Il ministero della Salute e i supermercati Il Gigante hanno segnalato il richiamo da parte del produttore di un lotto di spinaci in busta a marchio Il Gigante per una sospetta contaminazione da mandragora. Il provvedimento è collegato all’allerta Rasff 2022.5877, notificata dall’Italia per il sospetto di una contaminazione da mandragora in spinaci di IV gamma. Il prodotto in questione è venduto in buste da 500 grammi con il numero di lotto 273 e la data di scadenza 07/10/2022, quindi già passata da tre giorni al momento del richiamo.
Gli spinaci richiamati sono prodotti per Rialto Spa dall’azienda Spinerb di Colleoni Andrea & C. Snc, nello stabilimento di via Alcide De Gasperi, a Gorlago, in provincia di Bergamo. A scopo precauzionale l’azienda raccomanda a chi fosse ancora in possesso degli spinaci con il numero di lotto segnalato di non consumarli e restituirli al punto vendita.
Secondo quanto riportato nella notifica Rasff, la sospetta contaminazione da mandragora avrebbe causato la comparsa di sintomi da avvelenamento da parasimpaticolitici (anticolinergici e antimuscarinici) e spasmolitici in due persone. Un altro caso simile riguarda rispetto a quelli circolati nei giorni scorsi su molti organi di stampa, che hanno parlato di una decina di persone di nuclei famigliari differenti, che sono state ricoverate nel napoletano con una sintomatologia riconducibile all’avvelenamento da mandragora. Gli accertamenti dei Carabinieri e dell’Asl Napoli 2 Nord hanno portato all’identificazione della merce potenzialmente contaminata, risalendo anche al produttore, un’azienda abruzzese. Le analisi di laboratorio sui campioni biologici prelevati dai pazienti e dai prodotti hanno però rilevato come la contaminazione sia stata causata da foglie di stramonio e non di mandagora.
Dal primo gennaio 2022 Il Fatto Alimentare ha segnalato 128 richiami, per un totale di 244 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), ministero della Salute
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Che sia mandragora o stramonio, come dice qualcun altro, chi raccoglie a mano non li confonderebbe mai con gli spinaci stante una differenza marcata tra i vegetali citati.
Il problema è che le macchine addette alla raccolta intensiva non fanno distinzioni tra prodotto edibile e altri vegetali che ci crescono insieme, pregi e difetti della tecnica rivolta al profitto.
Combattere le erbacce con i diserbanti……ecco il deus ex machina, ovvero dalla padella alla brace.