C’è un Paese nel quale si sta combattendo una battaglia senza esclusione di colpi tra alcune grandi aziende internazionali e locali, e il governo, che da qualche anno ha un obiettivo chiaro: combattere l’obesità dilagante attraverso un’alimentazione migliore. E, di conseguenza, imporre scritte chiare sui prodotti poco sani, vietare le rappresentazioni dei personaggi più amati dai bambini sul cibo spazzatura,limitare le pubblicità e molto altro. Questo Paese è il Messico, e una delle aziende più impegnate a contrastare il programma governativo entrato in vigore nel 2019, è Kellogg’s. Lo racconta il sito Stat News, che ha condotto un’indagine andando a verificare cosa succede nei supermercati e nei tribunali.
Quando è entrata in vigore la legge, Kellogg’s aveva conquistato porzioni rilevanti di mercato grazie a due personaggi amatissimi dai bambini, Tigre Toño e Sam el Tucán, rappresentati rispettivamente sulle confezioni dei cereali da colazione Frosties (che in Messico si chiamano Zucaritas) e Froot Loops che, però, contengono elevate quantità di zucchero, attorno ai 37 grammi ogni 100. L’azienda ha fatto causa al governo e ha continuato a promuovere i prodotti associati ai personaggi in modi alternativi, per esempio ricreando la loro immagine nel cielo di Città del Messico con i droni durante un light show, sponsorizzando playlist di Spotify e rendendoli protagonisti di spot accanto a celebri annunciatori sportivi. Nei supermercati, invece, ha introdotto nuove versioni di cereali, che vantano quantità di zucchero prossime allo zero, perché è stato sostituito con il dolcificante allulosio. Le autorità messicane avevano previsto mosse di questo tipo e incluso i prodotti dolcificati negli elenchi di quelli che devono essere contrassegnati con un bollino nero di avvertenza. Tuttavia, alcuni dolcificanti non sono classificati come tali (anche grazie all’opera di lobbismo dell’industria), e poiché l’allulosio è tra questi, le aziende possono scrivere sulle confezioni che quei cereali sono privi di zucchero, senza bollini neri.
E non è tutto. La legge prevede l’obbligo di apporre i bollini neri di avvertenza e le informazioni nutrizionali sul lato principale della confezione. Ma le aziende, come Coca-Cola e Kraft Heinz, hanno trovato il modo di bypassare anche questa norma, ideando un nuovo packaging che ha i lati tutti uguali. In questo modo, i supermercati possono girare il lato con le diciture verso il retro degli scaffali, con il risultato che scritte e segnalazioni diventano invisibili. Secondo quanto osservato sul campo, per esempio, in un Walmart della periferia di Città del Messico i bollini neri erano visibili solo in un terzo delle confezioni di Coca-Cola presenti, mentre in un altro supermercato, su 60 lattine di Fanta, solo dieci erano messe in modo che la scritta si vedesse. E lo stesso si è visto con gli yogurt Yoplait, noti per l’elevato contenuto di zucchero, e per il formaggio spalmabile Philadelphia Kraft. La multinazionale Bimbo, proprietaria di marchi di pane, merendine e snack, ha trovato un’altra soluzione ingegnosa: stampare i personaggi preferiti direttamente sull’impasto e rendere trasparente la confezione, in modo che si veda il disegno anche se il packaging esterno ne è del tutto privo.
Oltre a tutto questo, Kellogg’s, come altre aziende grandi (tra le quali, per esempio, Unilever e Coca-Cola) e piccole, stanno cercando di rallentare o bloccare i programmi governativi passando dai tribunali e intentando continuamente cause fino alla Corte Suprema: ce ne sarebbero un centinaio, tuttora in corso. Per il momento i produttori non hanno mai vinto, a quanto si sa (le cause sono secretate), ma il timore è che prima o poi accada qualche incidente che possa mettere a rischio la legge. Così, si teme per la possibilità di ricorsi a tribunali internazionali e all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) perché, a causa delle differenze tra le leggi dei singoli stati, aziende e associazioni di produttori sostengono che le limitazioni come quelle del Messico vadano contro gli accordi commerciali internazionali, danneggiando chi esporta in quei Paesi e gli azionisti. Su questo tipo di argomento punta molto proprio Kellogg’s, azienda statunitense che esporta in tutto il mondo.
Il Messico è quindi anche una sorta di palestra, per le grandi multinazionali, che stanno mettendo in atto a una notevole creatività per sfuggire ai divieti: da ciò che succede e succederà in quel Paese dipenderanno anche future strategie aziendali, per esempio negli Stati Uniti, dove si sta discutendo di introdurre regolamenti e leggi federali, così come in altri Paesi dove si dibatte per esempio sul Nutri-Score e sulle sugar tax.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Governo del Messico
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Giornalista scientifica
C’è solo da augurarti che tutti i paesi seguano il Messico! Perché anche in Europa il consumo spropositato di zuccheri e grassi fanno diventare a rischio obesità la popolazione con tutto le conseguenze!