fior di capra arnoldi formaggio

fior di capra arnoldiIl ministero della Salute ha dato notizia del richiamo di un lotto di formaggio Fior di Capra a marchio Arnoldi per la presenza di sostanze inibenti nel latte di lavorazione (*). Sul prodotto interessato è presente il numero di lotto L.2210 e la data di scadenza 09/12/2019.

Il formaggio caprino è stato prodotto per l’azienda Casearia Arnoldi Valtaleggio dal Caseificio Cattaneo Srl, nello stabilimento di via Marco Biagi 18, a Lomagna, in provincia di Lecco (marchio di identificazione IT 03 1881 CE).

Nei giorni scorsi, sono stati richiamati anche altri formaggi freschi di capra per la presenza di sostanze inibenti nel latte. Tuttavia, i risultati delle analisi sul prodotto richieste dal Caseificio Cattaneo all’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna non ne hanno rilevato la presenza (per ulteriori informazioni sulla vicenda clicca qui).

In via precauzionale, si consiglia comunque di non consumare il formaggio di capra segnalato e riportarlo al punto vendita dove è stato acquistato.

(*): Secondo la definizione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e Emilia-Romagna, le sostanze inibenti sono un “Parametro sanitario per eccellenza e direttamente collegato alla salute pubblica, rispetto agli altri parametri normativi, costituisce da sempre il sistema di controllo di screening della presenza di residui di farmaci ad azione antibatterica nel latte (antibiotici e sulfamidici); rilevante anche per le interferenze che può determinare in fase di caseificazione sulla vitalità dei microrganismi componenti la flora lattica filocasearia.

Dal 1° gennaio 2019, Il Fatto Alimentare ha segnalato 147 richiami, per un totale di 205 prodotti, e 7 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda  almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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