
Non contento dell’epidemia di morbillo, che si sta espandendo con una velocità allarmante sia negli Stati Uniti (in particolare in Texas, New Mexico e Oklahoma, dove ha già fatto una o forse due vittime) che in Europa a causa del calo delle coperture vaccinali, il Segretario alla Salute e ai Servizi umani (HHS) Robert F. Kennedy Jr. sembra voler favorire anche la diffusione dell’influenza aviaria. Insensibile ai richiami della FAO, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e a quelli di decine di scienziati di tutto il mondo, continua a proporre astruse teorie che hanno a che fare con il pensiero magico, più che con la scienza.
Le parole di Kennedy Jr. sull’influenza aviaria
Anziché adottare le uniche misure che hanno un’efficacia comprovata, Kennedy Jr. ha sostenuto in più interviste che sarebbe meglio lasciare che l’infezione si diffonda senza fare nulla. Lo scopo di tale follia sarebbe avere una sorta di selezione naturale: secondo lui rimarrebbero solo pochi polli, ma i sopravvissuti potrebbero dare origine a una specie resistente. Della stessa idea si è detta anche Brooke Rollins, la Segretaria all’Agricoltura, sotto il cui dipartimento ricadono gli allevamenti, che preme per maggiori misure preventive basate sulla biosicurezza e sulla sterilizzazione degli allevamenti.

Questa visione della gestione di un virus che dal 2022 ha causato la soppressione di 170 milioni di capi, che ha portato il prezzo delle uova alle stelle, che colpisce anche i bovini e che ha innescato una crisi senza precedenti, denuncia tutta la sua ignoranza in materia di infezioni, come hanno fatto notare virologi e veterinari di tutto il mondo. E, anche, una totale assenza di empatia verso quei milioni di polli che morirebbero tra gravi e prolungate sofferenze, immolati al solo scopo di individuare i fantomatici super polli immuni.
L’opinione di Antonia Ricci, dell’IZSVe
Lo sottolinea a Il Fatto Alimentare anche Antonia Ricci, direttrice generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: “Quando in un allevamento avicolo entra l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), gli animali muoiono nel giro di pochi giorni, sia a causa delle caratteristiche del virus, sia per l’elevata uniformità degli animali allevati, che sono tutti estremamente simili fra loro per età, stato immunitario, caratteristiche genetiche. È dunque molto difficile pensare che, lasciando circolare liberamente il virus, si selezionino animali resistenti. E comunque ciò avverrebbe dopo aver prodotto la morte di milioni di capi, praticamente distruggendo l’allevamento avicolo delle aree colpite”.
Oltre ai rischi per gli animali, c’è poi quello per gli esseri umani, come spiega ancora Ricci: “Non bisogna poi mai dimenticare che questo virus ha un alto potenziale zoonotico, e ci ha dimostrato tante volte di saper fare il cosiddetto salto di specie o spillover, diventando molto pericoloso per diverse specie animali e anche per l’uomo, tanto da essere uno dei principali candidati a causare una prossima pandemia. Farlo diffondere liberamente nelle popolazioni animali aumenterebbe esponenzialmente questo rischio”.

Una teoria sbagliata
La teoria di Kennedy Jr. è dunque sbagliata, anche perché gli individui che eventualmente dovessero sopravvivere, non sarebbero salvi a causa del proprio patrimonio genetico specifico, e quindi trasmissibile. Inoltre, anche i polli eventualmente sopravvissuti al ceppo che in quel momento infetta l’allevamento potrebbero ammalarsi, se infettati da un ceppo diverso, anche di poco. Ogni volta che i virus dell’influenza infettano un essere vivente tendono infatti a mutare, e questo spiega perché si debba riformulare il vaccino ogni anno, e perché nessun volatile potrebbe essere al sicuro, neppure sopravvivendo a un ceppo con un’elevata mortalità. La circolazione incontrollata dei virus esporrebbe a enormi rischi tutti, compresi i bovini da latte, e potrebbe innescare una nuova pandemia, tra gli esseri umani.
Le misure dell’USDA contro l’influenza aviaria
Per il momento quelle di Kennedy Jr. sono solo parole, per quanto allarmanti. Alle quali sembra rispondere il Dipartimento dell’Agricoltura (USDA), che ha appena annunciato uno stanziamento che va in tutt’altra direzione. Ha infatti deciso di dedicare cento milioni di dollari ai vaccini, non ancora ottimali per quanto riguarda i polli, e a nuovi antivirali. I bandi saranno aperti sia alle aziende che producono farmaci e vaccini che alle università e ai centri di ricerca che lavorano nel settore, così come agli stati che supportino iniziative dedicate. Per il momento, l’USDA sostiene ancora l’abbattimento dei capi infetti, unica misura riconosciuta da tutte le autorità sanitarie del mondo come efficace nel contenere la diffusione del virus. Anche i produttori di uova, riuniti nella United Egg Producers, sperano nella vaccinazione, e sono pronti a implementarla in tutti i volatili non appena ne sarà disponibile una approvata.
Nel frattempo gli Stati Uniti hanno chiesto più uova alla Corea del Sud, alla Turchia e al Brasile, che già ne forniscono, e hanno poi sollecitato anche altri Paesi, tra i quali la Danimarca, nonostante le minacce di annessione della Groenlandia, la Finlandia e l’Italia (in particolare al Veneto), che per ora però hanno risposto negativamente.
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Giornalista scientifica
questi sono solo alcuni tra i gravissimi rischi a cui espongono il mondo le regole che uniformano le “bande” di complottisti, che oggi sono riuscite ad assumere il potere in vari Paesi, tra essi gli USA. l’affermazione della forza del danaro, del populismo, dell’ignoranza e dell’antiscientismo, portano solo a guai tanto più grandi quanto maggiori sono i poteri che esprimono simili disvalori. se non franeranno prima del compimento del loro arco temporale, prepariamoci al peggio.
…tanto quando rimmarranno senza carne di pollo, troveranno la fila di paesi pronti a vendergliela…come sta accadendo con le uova…
Non è proprio così.In ogni caso il problema principale non è la carenza di polli e uova ma la diffusione del virus e questo riguarda tutti
Non scommetterei neanche un centesimo su teorie da voi definite pazze ma dovete ammettere che il casino attuale è avvenuto sotto il governo degli “esperti”……o è responsabilità di uno che è in carica da 1 mese?
La situazione attuale non è responsabilità dell’amministrazione Trump, come non lo era dell’amministrazione Biden: in entrambi i casi si stanno applicando le uniche misure di contenimento disponibili (biosicurezza e abbattimenti). Il problema è il sistema degli allevamenti intensivi statunitensi. L’influenza aviaria, infatti, sta colpendo duramente tutto il Nord America, ma sta avendo un effetto esplosivo sui prezzi delle uova solo negli USA perché il Paese dipende da allevamenti intensivi di polli da carne e galline ovaiole di dimensioni gigantesche, spesso oltre un milione di capi. Per fare un confronto, in Canada l’allevamento medio ne contiene intorno a 25mila.
Certo, diventerebbe dell’amministrazione Trump se si seguissero i piani di RFK Jr che non hanno alcuna base scientifica e rischiano di fare andare la situazione ancora più fuori controllo…
Le mie fonti dicono che il prezzo medio delle uova in Usa va dai 6 ai 7 dollari la dozzina, salvo speculazioni dolose….. stando davanti a un banco di vendita di un qualsiasi supermercato italiano non vedo l’esplosione di prezzi, semmai non sapevo spiegarmi prima come facessero a vendere dozzine a 1,5/ 2 dollari………..
Sulle basi scientifiche, dell’influenza aviaria e non, sarebbe fuori tema discuterne ma le posso dire che dubito molto che i ricercatori sui virus ieri e oggi sappiano bene cosa stanno facendo, quindi a mio avviso noi e gli animali stiamo tra ignoranze contrapposte.
In base a questo mi sembra fuori luogo offendere le persone.