Nel 2022, in Italia è stato registrato il numero di casi di Sindrome emolitico uremica (Seu) più alto di sempre. O per lo meno, è il più elevato da quando nel 1988 è iniziata la sorveglianza di una malattia considerata rara in termini di incidenza, ma che è la prima causa di insufficienza renale nei bambini. E proprio perché si manifesta prevalentemente nella popolazione pediatrica, può arrecare danni alla salute che si ripercuotono per il resto della vita.
La sindrome emolitico-uremica nella maggior parte dei casi è la conseguenza di un’infezione, molto spesso di origine alimentare. In oltre il 90% dei casi, un episodio di gastroenterite con diarrea precede di circa 7-10 giorni i sintomi clinici della Seu: danno renale acuto, anemia emolitica causata dalla rottura dei globuli rossi e un basso numero di piastrine nel sangue (piastrinopenia). “La Sindrome emolitico uremica– spiega Gaia Scavia, ricercatrice dell’Istituto superiore di sanità – è la complicanza più grave dell’infezione da E. coli produttore di Shiga-tossina (Stec). Nella maggioranza di casi di infezione da Stec si verificano solo sintomi intestinali, ma in una quota minore di casi (il 10-15%) la tossina supera la barriera intestinale e causa danni multiorgano alla base della Seu.”
Ogni anno in Italia si verificano in media tra i 60 e 70 casi di Seu: secondo l’ultimo rapporto del Registro italiano sindrome emolitico uremica, curato dall’Istituto superiore di sanità con la Società italiana di nefrologia pediatrica (SiNePe), nel 2022 i casi segnalati sono stati 91, con un aumento relativo del 39,4% rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Oltre la metà (50) si è verificata nel corso della stagione estiva: nel solo mese di giugno è stato osservato un aumento del 150% rispetto alla media dei 10 anni precedenti. A questo importante incremento ha contribuito soprattutto un focolaio riscontrato in Emilia-Romagna tra giugno e luglio 2022, mentre nel resto dell’anno i casi sono rimasti sostanzialmente in linea con l’andamento osservato negli anni precedenti.
Dei 91 casi di Sindrome emolitico uremica registrati lo scorso anno, 89 si sono verificati nella popolazione pediatrica, la maggior parte dei quali sotto i 5 anni (70%). Sul perché la Seu si manifesti quasi esclusivamente nei bambini, in particolare i più piccoli, ci sono alcune ipotesi “Colpisce soprattutto i bambini ed è molto probabile che ciò sia legato ad una componente di carattere immunitario e al microbiota, entrambi ancora in fase di sviluppo. – Spiega la ricercatrice. – Si tratta di una condizione di base che rende i piccoli più a rischio di infezione e di complicanze gravi, comune anche ad altre malattie a trasmissione alimentare come la Salmonella”. Inoltre, probabilmente gioca un ruolo anche la maggiore suscettibilità dovuta al fatto che per i bambini è sufficiente una quantità di batteri (dose infettante) più bassa degli adulti per scatenare l’infezione. Senza dimenticare che nella prima infanzia i bambini tendono a mettere in bocca di tutto, entrando in contatto con più microrganismi e hanno quindi più occasioni di infettarsi, anche per vie diverse da quella alimentare.
È difficile dire quali sono gli alimenti che sono maggiormente responsabili della Sindrome emolitico uremica in Italia. “Questo perché, in generale, sul caso singolo sporadico è difficile stabilire qual è il cibo coinvolto, per via della settimana di distanza temporale tra la gastroenterite e la manifestazione dei sintomi. La ricostruzione è più facile in caso di focolai, perché si può vedere se c’è un alimento in comune. – Continua Scavia. – Si può dire, però, quali sono gli alimenti più a rischio perché più spesso contaminati, sulla base dei dati raccolti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Si tratta del latte crudo, formaggi a latte crudo con stagionatura breve e pasta molle, la carne cruda tritata e altri alimenti crudi, come frutta e verdura.” In passato si sono verificati anche focolai di Sei legati ad alimenti ‘atipici’: il caso più recente è quello di un focolaio con quasi cinquanta casi e due morti che si è verificato nel 2022 in Francia, a causa della pizza Buitoni surgelata contaminata da Escherichia coli produttore di tossina Shiga (ne abbiamo parlato in questo articolo e in questo articolo).
Per ridurre il rischio di Sindrome emolitico uremica, i genitori dovrebbero evitare di dare ai bambini formaggi preparati con latte crudo poco stagionati, mentre se si acquista il latte crudo bisogna consumarlo solo dopo bollitura, come raccomandato dal ministero della Salute. Gli hamburger e le altre specialità a base di carne trita dovrebbero essere consumati, anche dagli adulti, solo dopo completa cottura fino al cuore del prodotto. Frutta e verdura devono essere sempre lavate con cura perché possono essere contaminate sulla superficie e si deve fare particolare attenzione all’igiene in cucina per evitare contaminazioni crociate, magari tagliando i pomodori sul tagliere e con il coltello impiegati prima per la carne o pollo crudo: un consiglio valido per evitare anche salmonellosi e campilobatteriosi. “Non bisogna dimenticare le acque. – Conclude la ricercatrice. – I bambini dovrebbero bere solo acque sicure, quelle dell’acquedotto e imbottigliate, evitando quelle di pozzi non controllati e ruscelli”
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Io mi auguro che molte mamme leggano con estrema attenzione questo articolo che dispensa ottimi suggerimenti su come evitare possibili infezioni alimentari ai loro bambini.Un capitolo a parte invece meriterebbe il discorso di molti genitori che dovrebbero tutelare il *sistema immunitario* dei loro bimbi quasi come fosse uno scrigno prezioso..Più i bambini( ma questo vale anche x i nostri amici a 4 zampe ) avranno un sistema immunitario forte ,meno andranno incontro ad infezioni in genere ..E’ bene ricordare che il 70/% delle nostre difese immunitarie si trova proprio nell’ intestino ..Sarebbe cosa buona e giusta scrivere un articolo su come sostenere al meglio le difese del sistema immunitario ,indicando soprattutto che cosa lo distrugge .( Che molto spesso non viene specificato)
Gentilissima, il concetto di fondo del suo ragionamento è corretto, ma notando ahimè nel commento una sua ingenuità manifesta (e non è la prima volta), le vorrei chiedere: di che generazione è Lei? Grazie. Saluti