Lidl, richiamato brie cremoso Specialità del Casaro per Escherichia coli VTEC. Via dagli scaffali anche la pizza margherita Ci Prendi Gusto
Lidl, richiamato brie cremoso Specialità del Casaro per Escherichia coli VTEC. Via dagli scaffali anche la pizza margherita Ci Prendi Gusto
Giulia Crepaldi 2 Novembre 2020Il ministero della Salute ha diffuso il richiamo di un lotto di brie cremoso con latte crudo a marchio Specialità del Casaro di Lidl per la presenza di Escherichia coli VTEC (produttore di verocitotossina). Il prodotto coinvolto è venduto in confezioni da circa 100 grammi con il numero di lotto 403 e la scadenza 31/10/2020.
Il formaggio richiamato è stato prodotto per Lidl Italia Srl da JERMI Käsewerk GmbH nello stabilimento di Ritter-Heinrich-Straße 2/4 a Laupheim-Baustetten in Germania.
Per precauzione, si raccomanda a chi dovesse ancora avere il brie con il numero di lotto segnalato di non consumarlo e restituirlo al punto vendita d’acquisto, per il rimborso.
Inoltre, Fresco Market, InGrande Supermercati e Tuodì hanno pubblicato il richiamo di un lotto di pizza margherita a marchio Ci Prendi Gusto, senza indicare però la ragione del provvedimento. Il prodotto interessato è venduto in confezioni da 300 grammi, con il numero di lotto L0281 e la data di scadenza 03/11/2020.
Le tre catene invitano i consumatori a restituire la pizza con il numero di lotto segnalato in qualsiasi punto vendita Fresco Market, InGrande o Tuodì per la sostituzione o il rimborso.
Dal 1° gennaio 2020, Il Fatto Alimentare ha segnalato 114 richiami, per un totale di 144 prodotti, e 2 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
© Riproduzione riservata
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.