Il Ministero della Salute ha segnalato il richiamo da parte dell’operatore di un lotto di albume d’uovo da galline allevate a terra pastorizzato a marchio Lidl. Il motivo indicato nell’avviso di richiamo è la presenza di Salmonella spp nel prodotto. Le confezioni interessate sono quelle da 500 grammi, con il numero di lotto K 622460 e la data di scadenza 13/12/2024.
L’azienda Eurovo Srl ha prodotto l’albume d’uovo richiamato per Lidl Italia Srl. Lo stabilimento di produzione si trova in via Cavecchia 75, a Calisese di Cesena, in provincia di Forlì-Cesena (marchio di identificazione IT 39 OV CE).
In via precauzionale, l’azienda raccomanda di non consumare l’albume d’uovo con la data di scadenza e il numero di lotto sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso del prodotto richiamato possono restituirlo al punto vendita Lidl d’acquisto dove si provvederà al rimborso.
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© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), Ministero della Salute
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
come fa un prodotto pastorizzato ad avere ancora tracce di salmonella?
O l’albume è stato pastorizzato male oppure la contaminazione è avvenuta in fase di confezionamento
Ho sempre pensato che un prodotto pastorizzato mettesse al sicuro da ogni contaminazione, tipo la Salmonella, ma evidentemente devo ricredermi. Probabilmente la cottura avrebbe risolto il problema ma in caso di montatura del prodotto per usi a freddo, tipo crema per il tiramisù, il consumatore avrebbe corso seri rischi.
In effetti è un controsenso comprare un prodotto pastorizzato perché si pensa sia più sicuro e trovarsi invece proprio un prodotto contaminato da salmonella.
Forse bisognerebbe usare dei metodi ancora più evoluti per garantire la sicurezza di un prodotto di questo tipo perché “pastorizzato” dovrebbe essere una sorta di garanzia e come tale bisognerebbe prevedere un risarcimento particolare e molto più consistente perché significa venire meno alla promessa che c’è sulla confezione, altrimenti diventerebbe troppo facile vendere prodotti pastorizzati incassando molti soldi…le uova pastorizzate costano tanto…e in realtà nel processo magari ci sono diverse falle…si spera sia un caso isolato…del tipo 1 caso ogni 10 anni, se diventasse un problema più frequenta sarebbe il caso di chiedersi che senso abbia scrivere “pastorizzato” se il rischio rimane.