloro nella fase di lavaggio
Vi ringrazio, dello straordinario lavoro d’informazione che fate. Purtroppo, non ci si può fidare neppure, dei prodotti bio!
Errare è umano, anche i produttori di biologico possono sbagliare, si possono sempre verificare delle situazioni che non erano state previste. La verità è che l’unico modo per essere sicura di ciò che introduce nel suo corpo è farselo da sola a partire da 0, e anche in quel caso ci potrebbero essere dei contaminanti nell’aria e nell’acqua che potrebbero compromettere la salubrità del suo prodotto. Inoltre le aziende alimentari sono obbligate a formarsi e sono soggette a controlli, eppure, nonostante ciò, è possibile sbagliarsi.
Aggiungo che il fatto che un prodotto provenga da “agricoltura biologica” non lo rende più sicuro o salutare. Si tratta di un equivoco comune: scegliere biologico significa sostenere pratiche più rispettose per l’ambiente e il benessere animale, non necessariamente ottenere un prodotto più stabile o più sicuro dal punto di vista igienico-sanitario. Anzi a volte, proprio il fatto di non poter usare certi trattamenti lo rende più fragile e più deperibile, quindi potenzialmente più rischioso per la salute, se parliamo di un rischio microbiologico.
Molto interessante, ammiro la vostra attenzione e controllo per noi consumatori
Informazioni utili che servono a tutti i cittadini, poi mi è capitato di ascoltare opinioni di cittadini abulici che non hanno assolutamente la capacità cognitiva di porre attenzione al cibo che normalmente vanno a comprare, per questi ( e non sono pochi ) si compra senza porre attenzione.
Mi chiedo come sia possibile che siano spesso proprio i prodotti Bio ad essere contaminati? Dovrebbero essere i più sicuri, ma non è la prima volta che vedo “incriminati” proprio quelli Bio .
A volte le contaminazioni sono dovute ai sistemi di agricoltura intensiva che usano sostanze chimiche nei campi confinanti
E’ fondata l’ipotesi avanzata nell’articolo: con tutta probabilità si tratta di un unico lotto di materia prima, che il fornitore ha suddiviso in sub-lotti pervenuti ai due operatori che si sono limitati a confezionare il prodotto sotto più marchi.
Il meccanismo di funzionamento del richiamo può essere:
a) nelle analisi in autocontrollo di routine il fornitore verifica una non conformità, segrega il prodotto non ancora commercializzato e informa i clienti a cui ha consegnato il prodotto risultato non conforme, cosicchè a loro volta segreghino quanto non ancora utilizzato e richiamino quanto già venduto; del richiamo viene dato pubblico avviso.
b) la non conformità è emersa dalle analisi in autocontrollo di routine da parte di uno dei confezionatori, che ha provveduto a segregare quanto non utilizzato, a richiamare quanto già venduto, a informare i clienti cosicchè possano informare i consumatori e a informare il fornitore, che opera come al punto a); del richiamo viene dato pubblico avviso.
c) la non conormità emerge dalle analisi effettuate nel quadri dei controlli suil mercato da parte dell’autorità pubblica, che informa il confezionatore, che provvede a operare come al punto b); del richiamo viene dato pubblico avviso.
Grazie infinite cara Giulia per l’attenzione che metti nelle comunicazioni. Molto professionale.