Contrastare la diffusione nell’ambiente delle pericolose PFAS (sostanze per- e polifluoro alchiliche) è diventato un dovere sentito a diversi livelli dalle istituzioni. Negli ultimi 20 anni l’UE ha intrapreso azioni crescenti in questo senso. Come indicato nella strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili, la Commissione europea propone alcuni interventi per affrontare i problemi derivanti dall’uso delle PFAS. L’obiettivo è garantirne l’eliminazione progressiva nell’UE, salvo nei casi in cui il loro uso risulti essenziale. Abbiamo già parlato della direttiva che introduce limiti specifici per 30 diverse PFAS nell’acqua potabile, ma in molti casi la soluzione sarebbe da adottare a livello produttivo.
Vanno in questa direzione le misure varate lo scorso 19 settembre dalla Commissione europea, a norma del regolamento REACH — legislazione sulle sostanze chimiche —. La nuova legge vieterà la vendita e l’uso dell’acido undecafluoroesanoico (PFHxA) e delle sostanze correlate, sottogruppi di PFAS particolarmente persistenti e mobili nell’acqua, in determinati prodotti. La restrizione riguarda però esclusivamente gli usi per i quali il rischio non è controllato, sono disponibili alternative e i costi sono inferiori ai benefici per la salute e l’ambiente.
I prodotti coinvolti
La norma vieta quindi la vendita e l’uso del PFHxA nei tessuti, cuoio, pelli per l’abbigliamento e gli accessori, come i giubbotti antipioggia o le calzature, ma anche nella carta e nel cartone destinati al contatto con gli alimenti, come le scatole per la pizza, nelle miscele, come gli spray impermeabilizzanti, nei cosmetici per la cura della pelle e in alcune applicazioni di schiuma antincendio, per esempio l’addestramento e le prove. Il divieto non riguarderà altre applicazioni delle stesse sostanze, come quelle nella produzione di semiconduttori, di batterie o delle celle a combustibile per l’idrogeno verde.
Si tratta comunque di un importante passo avanti in quanto il PFHxA sostituisce spesso altre PFAS già vietate (acido perfluoroottanoico o PFOA). La norma si basa sulla valutazione dei comitati dell’ECHA (Agenzia europea delle sostanze chimiche) e ha superato l’esame del Parlamento europeo e del Consiglio. Si prevede l’entrata in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, con un periodo di transizione tra 18 mesi e 5 anni, a seconda del materiale.
In ogni caso, la Commissione europea precisa che si tratta di un provvedimento distinto dalla restrizione dell’intero gruppo PFAS che l’ECHA sta valutando a seguito di una proposta del 2023 di cinque governi europei.
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