brie cremoso specialità del casaro lidlIl ministero della Salute ha diffuso il richiamo di un lotto di brie cremoso con latte crudo a marchio Specialità del Casaro di Lidl per la presenza di Escherichia coli VTEC (produttore di verocitotossina). Il prodotto coinvolto è venduto in confezioni da circa 100 grammi con il numero di lotto 403 e la scadenza 31/10/2020.

Il formaggio richiamato è stato prodotto per Lidl Italia Srl da JERMI Käsewerk GmbH nello stabilimento di Ritter-Heinrich-Straße 2/4 a Laupheim-Baustetten in Germania.

Per precauzione, si raccomanda a chi dovesse ancora avere il brie con il numero di lotto segnalato di non consumarlo e restituirlo al punto vendita d’acquisto, per il rimborso.

Inoltre, Fresco Market, InGrande Supermercati e Tuodì hanno pubblicato il richiamo di un lotto di pizza margherita a marchio Ci Prendi Gusto, senza indicare però la ragione del provvedimento. Il prodotto interessato è venduto in confezioni da 300 grammi, con il numero di lotto L0281 e la data di scadenza 03/11/2020.

pizza margherita ci prendi gustoLe tre catene invitano i consumatori a restituire la pizza con il numero di lotto segnalato in qualsiasi punto vendita Fresco Market, InGrande o Tuodì per la sostituzione o il rimborso.

Dal 1° gennaio 2020, Il Fatto Alimentare ha segnalato 114 richiami, per un totale di 144 prodotti, e 2 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda  almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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