I supermercati Conad hanno richiamato un lotto di filetti di alici di Sicilia all’olio d’oliva a marchio Sapori & Dintorni. La ragione indicata nell’avviso di richiamo è la presenza di istamina al di sopra dei valori di legge riscontrata a seguito di controlli. Il prodotto interessato è venduto in vasetti di vetro da 156 grammi (84 grammi peso sgocciolato) con il numero di lotto 24165 e il termine minimo di conservazione (TMC) 30/09/2025 (codice EAN: 80129059).
L’azienda Iconsitt Srl ha prodotto i filetti di alici richiamati per Conad Società Cooperativa. Lo stabilimento di produzione si trova in viale S. Isidoro 20, in frazione Aspra, a Bagheria, nella città metropolitana di Palermo (marchio di identificazione IT 455 CE).
A scopo precauzionale, Conad raccomanda di non consumare i filetti di alici con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso del prodotto richiamato possono restituirlo al punto vendita d’acquisto, dove si provvederà alla sostituzione con altro prodotto o al rimborso.
Dal primo gennaio 2024 Il Fatto Alimentare ha segnalato 228 richiami, per un totale di 577 prodotti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), Conad
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Ma l’istamina – così frequentemente rilevata in alcuni tipi di alimenti come questo – si può produrre/incrementare dopo il confezionamento? Questo giustificherebbe in parte il frequente superamento della soglia …
Sì, la quantità di istamina può continuare ad aumentare anche dopo il confezionamento. “L’istamina non è presente quando il pesce è ancora in vita: un eccesso di istamina si forma nel pesce conservato in modo inadeguato e impropriamente refrigerato. Infatti, i batteri presenti sulla cute, nelle branchie e nell’intestino, penetrano nei tessuti muscolari e cominciano a produrre istamina. In linea di principio tutte le specie di pesce “a lisca” impropriamente conservate potrebbero dare luogo all’intossicazione da istamina. In pratica, fra i tipi di pesce comunemente consumati, alte concentrazioni di istidina, e quindi un elevato rischio di formazione di istamina, si trovano principalmente nei pesci appartenenti alla famiglia degli sgombridi, come il tonno, la palamita, la sardina, l’acciuga e lo sgombro. Data l’associazione molto forte con il consumo di questi pesci, l’intossicazione da istamina viene anche tradizionalmente denominata sindrome sgombroide.” Qui trova il resto dell’approfondimento da parte dell’ISS: https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/i/istamina-nel-pesce
Grazie per questo approfondimento, dottoressa Nardi. Ci conferma nell’importanza che ha la freschezza e la corretta conservazione del pesce fino al momento del consumo.
Noto che spesso il periodo di tempo che il pesce passa tra il momento del prelevamento dal frigo del supermercato alla padella viene fatto senza rispettare la catena del freddo. A ciò si aggiunge una conservazione in frigo casalingo, spesso a temperatura non ottimale.
Non si finirà mai di dire che siamo noi i primi medici di noi stessi.
Siete sempre una fonte di verita’ per il consumatore finale. Complimenti
Mi congratulo con voi perché fate un lavoro importante e utile per il benessere della nostra società. Io sono allergica al nichel e devo fare molta attenzione a quello che mangio. Perciò ci tengo a leggere bene l’ etichetta dei prodotti alimentari, però ogni volta mi rendo conto che a volte questo non basta.Grazie per l’ articolo.