Aggiornamento del 21 luglio 2021
Pubblichiamo di seguito una precisazione del professore Antonello Paparella che insegna microbiologia degli alimenti presso l’Università di Teramo.
Le aflatossine non sono muffe, bensì metaboliti secondari di alcune muffe come Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus, con azione mutagena e potenziale cancerogeno per l’uomo e per gli animali. Le muffe possono produrre questi metaboliti durante la produzione, la raccolta, lo stoccaggio e la trasformazione degli alimenti. Le aflatossine, in ragione della loro tossicità, non possono essere considerate “normali” costituenti degli alimenti, tanto è vero che la normativa europea fissa dei limiti, superati i quali gli alimenti non sono più commerciabili.
La tossicità di questi composti non è necessariamente legata a un consumo in grande quantità o per periodi prolungati. Infatti, è stato dimostrato che, indipendentemente dalla dose, tutte le esposizioni hanno un effetto cumulativo sul rischio di cancro, che riguarda in particolare il fegato (Benkerroum, 2020).
Le micotossine sono piuttosto resistenti ai trattamenti termici comunemente usati in ambito domestico e nella industria alimentare, dal momento che si degradano a 131 °C (Peng et al., 2018). La loro inattivazione dipende dalle condizioni tempo-temperatura applicate. Per esempio, quando si arrostiscono le castagne si può ottenere una riduzione tra il 20 al 50% a seconda della tipologia di aflatossina e della concentrazione iniziale delle stessa. Ricercatori italiani hanno dimostrato che l’essiccazione delle castagne gioca un ruolo critico nella formazione di aflatossine, soprattutto a temperature comprese tra 30 e 40 °C (Prencipe et al., 2018). Secondo questo studio, per prevenire la formazione di aflatossine, le condizioni migliori di essiccazione sono le seguenti: una settimana a 45 °C, fino a raggiungere aw 0,64.
Aggiornamento del 5 luglio 2021
In una nota al Fatto Alimentare, l’azienda produttrice precisa che “in merito alle notizie apparse relative alla presenza di aflatossine in una confezione di “Mix a base di Farina di castagne” a marchio le Farine Magiche, il Gruppo Lo Conte informa che acquista la farina di castagne da produttori italiani corredata da accurate analisi per verificare che il tenore in aflatossine sia inferiore ai limiti severi previsti dalla legge.
Le aflatossine sono muffe che si formano naturalmente sulla pianta del castagno in particolari condizioni climatiche, quando non vengono effettuati trattamenti chimici in campo. Le aflatossine sono comuni in alimenti “naturali” tanto che potrebbero diventare dannose solo se vengono ingerite in grandi quantità e per periodi prolungati. Inoltre queste sono comunque innocue se la farina viene cotta in forno, come di fatto avviene per la produzione del castagnaccio a cui il prodotto è destinato e consigliato.
In via cautelativa e in attesa della conclusione della analisi di revisione, che potrebbe non confermare i risultati emersi durante il primo esame, Il Gruppo Lo Conte assicura il suo immediato intervento a tutela dei suoi consumatori sospendendo dalla vendita il lotto del “Mix a base di Farina di castagne” N. 20352 con scadenza 31 dicembre 2021.
Il Gruppo Lo Conte desidera rassicurare tutti i suoi consumatori: l’attenzione per la qualità e per la sicurezza dei prodotti resta alla base dell’operato dell’Azienda, che continua a impegnarsi per mantenere alti standard qualitativi, attraverso la severa selezione delle materie prime e il controllo accurato di tutto il processo produttivo.”
Il richiamo della farina di castagne
Iper, Carrefour, Coop e Decò hanno pubblicato il richiamo precauzionale di un lotto di mix a base di farina di castagne a marchio Le Farine Magiche Lo Conte per una “contaminazione da aflatossine”. In una nota ai consumatori, l’azienda produttrice specifica che nel prodotto “emergerebbe da esito di prima analisi la presenza di micotossine superiore al limite consentito”. Le confezioni interessate dal richiamo sono i sacchetti da 400 grammi con il numero di lotto 20352 e il termine minimo di conservazione 31/12/2021.
Il mix con farina di castagne richiamato è stato prodotto dall’azienda Ipafood Srl nello stabilimento di via San Nicola a Trignano, ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Coop precisa che il richiamo interessa solo alcuni punti vendita della provincia di Perugia.
In via del tutto precauzionale, si raccomanda di non consumare il prodotto con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione indicati e restituirlo al punto vendita d’acquisto.
Dal 1° gennaio 2021, Il Fatto Alimentare ha segnalato 105 richiami, per un totale di 150 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
© Riproduzione riservata Foto: Ipafood
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
“Le aflatossine […] potrebbero diventare dannose solo se vengono ingerite in grandi quantità e per periodi prolungati. Inoltre queste sono comunque innocue se la farina viene cotta in forno, come di fatto avviene per la produzione del castagnaccio a cui il prodotto è destinato e consigliato.”
qualche fondamento scientifico per queste affermazioni?
Gentilissimo, Abbiamo chiesto un parere ad Antonello Paparella, professore di microbiologia degli alimenti presso l’Università di Teramo. E abbiamo aggiornato l’articolo.
Le aflatossine non sono muffe, bensì metaboliti secondari di alcune muffe come Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus, con azione mutagena e potenziale cancerogeno per l’uomo e per gli animali.
Le muffe possono produrre questi metaboliti durante la produzione, la raccolta, lo stoccaggio e la trasformazione degli alimenti. Le aflatossine, in ragione della loro tossicità, non possono essere considerate “normali” costituenti degli alimenti, tanto è vero che la normativa europea fissa dei limiti, superati i quali gli alimenti non sono più commerciabili.
La tossicità di questi composti non è necessariamente legata a un consumo in grande quantità o per periodi prolungati. Infatti, è stato dimostrato che, indipendentemente dalla dose, tutte le esposizioni hanno un effetto cumulativo sul rischio di cancro, che riguarda in particolare il fegato (Benkerroum, 2020).
Le micotossine sono piuttosto resistenti ai trattamenti termici comunemente usati in ambito domestico e nella industria alimentare, dal momento che si degradano a 131 °C (Peng et al., 2018 https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0377840117313998?via%3Dihub). La loro inattivazione dipende dalle condizioni tempo-temperatura applicate. Per esempio, quando si arrostiscono le castagne si può ottenere una riduzione tra il 20 al 50% a seconda della tipologia di aflatossina e della concentrazione iniziale delle stessa.
Ricercatori italiani hanno dimostrato che l’essiccazione delle castagne gioca un ruolo critico nella formazione di aflatossine, soprattutto a temperature comprese tra 30 e 40 °C (Prencipe et al., 2018 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6316821/). Secondo questo studio, per prevenire la formazione di aflatossine, le condizioni migliori di essiccazione sono le seguenti: una settimana a 45 °C, fino a raggiungere aw 0,64.