È stato confermato il legame tra le pizze surgelate Buitoni della linea Fraîch’Up e i casi di sindrome emolitico-uremica in Francia, che nel frattempo sono saliti a 50 e hanno provocato due morti. Lo comunicano le autorità sanitarie francesi in un aggiornamento sul focolaio che ha interessato il paese dall’inizio dell’anno, con un numero di casi insolitamente alto per il paese. Nel corso delle indagini epidemiologiche e microbiologiche, era stata rilevata la presenza di Escherichia coli O26 nell’impasto di una pizza trovata nel congelatore di una famiglia in cui si era verificato un caso di sindrome emolitico-uremica. Dopo il richiamo dei prodotti, fanno sapere le autorità francesi, il numero di infezioni ha cominciato a stabilizzarsi. In Italia questo tipo di pizza non viene venduta.
Dall’inizio dell’anno in Francia si sono verificati 50 casi di sindrome emolitico uremica, di cui 48 causati da infezioni da E. coli O26, il ceppo rilevato nell’impasto della pizza surgelata Buitoni. Gli altri due sono stati provocati da un altro ceppo, l’O103. Altri 25 casi di sindrome emolitico uremica e di infezioni da E. coli produttore di tossina Shiga (STEC) sono sotto indagine. Quasi tutti gli episodi confermati hanno riguardato bambini con un’età media di 7 anni e due minori sono deceduti. Gli unici due adulti colpiti avevano più di 90 anni.
Il richiamo della linea Fraîch’Up Buitoni
Dopo la segnalazione del legame tra le pizze e le infezioni, Buitoni, che fa parte del gruppo Nestlé, ha richiamato in via precauzionale tutti i lotti e tutte le referenze della linea Fraîch’Up acquistate prima del 18 marzo 2022, gamma che conta 16 tipologie diverse di pizza. Questa particolare linea è caratterizzata da un impasto crudo che lievita e cuoce nel forno, e per questo richiede tempi di cottura più lunghi delle classiche pizze surgelate. È quindi possibile che i bambini si siano infettati mangiando pizze che non erano state cotte a sufficienza: gli impasti crudi o poco cotti infatti possono essere una via di trasmissione dei batteri responsabili della sindrome emolitico-uremica.
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© Riproduzione riservata Foto: iStock, Fotolia, Buitoni
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
La pizza si va in pizzeria che in Italia ve ne sono 2 sotto ogni campanile. Altrimenti è quella in teglia della mamma che mangiamo per amore ma è già al limite di una eresia.
E’ capitato anche a me, con una pizza margherita, dopo circa 1 ora sono stato costretto ad andare al bagno ogni quarto d’ora e per tutta la notte! La mattina mi sentivo sfinito, ma chiamai la Buitoni, che se ne lavò le mani, dicendo che sarebbe dipeso dalla cattiva consevazione del mio supermercato! Comunque una delle due, la buttai e la nestlè se la cavò con una confezione di prodotti Nestlè ed un buono di 5 euro che coprivano la spesa da me sostenuta!
In Italia non è venduta la pizza Buitoni che ha causato i problemi in Francia.
La pizza che ha causato i problemi in Francia non è venduta in Italia
Le ultime righe dell’articolo sono emblematiche:
“È quindi possibile che i bambini si siano infettati mangiando pizze che non erano state cotte a sufficienza: gli impasti crudi o poco cotti infatti possono essere una via di trasmissione dei batteri responsabili della sindrome emolitico-uremica.”
Come si fa a non cuocere “sufficienza” una pizza surgelata?!?
E nel caso, perchè non è stata rimessa nel forno fino a cottura completa?