Il ministero della Salute ha segnalato il richiamo da parte del produttore di un lotto di vongole veraci a marchio Cam. Il motivo del richiamo è la “declassificazione della zona di tipo B a zona di tipo C, dopo analisi microbiologiche da parte del servizio veterinario”. Ciò significa che la conta microbica (Escherichia coli) nella zona di pesca delle vongole in questione era superiore al previsto e avrebbe richiesto una permanenza più lunga in impianto di depurazione.
Le vongole interessate sono vendute in reti da 5 kg, con la data di confezionamento 16/11/2023. Il richiamo, tuttavia, è stato pubblicato dal ministero solo il 20/11/2023, a ben quattro giorni dal confezionamento di un prodotto freschissimo, da consumare in tempi ristretti (in genere 24-48 ore) e a tre giorni dalla data indicata sull’avviso (17/11/2023).
Le vongole richiamate sono state prodotte dall’azienda Cam Srl. Lo stabilimento di produzione si trova in via Saloni 90, a Chioggia, nella città metropolitana di Venezia (marchio di identificazione CE IT 40).
In via cautelativa, si raccomanda di non consumare le vongole veraci con la data di confezionamento indicata. I consumatori e le consumatrici eventualmente ancora in possesso del prodotto possono restituirlo al punto vendita d’acquisto.
Dal primo gennaio 2023 Il Fatto Alimentare ha segnalato 179 richiami, per un totale di 370 prodotti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.
© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock (copertina), ministero della Salute
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Io vendo questo prodotto. E gg 17 quando l’azienda è stata avvisata dal servizio sanitario, si sono mobilitati e hanno mandato la mail di richiamo. Al posto di screditare aziende serie cercate di essere più informati. Se nn credete contattatemi che vi mostro lo screenshot della mail. Scusate ma certe cose penso nn si debbano fare…. Con questo articolo state facendo falsa pubblicita
Non mettiamo in dubbio che l’azienda abbia correttamente comunicato ai punti vendita il richiamo il giorno 17/11/2023: è la data di richiamo indicata sull’avviso. Infatti nell’articolo non si critica l’azienda, ma il ritardo di comunicazione da parte del ministero della Salute, che invece ha pubblicato l’avviso per i consumatori solo il 20/11/2023, come può vedere a questo link: https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_3_5_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=avvisi&tipo=richiami&id=2336
I ritardi di comunicazione dei richiami da parte del ministero della Salute sono un problema serio, che evidenziamo di frequente. Perché se anche le aziende si comportano correttamente per tutelare la salute dei propri clienti e comunicano i richiami ai punti vendita con rapidità, lo stesso non fa il ministero: se un consumatori o una consumatrice non si reca più nel punto vendita, rischia di mangiare un prodotto pericoloso per la sua salute.
Mi scusi se entro nel merito della sua segnalazione, per l’esame quantitativo di E. Coli con metodica ufficiale e accreditata occorrono 48 ore dall’apertura del campione e se il prelievo del prodotto sottoposto a prova è avvenuto il giorno precedente arriviamo a tre giorno, se poi si considera la data di campionamento nei giorni giovedi o venerdì ecco spiegati i 5 giorni di attivazione della procedura di ritiro/richiamo, come da norma (art. 19 Reg. CE 178/2002). Per quanto riguarda la CAM srl, azienda leader nel settore su campo nazionale, e non solo, nn ha alcuna responsabilità se in ambiente lagunare ci siano stati intense piogge. Dopo 5 giorni, prodotto da vendere vivo, il prodotto è stato consumato completamente e, fortunatamente, nn si segnalano, al momento, tossinfezioni alimentari per consumo di vongole. Concludo: il sistema di allerta attivato con applicazione di ritiro/richiamo del prodotto non idoneo è ineccepibile, il problema enorme, a mio parere, è il pathos mediatico che ne deriva, ahimè, senza alcun concreto rischio sanitario, visto che le vongole sono consumate cotte, anche se la cottura bonifica solo in parte il prodotto; se serve tranquillizzerei chi ha consumato il prodotto ed esprimo la mia più sentita vicinanza con la CAM srl a cui è capitato ciò che capita sovente agli operatori del settore che, anche se non colpevoli in azioni criminose, devono subire procedimenti penali lunghi e costosi, a parte il danno di immagine. F.S. biologo professionista di settore da 3 decadi.
Come scritto nel mio precedente commento, il problema dei ritardi di segnalazione riguarda la comunicazione del Ministero della Salute, non ha nulla a che fare con le tempistiche di analisi e con l’attivazione dell’allerta. Il richiamo è stato emesso dall’azienda il giorno 17/11 e, come ha testimoniato Umberto, l’azienda l’ha tempestivamente inviato ai punti vendita, che lo hanno ricevuto il giorno stesso. Eppure il Ministero della Salute ci ha messo altri 3 giorni a darne comunicazione a consumatori e consumatrici.
Il problema è tutto qui: la comunicazione tardiva e approssimativa dei richiami da parte del Ministero della Salute. E non riguarda solo prodotti freschissimi come questi che, ne convengo con lei, nella stragrande maggioranza dei casi sono consumati cotti (e quindi si potrebbe discutere della reale opportunità di questi richiami), ma TUTTI i prodotti alimentari.
Non è meno grave un ritardo di una settimana nella comunicazione di un richiamo di un prodotto a lunga conservazione contenente allergeni non dichiarati: nell’arco di quei sette giorni di ritardo un soggetto allergico può rischiare conseguenze gravissime.
Per questo non manchiamo mai di sottolineare le mancanze comunicative del Ministero della Salute: c’è di mezzo la salute delle persone, che meritano una comunicazione chiara, puntuale e soprattutto tempestiva dei prodotti richiamati.