Puzzone di Moena

Dopo il richiamo di ieri del formaggio latte crudo contaminato da Escherichia coli STEC che ha coinvolto una bambina di un anno di Cortina d’Ampezzo ricoverata per una sindrome emolitico uremica (SEU), il Ministero della Salute ha disposto un nuovo avviso di richiamo per il formaggio Dop Puzzone di Moena di Predazzo e Moena Dop. Le analisi condotte hanno riscontrato la presenza di Escherichia coli al suo interno. Il formaggio è stato prodotto nel Caseificio Sociale di Predazzo e Moena S.C.A situato in via Fiamme Gialle 48, Predazzo (TN).

La SEU è la complicanza più grave dell’infezione da E. coli produttore di Shiga-tossina, che colpisce prevalentemente i bambini in età prescolare ed è quasi sempre di origine alimentare. Tra gli alimenti più a rischio ci sono il latte crudo (e i formaggi prodotti con latte crudo) e la carne cruda (leggi qui un approfondimento sulla sindrome emolitico uremica e l’intervista all’esperta dell’Istituto Superiore di Sanità).

Forme di formaggio fontina in stagionatura su scaffali di legno
Ennesimo richiamo di formaggio contaminato da Escherichia coli STEC

Per questo il ministero della Salute ha disposto un nuovo avviso di richiamo e invitato i consumatori a non consumare il formaggio. Per riconoscere il prodotto in questione ci sono diversi riferimenti, quali il lotto, il marchio e lo stabilimento di produzione.

Il richiamo del formaggio

Il formaggio Dop richiamato dal Ministero della Salute viene venduto, come detto, con il marchio Puzzone di Moena di Predazzo e Moena Dop in volumi di vendita da forma intera. I lotti interessati dal richiamo sono: 24080, 24084, 24094, 24099, 24103, 24115, 24124, 24125, 24126, 24132, 24134, 24136, 24138, 24141, 24153, 24157, 24158, 24160, 24161, 24163, 24164, 24166, 24167.

Un altro modo per identificare il formaggio Dop richiamato è la sua data di scadenza che, in questo caso, è pari a 90 giorni.

A scopo precauzionale, l’azienda raccomanda quindi di non consumare il formaggio con i numeri di lotto sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori in possesso del prodotto richiamato possono invece restituirlo al punto vendita d’acquisto.

Dal primo gennaio 2024 Il Fatto Alimentare ha segnalato 243 richiami, per un totale di 613 prodotti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.

© Riproduzione riservata – Foto: Ministero della Salute

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