Per dissetarci la cosa migliore è bere acqua, ma dovendo scegliere fra le bevande conviene affidarsi al Nutri-Score. Ma è meglio bere una bibita gassata, un tè freddo o un succo di frutta? È preferibile una bibita zuccherata oppure dolcificata con edulcoranti artificiali?
Come scegliere le bevande?
Nella scelta, forse, potrebbe aiutarci il Nutri-Score, un sistema ideato per rappresentare in modo semplice e immediato la qualità nutrizionale di un alimento. Questo tiene conto di aspetti positivi (la presenza di frutta e verdure, di fibre e di proteine) e negativi (zuccheri, apporto calorico, grassi saturi e sale) per elaborare una valutazione sintetica, espressa con cinque lettere – dalla A per gli alimenti da consumare più spesso, alla E per quelli da limitare – e cinque colori: da verde intenso a rosso, passando per verde chiaro, giallo e arancio, mano a mano che la qualità nutrizionale si abbassa.
È stato adottato in diverse nazioni europee, in via volontaria, e si trova al centro delle polemiche, sia perché è molto difficile sintetizzare la qualità nutrizionale in un ‘voto’ o un colore, sia perché le valutazioni di questo sistema spesso penalizzano alimenti prodotti da potenti multinazionali.
Bevande e Nutri-Score: parola all’esperto
“Il Nutri-Score – fa notare Antonio Pratesi, medico nutrizionista, specializzato in Scienza dell’alimentazione – ha il vantaggio di essere uno strumento pratico che può essere man mano adattato e migliorato alla luce delle nuove evidenze scientifiche nel campo della nutrizione. Per esempio, le bibite con edulcoranti che in passato ricevevano, in modo piuttosto discutibile, una B, dal 2024 passeranno alla categoria C (giallo). L’unica bevanda che riceve una A rimane l’acqua. (Ne abbiamo parlato in questo articolo sull’aggiornamento dell’algoritmo del Nutri-Score).
Il sistema, quindi, continuamente rivisitato da scienziati indipendenti, è in grado di neutralizzare eventuali escamotage che l’industria delle bevande adotta per migliorare in maniera fittizia il punteggio, per esempio abbassando gli zuccheri aggiunti di una bevanda introducendo degli edulcoranti.”
Il Nutri-Score, però, in generale non tiene conto della presenza di additivi come conservanti, coloranti, addensanti ed edulcoranti, una serie di sostanze utilizzate per rendere più apprezzabile un alimento industriale, che in questo caso viene detto ultra-trasformato. Dato che diverse ricerche hanno trovato correlazioni fra il consumo frequente di alimenti ultra-trasformati e la comparsa di patologie come infarto e ictus (come spiegato in questo articolo sul rapporto tra ultraprocessati e cuore) è necessario considerare anche questo aspetto e non solo la composizione nutrizionale.
Il sistema Nova
Per questo è stato introdotto il sistema Nova che valuta gli alimenti in base al grado di trasformazione. Il gruppo Nova 1 è per alimenti minimamente o per nulla trasformati come semi, frutta, foglie, o parti di animali (muscoli, frattaglie, uova, latte). Il Nova 2 include gli alimenti abitualmente usati in cucina come zucchero, sale, olio o burro oppure derivati dalla lavorazione di alimenti del gruppo Nova 1. Il gruppo Nova 3 comprende alimenti trasformati come pesce in scatola, frutta sciroppata, formaggio e pane fresco, fatti essenzialmente aggiungendo sale, olio, zucchero o altre sostanze agli alimenti del Gruppo Nova 1 e Nova 2. Infine, ci sono gli alimenti ultraprocessati del gruppo Nova 4, come bevande, dolci, snack confezionati, prodotti di carne ricostituita e pasti congelati precotti.
Oltre a grassi, sale e zuccheri, utilizzati per gli alimenti del gruppo Nova 3, per questi ultimi si utilizzano anche sostanze non usate di solito in cucina: alcune ricavate direttamente dagli alimenti, come caseina, lattosio e siero di latte. Altre sostanze sono derivate dalla trasformazione di componenti degli alimenti, come proteine idrolizzate, glutine e maltodestrine, ma anche coloranti, aromi, esaltatori di sapidità, edulcoranti ed emulsionanti.
L’uso di entrambi i sistemi, Nutri-Score e Nova, può dare in sintesi e a colpo d’occhio le maggiori informazioni possibili riguardo la composizione di un alimento o una bevanda.
Un’app per scoprire Nutri-Score e classe Nova dei prodotti
Anche se in Italia non è consentito utilizzare il Nutri-Score sulle etichette degli alimenti, è possibile scaricare un’applicazione (gratuita) per fare la scansione dei codici a barre e ottenere questa valutazione a cinque colori, insieme alla classificazione Nova. Questo sistema può essere utilizzato al momento dell’acquisto, per valutare gli alimenti e le bevande che troviamo sugli scaffali e scegliere in modo oculato. Tuttavia, l’app, che deriva il Nutri-Score dal database open source Open Food Facts, nel momento in cui scriviamo, non fornisce ancora i giudizi aggiornati al nuovo algoritmo.
Vedremo allora, come mostra la tabella sottostante, che tutte le bibite gassate zuccherate sono classificate E Nova 4, perché troppo ricche di zuccheri, oltre che ultra-processate. Le bibite gassate con edulcoranti, invece, sono di solito B Nova 4 (dal 2024 C), perché non contengono zuccheri e non forniscono alcun apporto energetico, però sono ricche di additivi, alcuni dei quali considerati ‘a rischio‘, come il colorante caramello solfito-ammoniacale (E 150d) e gli edulcoranti acesulfame K e aspartame.
Lo stesso vale per i tè freddi: se sono zuccherati ricevono una E, se dolcificati con edulcoranti una B, oppure una C se contengono una miscela di zucchero ed edulcoranti. Il gruppo Nova è sempre il 4. Per quanto riguarda le bevande a base di frutta, i ‘veri’ succhi, senza aggiunta di zuccheri, sono classificati C Nova 1, perché il livello di trasformazione è minimo, ma si tratta in ogni caso di bevande ricche di zuccheri. I nettari, preparati con frutta, acqua e zucchero, ricevono invece una E, perché la percentuale di frutta è più bassa e viene aggiunto zucchero, rientrano inoltre nel gruppo Nova 4.
Utilizzare questo sistema garantisce di fare scelte salutari?
“L’etichetta fronte pacco (Nutri-Score) non basta per fare scelte alimentari salutari ma è un valido aiuto. (1-3) – dice Pratesi – Questo sistema non si sostituisce all’educazione alimentare ma la coadiuva e la supporta. L’algoritmo alla base dell’etichetta inglese (Traffic Light Label), che è poi divenuto la base del Nutri-Score, serve non solo per aiutare il consumatore nel momento dell’acquisto ma anche a classificare gli alimenti per decidere se tassarli, bloccarne la pubblicità ed eventualmente la vendita nei distributori automatici di scuole e ospedali.”
“Nel caso delle bevande non alcoliche le possibilità di scelta vanno da una A ad una E – fa notare l’esperto – quindi lo spettro è molto ampio. Una E consente al consumatore di capire che i nettari di frutta non sono così salutari come potrebbe sembrare. Le bevande edulcorate, con zero zuccheri aggiunti, ora sono classificate B ma in seguito all’aggiornamento dell’algoritmo, presto riceveranno una C.
Scegliere di bere solo acqua (o bevande non zuccherate o edulcorate) è un gesto semplicemente rivoluzionario per la salute della popolazione generale. Già da anni sappiamo che per ridurre l’obesità negli Stati Uniti sarebbe sufficiente ridurre l’introito calorico di circa 100 kcal/giorno nell’adulto, mentre nei bambini di 150 kcal/giorno.”
Quattro passi per l’educazione alimentare
“Un programma di educazione alimentare a costo zero – continua Pratesi – si potrebbe realizzare in base a quattro punti fondamentali (indicati nei documenti dell’Organizzazione mondiale della sanità e del World Cancer Research Fund per contrastare l’obesità): innanzitutto bloccando in ogni canale la pubblicità delle bevande edulcorate e zuccherate, soprattutto verso i bambini. Sarebbe poi opportuno introdurre una tassa specifica (sugar tax), utilizzare un’etichetta fronte pacco semplice e comprensibile come il Nutri-Score e infine eliminare i soft drink dai distributori automatici all’interno di scuole, palestre e ospedali.”
“Ma per far questo – conclude Pratesi – sarebbe necessaria una forte volontà politica, in grado di contrastare lo strapotere dell’industria alimentare. In Italia non si è fatto nulla in questo senso e infatti i bambini sono tra i più obesi d’Europa. Le nostre autorità scientifiche e sanitarie preferiscono aspettare e trattare direttamente l’obesità (e patologie associate come il diabete, ipertensione, tumori) con i farmaci e la chirurgia. La prevenzione e le politiche nutrizionali, infatti, espongono a rischi che noi italiani preferiamo evitare. L’uso dell’app del Nutri-Score permette per lo meno di bypassare l’ostruzionismo messo in atto in Italia nei confronti di questo sistema”.
(*) La tabella comprende diverse tipologie di bevande zuccherate: bibite con zuccheri aggiunti, bevande con zucchero ed edulcoranti artificiali, succhi di frutta
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
“Anche se in Italia non è consentito utilizzare il Nutri-Score sulle etichette degli alimenti”
Scusate, ma fatemi capire: sarebbe a dire che al produttore non è permesso dare al consumatore una informazione obiettiva e dimostrabile?
Se è così, mi sembra assurdo e anche di legittimità molto discutibile
E’ esattamente così! In Italia è vietato usare il Nutri-Score. Sono state irrorate da parte dell’Antitrust multe salate ad aziende che hanno utilizzato il logo Nutri-Score sui loro prodotti.
https://www.ilsole24ore.com/art/nutriscore-dall-antitrust-30mila-euro-multa-francese-dukan-AEuQllzB
La scusa sarebbe il fatto che il Nutri-Score sarebbe fuorviante … In realtà il Nutri-Score è già stato adottato in Spagna, Francia, Germania e altre nazioni europee proprio a TUTELA dei cittadini.
In Italia preferiscono tutelare il business facendo finta di tutelare il consumatore: l’etichetta italiana Nutrinform Battery è stata creata e appoggiata con il contributo di Federalimentare per bloccare il Nutri-Score.
E presidiano il paese affinché nessuna azienda adotti il Nutri-Score perché creerebbe un precedente che se apprezzato dai consumatori, come già avvenuto in Francia, costringerebbe altre aziende ad adottarlo a loro volta.
https://ilfattoalimentare.it/nutrinform-battery-nutri-score-salute.html
https://www.raiplay.it/video/2023/05/La-guerra-delle-etichette—Report-15052023-32f23605-ed25-45e4-b1b4-d6ae25f6d052.html
https://ilfattoalimentare.it/mangia-e-taci-libro-serge-hercberg-nutri-score.html
Cerco di usare l’acqua, ma ogni tanto mi concedo qualcosa, ad esempio una limonata da litro per non morire dalla voglia… La distribuisco su più pasti, ma il succo è che dall’etichetta vedo che il 12% è zucchero: sono 120 grammi, sono 24 cucchiaini, sbaglio? Un bicchiere da 200 grammi 5 cucchiaini… E non è il solo zucchero della giornata…
Ottimo, con l’affiancamento del sistema Nova al Nutri-Score la confusione per il consumatore aumenta!
La CocaZero prende un bel verde col Nutri-Score e un punteggio negativo con il sistema Nova.
Alla faccia di chi critica il NutrInform Battery perchè troppo complicato…
Questo articolo è stato scritto utilizzando il vecchio algoritmo del Nutri-Score, ancora in corso di validità.
Con l’aggiornamento dell’algoritmo bevande, in vigore fra poco più di un mese, la Coca-Cola Zero non avrà più il bollino verde, ma giallo. Il nuovo algoritmo penalizza la presenza di dolcificanti nei prodotti, in linea con le conoscenze scientifiche che si sono accumulate negli ultimi anni sugli effetti negativi degli edulcoranti. Ne abbiamo parlato in questo articolo: https://ilfattoalimentare.it/nutri-score-nuovo-algoritmo-bevande.html
Inoltre ricordo che la Coca-Cola Zero, finora, ha ricevuto una B verde chiaro. Il miglior punteggio possibile (A verde scuro) è sempre stato riservato esclusivamente all’acqua.