Un lettore ci scrive per segnalare un’informazione presente su una marmellata della linea Natù della marca Rigoni di Asiago, chiedendoci se è tutto regolare. Di seguito la lettera giunta in redazione e la risposta dell’azienda.
La lettera sulla marmellata
Buongiorno, qualche tempo fa ho fatto la spesa presso il supermercato Eurospar di San Daniele del Friuli (Udine) e, in procinto di acquistare la confettura ai frutti di bosco Rigoni di Asiago, controllo l’etichetta accorgendomi che, nonostante la dicitura senza zuccheri aggiunti, nella tabella degli ingredienti, compare la presenza di eritritolo, comunemente usato come dolcificante. Ritenendo fuorviante la discrepanza tra la dicitura senza zuccheri aggiunti e quanto indicato tra gli ingredienti, ho evitato l’acquisto e fotografato il barattolo, di cui vi inoltro le tre foto. Inoltre gli ingredienti sono sul lato opposto la tabella con i valori nutrizionali, sotto la quale campeggia la proporzionalità tra quantità di frutti di bosco e quella di purea di mele. Angelo
La risposta dell’azienda
Siamo ben lieti di fornire tutte le informazioni utili ai consumatori per rispondere ai dubbi sulle caratteristiche dei nostri prodotti della linea Natù. Le preparazioni di frutta della linea Natù sono state studiate e realizzate proprio per quei consumatori attenti all’apporto di zuccheri nella dieta quotidiana senza compromessi sul gusto.
Come ha osservato il consumatore, in lista ingredienti, è presente l’edulcorante eritritolo che, pur essendo un ingrediente con funzione dolcificante, non è uno zucchero ma un polialcol. Con il termine “zuccheri” si definiscono infatti: “tutti i monosaccaridi e i disaccaridi presenti in un alimento, esclusi i polioli”. A livello nutrizionale l’eritritolo, a differenza degli zuccheri, ha un valore energetico pressoché nullo, nonostante l’elevato potere dolcificante (l’apporto in calorie è considerato zero ai fini dell’etichettatura dei prodotti alimentari) ed un indice glicemico pari a zero.
Teniamo a precisare inoltre che, ad oggi, l’eritritolo è l’unico edulcorante reperibile sul mercato con certificato biologico, grazie alla sua derivazione di origine naturale. Il contenuto di zuccheri dichiarato nelle informazioni nutrizionali, per le preparazioni di frutta Natù, è dato esclusivamente dagli zuccheri presenti naturalmente nella frutta impiegata.
In considerazione delle caratteristiche del nostro prodotto ed in particolare per il fatto che non contiene mono- o disaccaridi aggiunti per le proprietà dolcificanti, la norma ci consente di riportare il claim “senza zuccheri aggiunti”; indicazione indubbiamente utile e di interesse per i consumatori con particolari esigenze nutrizionali.
Infine, proprio per evitare fraintendimenti per il consumatore, abbiamo ritenuto di esplicitare il dettaglio della composizione della frutta utilizzata in riferimento al claim “95% frutta” presente nel campo visivo principale. Questa indicazione è riportata sotto la tabella nutrizionale in una posizione facilmente visibile e vicina al claim a cui fa riferimento.
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Si può andare praticamente tranquilli: “senza zuccheri aggiunti” vuole dire che ci sono edulcoranti… Perché le persone non vogliono mica rinunciare al dolce, me compreso. Io però i prodotti con edulcoranti preferisco evitarli, tra l’altro di difetti ne hanno e ne avete scritto anche qui.
Tra l’altro nel prodotto specifico noto che contiene il 40% di purea di mela, ed uno potrebbe chiedersi perché visto che è una marmellata ai frutti di bosco… Sarà che la mela costa meno?
C’è poi un altro aspetto, che mi riguarda e che ho scoperto anche in bevande dove il succo di mela viene usato come dolcificante. Ci sono persone che hanno problemi o vere allergie alla mela! Ma credo non sia tra gli allergeni che vanno indicati. Conclusione: cerco di evitare prodotti “nuovi” oppure leggo bene l’etichetta di composizione perché un prodotto che davanti è ai frutti di bosco, dietro ha il 40% di mela… Ma questo dovrebbero indicarlo già nella etichetta “principale”….
Gli edulcoranti non sono tutti uguali. Chimicamente sono sostanze appartenenti a categorie molto diverse e con diverso impatto sulla salute: alcuni sono sotto indagine per possibili effetti collaterali (commisurati comunque alla quantità assunta, spesso assai bassa perché hanno potere dolcificante molto superiore al saccarosio e quindi si usano in quantità assai ridotte) altri non risultano, ad oggi, avere effetti collaterali noti.
L’eritritolo è uno degli ultimi, se non addirittura l’ultimo, approvato per l’uso alimentare umano ed è naturale, a differenza di altri che sono sintetici o semisintetici.
Essendo l’ultimo arrivato, per forza di cose non ci sono ancora studi a lungo termine, ma il fatto di essere una sostanza naturale già di per sé è una forma di garanzia.
Personalmente credo abbia le carte in regola per sostituire quelli sintetici.
Per quanto riguarda la mela, gli unici allergeni di cui è necessario dichiarare la presenza sono quelli presenti nell’Allegato II del Regolamento UE 1169/2011 (sono 14 categorie) e sono quelli di cui è noto e riconosciuto un rischio serio per la salute e la vita stessa del consumatore sensibile all’allergene.
La mela non è fra questi, così come per esempio la fragola e altre sostanze.
Quanto alla presenza in etichetta, anche in questo caso valgono le regole del Regolamento citato (e non solo, per la verità…) che sono piuttosto restrittive e garantiste, e ben poco lasciano alla fantasia e/o alle furbate…
Nel complesso, da questo punto di vista non siamo messi male.
È vero, per gli edulcoranti c’è bisogno di ulteriori studi. Qui avevamo parlato dell’eritritolo https://ilfattoalimentare.it/eritritolo-rischio-infarto-ictus-stevia.html
Avrei molto da commentare, mi limito al minimo. Non c’è alcuna certezza che un prodotto naturale sia meno dannoso di uno sintetico, questo fa parte dei racconti bucolici sulla natura madre… Molti allergeni sono naturali… Il veleno è naturale… Una cosa è buona se è buona, e viceversa.
Se c’è una cosa che negli alimenti è poco chiara è l’etichetta principale, che molto spesso suggerisce cose diverse dalla realtà. Certo, tutto a norma, ciò non toglie che ad esempio un prodotto che ha un nulla di tartufo possa essere indicato come “al tartufo”. In questo sito di etichette ingannevoli ne ragioniamo spesso… Non a caso viene fuori che occorre vedere gli ingredienti per capire bene. L’azienda infatti nella etichetta principale cerca di indicare le cose che tornano comode a loro.
Infine, che un prodotto come Natù che viene venduto e pubblicizzato di qualità superiore indichi solo nella composizione la presenza del 40% di mela… forse pare normale a lei. Io dalla etichetta capisco che è di frutti di bosco
Se un prodotto non contiene tartufo (nemmeno sotto forma di aroma naturale almeno il 95% della cui componente aromatica derivi dal tartufo) non può essere etichettato come “al tartufo”.
Fa giurisprudenza la sentenza C-195/14 della Corte di giustizia europea, secondo la quale quando l’etichettatura di un prodotto alimentare suggerisce la presenza di un ingrediente che in realtà è assente (assenza che emerge unicamente dall’elenco degli ingredienti), va considerata tale da indurre in errore l’acquirente sulle caratteristiche del prodotto e come tale sanzionata dall’autorità nazionale.
La mela è usata come addensante e non come dolcificante
Non ho scritto che è usata come dolcificante. Ho scritto che è una buona percentuale del prodotto. Avrà gli zuccheri naturali che ha ogni purea di mela immagino
La spiegazione data da chi produce la marmellata, secondo me è molto chiara. Quanto prima acquisterò un bel vasetto.di marmellata Natů, la cui descrizione mi pare ottima. Secondo me in giusta quantità, senza esagerare, che sia con zucchero e/o senza nulla fa male..
Sulla purea di mela confermo che spesso c’è il trucco. Aggiungere ingredienti che contengono zucchero per dolcificare al posto dello zucchero è in normatva considerato equiovalente ad aggiungere zuccheri. In questo caso l’azienda dichiara che la purea di mela non è aggiunta con funzione dolcificante ma addensante (il 40%? vabbè) ma è indubbio che gran parte della dolcezza del prodotto viene dagli zuccheri apportati dalla mela.
In generale il claim “senza zuccheri aggiunti” su prodotti del genere è in realtà poco rilevante, perché gli zuccheri provenienti naturalmente dalla frutta, una volta che non sono più nella frutta intera ma nel prodotto finito, non sono per noi molto diversi da quelli che potrebbero essere aggiunti. Il che ovviamente nulla toglie alla qualità del prodotto, ma chi ha davvero particolari esigenze nutrizionali farebbe bene a ignorare il “senza zuccheri aggiunti” e guardare direttamente la tabella nutrizionale.
Mi fa sorridere anche il claim “fonte di fibre”, evidentemente senza senso se applicabile ad un prodotto con 2,7g di fibre su 100g
L’indicazioni ‘fonte di fibre’ o ‘contiene fibre’ si possono impiegare quando c’è la presenza nell’alimento di almeno 3 g di fibre per 100 g, ovvero almeno 1,5 g di fibre per 100 kcal.
Concordo! Viste le quantità modeste di marmellata che si consumano in un giorno, parlare di ricchezza di fibre fa un po’ sorridere! Per la salute, dovremmo arrivare almeno a 25 g al giorno…e non è certo la confettura a dare un forte contributo. Parola di nutrizionista.
Dire che il dolcificante usato non è uno zucchero ma un polialcol mi sa di presa in giro. Se la memoria non mi tradisce tutti gli zuccheri, compresi mono e disaccaridi, sono dei polialcoli.
I polialcoli, dal punto di vista chimico/molecolare sono carboidrati, simili a monosaccaridi e disaccaridi ma con una funzione ossidrilica al posto di quella aldeidica o chetonica. Sono prodotti che derivano dai corrispondenti zuccheri precursori: glucosio -> sorbitolo; lattosio -> lactitolo; maltosio -> maltitolo; ecc. I polialcoli si riconoscono infatti perché il loro nome termina in -olo.
Viceversa, non tutti i carboidrati sono polialcoli: glucosio, fruttosio, lattosio NON sono polialcoli.
Tuttavia, dal punto di vista dell’etichettatura nutrizionale (così come stabilito dal Regolamento UE 1169/2011) i polialcoli non rientrano tra gli “zuccheri” da includere nella tabella nutrizionale, perché hanno un potere calorico inferiore.
Ricapitolando: i polialcoli sono zuccheri dal punto di vista molecolare, ma non sono zuccheri per la normativa in vigore sulle etichette (da qui probabilmente nasce la confusione).
chewing-gum senza zucchero ti dice nulla?
La differenza chimica tra zuccheri e polioli non è irrilevante. In particolare la presenza di multipli gruppi OH cambia drasticamente il metabolismo delle molecole, motivo per cui, pur essendo carboidrati monomerici, a livello nutrizionale non vengono considerati tra gli zuccheri. L’eritritolo in particolare ha calorie praticamente nulle, a differenza degli zuccheri che hanno circa 4 kcal/g (il valore esatto dipende dal monomero o dimero preso in esame). Un’altra differenza importante dei polioli è che sono acariogeni: non possono essere metabolizzati dalla nostra flora batterica della bocca, ragion per cui vengono comunemente usati per dolcificare il dentifricio.
Dire che l’edulcorante usato non è uno zucchero ma un poliacol mi sa di presa in giro. Se la memoria non mi tradisce tutti gli zuccheri sono polialcoli compresi mono e disaccaridi.
Ottimo articolo, chiaro e preciso. Bravi
Nessun consumatore si è ancora accorto che le fibre nonostante siano carboidrati in etichetta sono esplicitate a parte
Se al limite dovessi fare un appunto al prodotto citato dal signore è la presenza di un aroma sebbene di derivazione naturale, ma pur sempre un aroma, che sicuramente servirà per migliorare la palatalabilita’ del prodotto. Sul fatto che ci sia la purea di mele non lo vedo come una modo per truffare il consumatore, alla fine in etichetta c’è scritto che contiene il 95% di frutta e non il 95% di frutti di bosco (quella è una deduzione del consumatore, e su questo le etichette ci giocano molto). Oltretutto dobbiamo considerare che con alcuni tipi di frutta, proprio per la loro naturale mancanza di addensanti, sarebbe impossibile ottenere una composta, infatti anche volendo farla in casa solitamente si aggiunge una mela o la buccia ed i semi della mela che ne sono ricchi. Alla fine penso che il prodotti Rigoni siano un buon compromesso tra qualità e prezzo, considerando che si tratta di prodotti presenti nella grande distribuzione. Per quanto riguarda l’eritritolo da nutrizionista posso dire che è forse il migliore degli edulcoranti ad oggi presenti sul mercato, quello che mi sento di consigliare è di utilizzarlo come “ponte” per poi abituarsi a non aggiungere più nessun tipo di zucchero alla frutta in modo da rieducare il nostro palato al vero sapore degli alimenti.
Più che dello zucchero mi son sempre chiesto il perché venga così evidenziato il nome “Asiago”. Ok,la proprietà può essere originaria dell’altopiano,ma il prodotto è confezionato con materie prime che arrivano dall’altopiano? Non credo…visto che le materie prime arrivano dai paesi dell’est. Casomai in altopiano vengono confezionate,ma questo non giustifica il far risaltare il nome “Asiago”. A mio parere sulle confezioni di marmellata andrebbe specificato bene in evidenza la provenienza della frutta. Se acquisto una confezione di mele trentine,la cosa più logica a cui pensa un consumatore è che le mele arrivano dal Trentino
Le mele (convenzionali o biologiche) per le quali ai sensi del Reg. UE n.543/2011 sia indicata “origine: ITALIA” devono essere coltivate in Italia; se, ai sensi dello stesso regolamento è indicato “origine ITALIA-Trentino” o “origine ITALIA-Valle dell’Adige” devono essere coltivate, rispettivamente, in provincia di Trento o nella Valdadige.
Ma la normativa sull’ortofrutta è specifica e non va confusa con quella sugli altri alimenti.
Su questo aspetto l’etichetta di Rigoni di Asiago è del tutto conforme.
Per i prodotti biologici sin dal 2010 è obbligatorio indicare in etichetta il luogo di provenienza di TUTTE le materie prime che compongono il prodotto (non solo dell’ingrediente principale, come in alcuni casi è richiesto per i prodotti convenzionali).
La Commissione europea, nella sua comunicazione 2020/C 32/01 ha valutato che le disposizioni del regolamento sugli alimenti biologici che già prevedono l’indicazione obbligatoria sull’origine (“Agricoltura Italia”, “Agricoltura UE”, Agricoltura non UE”, “Agricoltura UE/non UE”) forniscono al consumatore ampie informazioni; il regolamento biologico è ritenuto lex specialis e come tale prevale sulla ex generalis (in altre parole continua a essere applicabile anche se prevede un livello di informazioni superiore a quello richiesto dalla norma generalmente applicabile).
Il fatto che sia indicata l’origine UE e non UE degli ingredienti rende manifesto al di là di ogni fraintendimento che non sono tutti coltivati sull’altopiano di Asiago, e ciò indipendentemente dal fatto che la ragione sociale dell’azienda faccia riferimento alla località di Asiago.
Non c’entra, ma a titolo di curiosità segnalo che l’anno scorso Poste Italiane ha dedicato a Rigoni di Asiago un francobollo della serie tematica “Eccellenze del sistema produttivo ed economico” in occasione del centesimo anniversario della fondazione.
come già portato a conoscenza dal fatto alimentare, anche sull’eritritolo c’è bisogno di maggiori approfondimenti per capire se è un edulcorante naturale che fa bene o male alla salute. a mio modo di vedere, che si tratti di una sostanza naturale o artificiale, ai fini sanitari, è sempre bene indagare a fondo sulle conseguenze di un suo consumo. anche il comunissimo fruttosio, sostanza naturale, è capace di comportare problemi di salute, se estrapolato dai contesti da cui è ricavato.
Io acquisto da anni marmellata Rigoni (non Natu, ma l’altro tipo comunque senza zuccheri aggiunti) alternativamente al marchio del supermercato subito sotto, di medesima qualità, e sinceramente nessuna ha aggiunta di edulcoranti.
La mela, poiché non mi dispiace, non ho mai avuto problemi con una presenza di percentuale variabile, il prodotto finale è comunque sempre apprezzabile, almeno per me.
Degli edulcoranti, anche la stevia secondo alcuni, non sarebbe del tutto sicura a causa di pochi studi, se non ricordo male.
Noto che la denominazione di vendita del prodotto non è “confettura” ma “preparazione biologica” probabilmente proprio per la mancanza di zuccheri.
Lo capiranno i consumatori?
Le confetture hanno una normativa di settore che specifica gli ingredienti ammessi, sostanzialmente frutta, zucchero e pectina. Se si utilizzano ingredienti diversi, come nel caso in esame dove non c’è zucchero di barbabietola o canna, o si usa il miele al posto dello zucchero come in altri prodotti, non si può utilizzare il termine “confettura”. Per questo viene utilizzata la dicitura “preparazione biologica ai frutti di bosco con edulcorante”.
posso solo apprezzare questo buonissimo prodotto e confermare le proprietà dell’eritritolo che utilizzo quotidianamente per la mia colazione ed i dolci.
Spiegazione eccellente