Il Ministero della Salute ha segnalato il richiamo da parte dell’operatore di un lotto di farina di cassava Kokonte a marchio African Beauty. La ragione indicata sull’avviso di richiamo è la presenza di livelli di acido cianidrico (cianuro) superiori ai limiti di legge (35 mg/kg contro 10 mg/kg consentiti). Le radici di cassava o manioca, infatti, contengono contengono glicosidi cianogenici, cioè che liberano acido cianidrico in presenza di determinati enzimi della pianta. Il prodotto in questione è venduto in confezioni da 900 grammi, con il numero di lotto 210423 e il termine minimo di conservazione (TMC) 01/04/2025.
L’azienda Koas Food BV ha importato dal Ghana la farina di cassava richiamata. La sede dell’azienda si trova in Christiaan Huygensstraat 11, a Bleiswijk, in Olanda Meridionale, Paesi Bassi.
Come riportato nella corrispondente notifica Rasff (2024.1903), l’allerta è stata diffusa dall’Irlanda, lo scorso 13/03/2024. Ci sono voluti quindi quasi due mesi prima che le autorità italiane verificassero la presenza sul territorio nazionale del prodotto e disponessero il richiamo. Ma non è tutto: secondo quanto si legge nella notifica, il campionamento della farina di cassava è avvenuto ancora prima, il 15/01/2024, due mesi prima dell’allerta europea e quattro prima del richiamo italiano.
A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare la farina di cassava con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso del prodotto richiamato possono restituirlo al punto vendita d’acquisto per il rimborso o la sostituzione.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.