dragees scroza d'aracia cioccolato fondente t'a milano despar

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Aggiornamento del 12 luglio 2019: il ministero della Salute ha diffuso il richiamo di altri sette lotti di dragées all’arancia candita, sempre per la possibile presenza di tracce di anidride solforosa non dichiarata in etichetta. Questa volta il prodotto interessato è venduto con il marchio Cioccolatitaliani e i seguenti numeri di lotto:

  • A1800133 con Tmc 04/10/2019
  • A1800153 con Tmc 15/11/2019
  • A1800156 con Tmc 29/11/2019
  • A1800163 con Tmc 05/12/2019
  • A1900003 con Tmc 02/01/2020
  • A1900001 con Tmc 13/03/2020
  • A1900027 con Tmc 06/05/2020

dragees arancia candita cioccolatitalianiIl ministero della Salute ha diffuso il richiamo di alcuni lotti di dragées all’arancia candita ricoperta di cioccolato fondente venduta con i marchi T’A Milano e Despar Teatro Italia per la presenza dell’allergene anidride solforosa non dichiarato in etichetta. Il prodotto interessato è confezionato in scatole da 120 grammi con i seguenti numeri di lotto e termini minimi di conservazione:

  • I1800153 con Tmc 30/12/2019 (Teatro Italia)
  • C1800434 con Tmc 30/03/3030 (T’A Milano)
  • C1800493 con Tmc 30/04/2020 (T’A Milano)
  • C1800537 con Tmc 30/05/2020 (T’A Milano)

Le dragées richiamate sono state prodotto da T’A Milano Srl, nello stabilimento di via Monte Grappa 4, a Cerro Maggiore, in provincia di Milano.

Si raccomanda alle persone allergiche all’anidride solforosa di non consumare il prodotto con i numeri di lotto segnalati e restituirli al punto vendita d’acquisto.

Dal 1° gennaio 2019, Il Fatto Alimentare ha segnalato 73 richiami, per un totale di 115 prodotti, e 4 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda  almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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