L’articolo del Fatto Alimentare sulla Nutella ribadisce un concetto importante, ovvero che ai consumatori è stato nascosto per anni l’uso dell’olio di palma, perché le aziende celavano l’olio tropicale dietro la dicitura “olio vegetale”. A me personalmente questa cosa ha dato un enorme fastidio. E sono felicissimo che tutti o quasi (compresa Barilla, prima a favore) abbiano cambiato politica! Finalmente!

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Perché Ferrero continuano ad abbinare promozioni e gadget alla Nutella?

Comunque vorrei far notare che Ferrero – almeno così mi pare – è una delle poche aziende che continuano a promuovere le merendine, la Nutella e i vari ovetti di cioccolato sia con continui sconti e, soprattutto, abbinando ai prodotti regali e premi. Negli anni ’80 questa era una prassi comune (ricordo le sorprese del Mulino Bianco), ma ora è principalmente Ferrero ad utilizzarla.

In questi giorni è stata la volta della lampada a forma di barattolo abbinata alla Nutella. Ma all’inizio di ogni anno scolastico non mancano  i “Set per la scuola” dati in omaggio con le merendine. Per non parlare degli ovetti Kinder (proposti ormai anche in versione speciale – adattata per l’occasione – non solo a Pasqua, ma anche per Halloween, a Natale e per qualsivoglia festa di carattere commerciale), che fanno della sorpresa una componente essenziale e, aggiungo io, diseducativa, perché il bambino è stimolato a mangiare un alimento inutile solo per il giocattolino contenuto.

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Gli Ovetti Kinder ormai esistono in versione festiva: Natale, Pasqua, Halloween, nessuna esclusa

Ma in Italia contestare Ferrero, oppure  la bontà della Nutella e anche le promozioni a base di regalini è sempre un’impresa complicata! Sembra voler mettere in discussione l’esistenza della stessa azienda e, con essa, il destino dei lavoratori. Eppure credo che esistano delle alternative, o no? Forse Ferrero continua con queste campagne promozionali perché fatica a vendere certi prodotti. Io continuo a vedere nei supermercati tonnellate di Nutella in offerta (ora sottocosto, ora no). Ma chi la compra?

Alberto

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Annarita
14 Novembre 2016 13:32

Ciao Alberto, leggendo la tua lettera è come se avessi letto il mio pensiero sull’argomento.
Ho sempre sostenuto ogni parola che hai utilizzato e come te penso che se Ferrero continua a proporre tutti questi sottocosto e dei regali, è molto probabile che da qualche tempo sta lentamente perdendo la faccia! E di questo ne sono felice perché è la tipica azienda che pensa solo ai propri profitti e non al benessere della salute e del pianeta (ricordiamo che il grasso di palma è l’olio più economico in assoluto, è ricco di grassi saturi dannosi per noi e favorisce la deforestazione delle zone dove si coltiva condannando gli animali che ci vivono a morte certa). Dovesse prima o poi colare a picco mi dispiacerebbe solamente per gli onesti lavoratori che rischierebbero il posto.
Ma ora mi domando, qualcuno conosce la provenienza dell’olio di palma che utilizza la Ferrero? Stanno divulgando quella ridicola pubblicità dove dicono che sia sostenibile… ma sostenibile come? Le prove? Francamente nutro seri dubbi… e anche se fosse, c’è sempre il grosso problema dei grassi saturi e qui come la mettiamo?

Carlo
Carlo
Reply to  Annarita
14 Novembre 2016 17:11

Che l olio di palma costi meno è risaputo della lavorazione la Ferrero ci mette la faccia . Ma ho notato che i prodotti senza olio di palma costano meno ; mi viene un dubbio. Cosa usano? Comunque non bisogna abusarne . Io personalmente non rinuncio alla nutella visto che non fumo. Questo pensiero va a coloro che si indignano mentre fumando spiegano quanto faccia male la nutella

MariaGrazia
MariaGrazia
Reply to  Annarita
17 Novembre 2016 09:26

a Carlo … se ti piace così tanto la nutella ..,. prova la crema di Perugina gianduia … è molto molto più buona e non contiene grassi strani ……. non ho mai mangiato cioccolato (sono del 1948) perché non mi piace … ma devo dire che questo di Perugina è fenomenale …. buona merenda!!!!!

Nicola
Nicola
Reply to  Annarita
17 Novembre 2016 14:55

Demonizzare la presenza di olio di palma in uno junk food è pretestuoso. Che senso ha? In un vasetto, anche se la metà fosse olio di palma, si parla di quantità assunte giornalmente davvero piccole. E’ chiaro che l’olio di palma, come tutti i grassi simili che lo sostituiranno progressivamente nel nostro junk food (con cosa, non è ancora dato sapere), fa male. Ma dire che altri prodotti alternativi sono migliori perchè non hanno l’olio di palma è una solenne boiata. Ferrero, tra l’altro, utilizza olio di palma tracciato (unica azienda) che proviene da coltivazioni che non prevedono deforestazione. Unica azienda che ha provato l’utilizzo di questo tipo di olio di palma. E’ chiaro che ci possa essere un periodo di sovrapproduzione, dovuto alla diminuzione di domanda (passaggio da periodo estivo e periodo invernale). Le catene di montaggio sono concepite per produrre sempre le stesse quantità o, quanto meno, non scendere sotto determinate quantità. E’ chiaro che, alla fine dell’estate, una ditta che produce cioccolato, faccia qualcosa per far ricordare alla clientela che è tornata ad esistere.

Berengario Stagno d'Alcontres
14 Novembre 2016 14:33

Vorrei far notare che l’acido palmitico (definizione comune di un grasso saturo) è contenuto anche nel burro, nel latte, nel formaggio e nella carne.
Esistono due tipi di olio derivanti dalla palma (da olio) palm oil e palm kernel oil (in italiano olio di palma e olio di palmisto). il primo proviene dalla polpa del frutto e il secondo dal nocciolo.
Dalla raccolta all’inizio della lavorazione devono passare meno di 24 ore per evitare il deterioramento dei grassi contenuti nel frutto – e questo è valido anche per le olive; se questo parametro viene rispettato avremo dell’olio di buona qualità altrimente deve essere sottoposto ad una ulteriore raffinazione.
La presenza di più del 50% di grassi saturi rende l’olio solido a temperatura ambiente – come il burro, il burro di cacao e l’olio di cocco.
L’abuso continuato di acidi grassi saturi porta nel corpo umano ad un aumento del colesterolo e dei trigliceridi. Abuso continuato, ovverossia tutti i giorni e per tanto tempo.
Il mangiare di tanto in tanto dei grassi saturi non è contrario alla buona salute!
In quanto all’utilizzo dell’olio di palma al posto del burro o del burro di cacao (come nella Nutella) è dovuto al costo (più basso nel caso dell’olio di palma) e al sapore (molto più neutro nel caso dell’olio di palma).
L’importante è non farsene un vasetto tutti i giorni !!!

Fleu
Fleu
Reply to  Berengario Stagno d'Alcontres
14 Novembre 2016 17:24

Finalmente qualcuno che scrive la verità.
Limitare l’utilizzo dell’olio di palma per il bene del nostro pianeta credo sia giusto, ma demonizzarlo per il suo profilo nutrizionale trovo che sia esagerato. Tutti i giorni la maggior parte di noi ingurgita sostanze anche peggiori dell’olio di palma. Il segreto è proprio quello di mantenere un consumo occasionale di questi prodotti.
Dobbiamo ricordare, infatti, che qualsiasi alimento consumato in dosi troppo alte comporta problemi alla nostra salute.
Sono convinta, purtroppo, che la maggior parte dei consumatori non siano a conoscenza di quali sono i veri motivi per cui limitare l’olio di palma e che consumino i prodotti che ne pubblicizzano l’assenza solo “per moda”. Tra qualche anno cosa ci inventeremo?
L’importante è che i consumatori siano informati e che facciano scelte consapevoli.

rube biagio
rube biagio
Reply to  Berengario Stagno d'Alcontres
17 Novembre 2016 15:20

deforestazione, schiavismo, distruzione degli habitat ne vogliamo tenere conto? che poi uno si ingozzi come crede, i soldi sono suoi e si gestisce il suo veleno al meglio
se volete la sorpresa nutella lasciate il barattolo al sole e vedete che sorpresona,…NOPALMOIL!!!

Lorenzo M
Lorenzo M
Reply to  Berengario Stagno d'Alcontres
17 Novembre 2016 15:23

Caro Berengario, il problema dell’olio di palma, rispetto al burro ecc., è che per estrarlo lo si deve portare a più di 200 °C, temperatura oltre la quale gli acidi grassi si modificano e formano dei composti chiamati MCPD (monocloropropandioli). Tali composti, che rimangono nell’olio raffinato e nei conseguenti prodotti alimentari, reagiscono con i nostri acidi gastrici virando in sostanze cancerogene. Ovviamente non lo sostengo io, ma l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) nello studio che ha determinato la messa al bando da parte delle grandi aziende (Coop, Esselunga, Barilla) dell’olio di palma. Anche se lasciassimo stare le pur giuste istanze ecologiche a difesa della biodiversità, sarebbe sufficiente tale studio a decretare la fine dell’uso alimentare di quel grasso tropicale. L’altro grande problema è che l’abuso dell’olio di palma è primario nei prodotti dedicati all’infanzia, a cominciare dai biscotti Plasmon (quelli che si sciolgono nei biberon dei nostri figli) a finire in merendine, patatine, pop corn e via dicendo.

Berengario Stagno d'Alcontres
Reply to  Berengario Stagno d'Alcontres
17 Novembre 2016 16:40

Caro Lorenzo,
mi stai parlando di olio di palmisto, quello ottenuto dal nocciolo (palm kernel oil). L’olio di palma si ottiene, come per le olive, in un frantoio. Si usa da millenni ed è citato in iscrizioni cuneiformi definito come olio-da-vaso. E’ di color rosso ed è un prodotto tradizionale in moltissimi paesi africani.
Oggi viene separata la polpa dal nocciolo e centrifugata per eliminare la parte acquosa.
Ha un buon contenuto in betacarotene.

GlamFood
Reply to  Berengario Stagno d'Alcontres
17 Novembre 2016 18:31

L’olio di palma viene estratto dal mesocarpo dei frutti (polpa), per pressione idraulica (spremitura) o per centrifugazione. Prima di essere avviati al processo di estrazione, i frutti vengono opportunamente trattati, sterilizzandoli con calore umido e snocciolandoli.
L’olio di palma grezzo presenta un colorito arancione, dovuto all’elevatissimo contenuto in carotenoidi, precursori vegetali della vitamina A. Per questo motivo, prima di giungere sulle nostre tavole, l’olio di palma subisce una serie di processi di raffinazione, che includono la deodorazione, la decolorazione e la neutralizzazione (serve ad allontanare gli acidi grassi liberi, riducendo l’acidità dell’olio). Purtroppo, durante questi processi i carotenoidi vengono inattivati dal calore.
Queste tecniche di raffinazione con sostanze chimiche sono comuni un po’ a tutti gli oli di semi (di soia, di girasole, di colza ecc.); sono invece vietate nella produzione dell’olio di oliva vergine, mentre sono ammesse nella produzione dell’olio di sansa di oliva.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/olio-di-palma.html

Diego
Diego
Reply to  Berengario Stagno d'Alcontres
17 Novembre 2016 19:02

Il problema non è la Nutella in se, ovvio che nessuno ti obbliga a mangiarne a quintali, ma l’olio di palma è ( o era) in quasi tutti gli alimenti industriali e anche se se ne tiene sotto controllo la quantità, l’olio di palma veniva comunque assimilato perché presente in altri prodotti e quindi, addio ai limiti del consentito… E comunque il burro non lo si mangia mica a morsi… E di olio di oliva non se ne beve mica un bicchiere a pasto…

Massimo
Massimo
14 Novembre 2016 17:24

La questione dell’olio di palma non c’entra nulla con le attività promozionali.
Le quali vengono effettuate da “n mila” aziende che producono beni di largo consuno. Può non piacere ma è il capitalismo.

alberto
alberto
Reply to  Massimo
14 Novembre 2016 18:13

Si, ma se andiamo a guardare la composizione di certi prodotti Ferrero, scopriamo che i grassi sono la prima (!) voce in etichetta, seguiti dallo zucchero e poi dal resto degli ingredienti. Ad esempio, per l’ovetto Kinder (dati presi da questo link http://www.valori-alimenti.com/nutrizionali/tabella95734.php) abbiamo su 100g di prodotto il 58,85% di carboidrati, il 36,77% di grassi e solo il 9,38% di proteine. Nei cioccolatini Raffaello il 48,6% di grassi, il 38,3% di carboidrati e solo il 7,6% di proteine (dati presi da https://www.ferrero.it/prodotti/praline-e-specialita-ferrero/raffaello). Vi sembra normale che su prodotti chiaramente destinati ai bambini come l’ovetto Kinder – che non sono certo alimenti salutari e il cui consumo tra i piccoli è incentivato ormai in ogni periodo dell’anno abbinando il prodotto a cartoni animati, film di prima visione, festività varie ecc. – non esistano limiti di legge o altri vincoli? Se per Lei tutto questo è normale…

Massimo
Massimo
Reply to  Massimo
15 Novembre 2016 16:44

Non acquisto prodotti Ferrero da anni, li ritengo qualitativamente molto discutibili, Nutella in primis.
Detto questo non li si può accusare di nulla, in particolare sulle attività promozionali, fanno quello che fanno tutte le altre aziende, in misura superiore perchè devono mantenere volumi di vendita molto ingenti e di conseguenza far lavorare gli impianti, in cui, non lo scordiamo, lavorano migliaia di persone.

Alberto
Alberto
Reply to  Massimo
16 Novembre 2016 12:59

Si, è anche questo il discorso: il dover produrre sempre tanto di ogni cosa, sempre di più, anche quando non ce n’è bisogno.
Quante cose si producono, che poi magari rimangono sugli scaffali o nei magazzini e non vengono utilizzate, vuoi perché scadono (come nel caso dei prodotti alimentari), vuoi perché vengono nel frattempo superate da altre più nuove e tecnologicamente avanzate e diventano dunque meno appetibili?
Quante risorse del pianeta si consumano, si distruggono e si sprecano per aumentare la produzione di cose che non sono necessarie?
Si dovrebbe produrre di meno, per evitare sprechi. Ora invece si produce di più del necessario, e poi si cerca di venderlo grazie a continue campagne pubblicitarie, a promozioni sottocosto ecc. per svuotare i magazzini e far posto a nuova merce.
Bisognerebbe che, come si è fatta la petizione contro l’olio di palma, si facesse la petizione contro la produzione eccessiva ed inutile.
Non me ne frega niente di comperare una cosa scontata, se poi dietro c’è lo sfruttamento delle risorse naturali o degli uomini…

Massimo
Massimo
Reply to  Massimo
16 Novembre 2016 16:46

Alberto, potrei essere d’accordo, ma lei parla di un modello di società che non esiste o cmq non è quella in cui viviamo. Per ritornare ai prodotti della Ferrero Le assicuro che non scade nulla.

Andrea
Andrea
Reply to  Massimo
17 Novembre 2016 12:06

Mi sembrava che l’argomento base fosse “Perché Ferrero continua ad abbinare regali e gadget alla Nutella, agli ovetti Kinder e alle merendine” che non c’entra niente con l’olio di palma. Per le polemiche su questo grasso vegetale si sono molti, moltissimi, troppi altri post!
L’abbinare regali è solo una pura scelta commerciale: non capisco perchè si debba per forza attaccare la Ferrero (o Nestlè) anche sulle politiche commerciali che non c’entrano molto con la salute del consumatore. Propongo il prossimo articolo con il titolo “Perché si continua a vendere patatine abbinate a regali e gadget? … Si vuole forse emulare gli ovetti Kinder o la Nutella?”

Veronica
Veronica
Reply to  Massimo
17 Novembre 2016 12:22

Andrea, se si fa una rapida ricerca nella rivista, si può vedere che il problema non sono la Ferrero o la Nestlé, ma la pratica di associare ad alimenti che andrebbero consumati saltuariamente, giochini che richiamano l’attenzione dei bambini. http://www.ilfattoalimentare.it/?s=gadget

Fabio
Fabio
14 Novembre 2016 20:47

I bambini consumatori non sono da sottovalutare, a mia figlia l’ovetto kinder fa schifo: “è troppo dolce”, quindi lei si tiene la sorpresina ed io li mangio.. per poi pentirmene dicendo.. “bleah è troppo dolce”.. naturalmente anche lei rimane mediamente delusa dal giochino . Ma la magia della SORPRESA rimane irresistibile. Penso che l’ovetto kinder alla fine sia un prodotto commerciale riuscito per questo motivo soddisfa bisogni che non sono tangibili anche se poi potrebbe finire tutto nella pattumiera.. cioccolato e sorpresa. Come qualcuno ha già fatto notare questo fa parte del capitalismo (e della natura umana..).
Il prodotto in se ognuno lo può valutare, genitori e bambini, quello di cui bisogna invece guardarsi e da cui dovremmo difenderci, come dice anche l’articolo, sono le campagne pubblicitarie martellanti e fuorvianti, il posizionamento dei prodotti ad altezza bambino nei supermercati, le iniziative più o meno camuffate per promuovere questi prodotti nelle scuole ecc. ecc.

dario
dario
15 Novembre 2016 05:48

Ormai parlare ancora dell olio di palma è davvero inutile. Sull argomento ho già scritto è risposto molte volte. Ma vorrei dire solo una cosa ad Alberto e tutti quelli che hanno il suo pensiero: che acqua bevete? Date la stessa attenzione all acqua che usate per uso alimentare? È semplicemente una mia curiosità, grazie.

Marco
Marco
15 Novembre 2016 09:51

Ho una bambina di 2 anni e mezzo e trovo che l’ovetto sia geniale. La cioccolata non sarà il massimo, ma basta farla sparire velocemente invece di darla al bambino. Rimane invece la curiosità nello scoprire la sorpresa. Il tutto per 1,20 euro (a volte in promozione se se ne comprano tanti). E’ l’unico prodotto Ferrero che compro abitualmente, io sinceramente lo vedo come il più innocuo dei vizi che si possa dare ad un bimbo.

patrizia pagni
15 Novembre 2016 09:53

Io credo che accanirsi contro la Nutella ,con cui abbiamo fatto merenda tutti e da generazioni dia alquanto discutibile! Primo: nessuno è obbligato a comprarla,secondo: con tutti i conservanti e schifezze varie che troviamo in tantissimi prodotti quali anche sui cibi freschi è assurdo fare delle crociate su una cucchiaiata di buonissima Nutella !!

MariaGrazia
MariaGrazia
Reply to  patrizia pagni
17 Novembre 2016 09:32

la nutella sino a qualche anno fa NON USAVA L’OLIO DI PALMA …. era cremosa e ben digeribile …. da qualche anno ha cambiato ingrediente e se notate quando si apre il barattolo o la confez monodose (l’unica in commercio monodose) troverete sopra una patina di grasso …. prima non c’era …. difatti la petizione è stata inoltrata per il semplice fatto che quando si andava ad acquistare qualsiasi prodotto .. anche il pane a fette … conteneva olio di palma … se uno non lo voleva doveva passare tutti i prodotti esposti per trovare quello senza … non è possibile perdere due ore di tempo per fare la spesa … ora è molto meglio … nei vari prodotti hanno reinserito l’olio di girasole … perfetto!!!!

luigi
luigi
15 Novembre 2016 13:54

noto ancora molta disinformazione circa i dati che ha pubblicato l’EFSA a proposito dell’olio di palma raffinato, che viene (o veniva) utilizzato nella preparazione di una grande varietà di cibi pronti al consumo. qui non si tratta di andare a vedere cosa c’è nella lista di ingredienti di altri prodotti che non richiedono tale olio, per fare paragoni, ma si tratta di aprire gli occhi sui risultati che l’European Food Safety Authority ha ufficialmente tratto da numerosi studi effettuati sul contenuto dell’olio di palma raffinato, così come anche lo stesso Fatto Alimentare ha riportato: contiene 3 sostanze cancerogene (glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e 2-monocloropropandiolo (2-MCPD)) ed, in quanto tali, non prevedono un limite al di sotto del quale la loro azione venga ridimensionata. si rifletta, inoltre, sull’estrema importanza del rapporto quantità consumate/peso ed immaturità immunitaria del consumatore. questi dati sono da prendere crudi e nudi. chi pensa che i problemi siano “ben altri”, trascuri pure, ma con 2 fette di prosciutto sugli occhi ci si può solo far del male…

COSIMO
COSIMO
15 Novembre 2016 17:14

Quando si fa la lotta alle sorprese dell’ovetto kinder… si scade inesorabilmente sul ridicolo..

Alberto
Alberto
Reply to  COSIMO
16 Novembre 2016 13:04

Non si fa la lotta all’Ovetto Kinder in sé, ma al continuo martellamento pubblicitario rivolto ai bambini che li invoglia a chiedere e a consumare prodotti dannosi (se consumati spesso). Per i produttori di sigarette è stato introdotto l’obbligo di scrivere sui pacchetti “Nuoce gravemente alla salute”. Bisognerebbe fare lo stesso su certi prodotti (dis)alimentari. Tutto qua!

MariaGrazia
MariaGrazia
Reply to  COSIMO
17 Novembre 2016 09:35

Alberto sono pienamente d’accordo …. il problema oltre all’uso di questo “grasso” è molto importante la deforestazione … che deve essere impedita immediatamente …. è un polmone verde che serve a tutto il mondo …… questo forse non viene recepito molto bene da tutti i consumatori ….

COSIMO
COSIMO
Reply to  COSIMO
22 Novembre 2016 10:11

@Alberto se seguiamo la teoria di introduzione del “fa male” in etichetta.. io partirei dalla pubblicità dei fast food…
ma lasciamo perdere.. per me e per mio figlio ogni pubblicità è fonte di discussione. Partiamo dal principio che quello che esce in televisione non è oro colato, anzi! partiamo che i migliori prodotti non sono pubblicizzati!!! poi andiamo avanti

Samantha
Samantha
17 Novembre 2016 11:50

Da che io ricordi, la Ferrero ha sempre inserito dei gadget nei suoi prodotti, siano essi merendine o ovetti o biscotti ecc.
Non mi sorprende che continuino a farlo e non credo che dipenda dagli ingredienti utilizzati, i quali sono (e sono sempre stati!) di qualità inferiore ad altre marche… Un ovvio paragone, ad esempio, è tra la Nutella e la crema Novi: la prima mi disgusta (non tollero il lattosio e mi viene subito nausea), mentre la seconda riesco a mangiarla con la giusta moderazione… Perché? Semplicemente perché la Nutella contiene tanto zucchero, olio e latte e una parvenza di nocciole, mentre la crema Novi è l’esatto opposto…
Le sorprese servono ad attirare i bambini, ovviamente, e anche gli adulti, che hanno cominciato a scegliere prodotti migliori.
Questo è un male? Non saprei, francamente… In fondo la Mulino Bianco fa da sempre raccolte punti, quindi la differenza sta nel numero di scatole da comprare per avere la sorpresa (1 per la Ferrero e 10 per la Mulino Bianco, per esempio).
Ah, un’altra cosa! Recentemente la Mulino Bianco ha iniziato a mandare promoter in giro per i supermercati per consegnare regalini a chi acquista almeno due prodotti del marchio… Io ho preso ciotoline e bicchieri 🙂
Quindi, o demonizziamo tutti o nessuno, secondo me.

Marco G.
Marco G.
17 Novembre 2016 12:17

La Ferrero può salvarsi come ha ha fatto con il cioccolato. Dapprima produceva surrogato di cioccolato con grassi idrogenati (il suo slogan era “Sono il primo e resto il migliore”), poi ha iniziato la produzione di cioccolato con il burro di cacao e ora dovrebbe sostituire l’olio di palma con oli migliori. Abbinare giocattolini e altre amenità per i bambini è un’azione scorretta, per usare un eufemismo, perché stimola indirettamente i piccoli a farsi comprare i suoi prodotti, anche se fanno male alla loro salute. Si dovrebbe vietare l’uso di tale pratica commerciale.

Rita
Rita
17 Novembre 2016 14:38

In tutte queste discussioni si parla solo del fatto che l’ olio di palma possa essere più’ o meno nocivo…per quel che mi riguarda ognuno è libero di farsi male come meglio crede ma non è’ tollerabile il danno ambientale che stanno facendo per portare avanti questo tipo di coltivazione!

Mariagrazia Adami
Mariagrazia Adami
17 Novembre 2016 14:57

Ma evitare di comprare questi prodotti?
Ai bambini si può spiegare, mica sono scemi!

raffamore
raffamore
17 Novembre 2016 17:07

… soddisfa bisogni che non sono tangibili … questo fa parte del capitalismo (e della natura umana..).
E gli uomini sono cattivi :))))

M
M
17 Novembre 2016 17:34

Mi associo al commento della Sig.ra Adami: non compriamoli ai figlioli e spieghiamo loro i motivi della scelta acquistando invece cioccolata di qualità.
Una volta grandicelli facciamo fare pratica con la matematica insegnando loro le differenze di prezzo al chilo. Ma avete notato quanto costa un ovetto al chilo? :0
Sia a mio figlio, sia ai piccoli ospiti pomeridiani non ho mai fatto trovare Ovetti, questo per quasi 10 anni.
Ha imparato insieme a noi a leggere le etichette e schivare i prodotti di bassa qualità, ciò non toglie che il consumo sporadico da amici e nonni sia avvenuto, non vorrei sconfinare nell’ortoressia!! Certo si potrebbe insistere affinché certi prodotti civetta spariscano dalle casse o dalle loro vicinanze… (Petizione firmata a suo tempo) Ma come la mettiamo con la pubblicità? Noi abbiamo eliminato la TV tradizionale… 😉 Vedete voi!

M
M
17 Novembre 2016 17:39

Mi associo al commento della Sig.ra Adami: non compriamo ai figlioli e spieghiamo loro i motivi della scelta acquistando invece cioccolata di qualità.
Una volta grandicelli facciamo fare pratica con la matematica insegnando loro le differenze di prezzo al chilo. Ma avete notato quanto costa un ovetto al chilo? :0
Sia a mio figlio, sia ai piccoli ospiti pomeridiani non ho mai fatto trovare Ovetti, questo per quasi 10 anni.
Ha imparato insieme a noi a leggere le etichette e schivare i prodotti di bassa qualità, ciò non toglie che il consumo sporadico da amici e nonni sia avvenuto, non vorrei sconfinare nell’ortoressia!! Certo si potrebbe insistere affinché certi prodotti civetta spariscano dalle casse o dalle loro vicinanze… (Firmata la petizione a suo tempo) Ma come la mettiamo con la pubblicità? Noi abbiamo eliminato la TV tradizionale… 😉

Roberto Contestabile
17 Novembre 2016 18:28

Abbinare gadget ai prodotti alimentari (Ferrero come Coca Cola) è da sempre una strategia del marketing industriale molto vincente in quanto colpisce in primis i bambini che provano interesse sul regalo e non sul prodotto (solitamente è junk-food tipo patatine o snack vari). La Ferrero lo fa da sempre (ricordiamoci la raccolta punti e gli omaggi anche importanti tipo gelatiera o tostapane) e non c’entra nulla con i cali di vendite (che sicuramente vanno ancora a gonfie vele) ma fa parte del piano promozionale, come lo sono le scontistiche (sottocosto o tagli prezzo) che ultimamente sono diventate molto più graffianti in tutte le insegne della gdo e questa sicuramente è una stategia mirata a contrastare la campagna no palm oil. Ricordiamoci che la Ferrero è una holding che a livello internazionale è molto presente e radicata con numerosi investimenti ultra-miliardari e di cui sono in Italia sta probabilmente percependo un po’ di debacle causa l’opposizione sul famigerato olio vegetale (ma non illudiamoci…gli strateghi sono all’opera da tempo).

marco
marco
17 Novembre 2016 18:46

non sono qui certo per difendere la nutella..o la Ferrero…….. quello che mi stranisce è ……. che si continua a parlare della Ferrero …..e ci sono cosi tanti “lettori spensierati e spassionati” che scrivono lettere…….e lettori che guarda caso….stavano pensando alla stessa cosa?

secondo me è già tanto quanto se ne è discusso ….se ne discute “tramite l’echo” ….e ciò che sta accadendo all’olio di palma
ora il mio sospetto è ancora più forte ……secondo me c’è qualcuno che “c’e l’ha con l’azienda” per motivi diversi dall’olio di palma

resto sempre del parere che oggi possiamo scegliere…….. di NON COMPRARE
ma ora ..quasi quasi ..se non la compravo mai …….. un aiutino glielo do …

Roberto La Pira
Reply to  marco
18 Novembre 2016 08:20

Se Ferrero fa una campagna pubblicitaria così invasiva è ovvio che poi si parli di Nutella

MARIANNA GRIMALDI
MARIANNA GRIMALDI
17 Novembre 2016 21:00

Per me invece la domanda chiave è un’altra: perché l’olio di palma, o un qualsiasi altro olio, in un ovetto di cioccolato? Perché non dovrebbe bastare il cioccolato? Perché vogliono produrre un prodotto estremamente goloso (per chi è abituato a simili nefandezze) a costi estremamente bassi. Dunque è a tutti gli effetti cibo spazzatura e come tale dovrebbe riportare le stesse diciture normative delle sigarette. I consumatori assidui dei prodotti Ferrero sono probabilmente le fasce di popolazione meno abbienti e con meno accesso a fonti d’informazione indipendenti. Dunque chi è il vero colpevole?

Costante
Costante
17 Novembre 2016 22:50

Purtroppo , non me ne vogliate e scusate lo sfogo,nei vari commenti si vede tanta ignoranza della realtà e la voglia indiscriminata di “dagli all’untore!”. Ma se parlate di ecologia, avete l’idea di quanta CO2 in più della produzione dell’olio di palma viene liberata in atmosfera per la produzione di olio di girasole? e del pari quanta deforestazione nel mondo, pari o superiore a quella delle palme da olio viene effettuata per produrre cacao?, e quanto lavoro minorile viene utilizzato nel mondo per produzioni agricole redditizie ?
E tanti prodotti del genere non sono utilizzati solo da Ferrero, che qui viene spacciata per la bestia infame da distruggere, ma anche da quelli che vengono citati come più “stimati”.
Vi siete mai chiesti ad esempio quanti produttori medi e piccoli, a differenza di quelli maggiori, controllano le micotossine delle loro farine acquistate? Quanti di questi si interessano seriamente delle caratteristiche del packaging investendo risorse in ricerca di sicurezza e prevenzione? Quanti allevatori resistono all’acquisto a prezzi bassissimi di granella di mais inquinata da AFB1, con pericolo per loro stessi oltre che per i loro prodotti?
La voglia di pontificare a vanvera e la presunzione di sapere , conoscere e giudicare fa proprio pensare a quello che dicevano i nostri genitori: “prima de parlar tasi !” (=prima di parlare rifletti, documentati e stai zitto) . E’ vero che i consumatori hanno voglia di sapere, ma cose ponderate e filtrate a livello scientifico, non con la testa riempita, vedi Floris, da scoop sensazionali stupidamente falsi e senza senso. Se gli ascoltatori sapessero che senza microbi, anche patogeni su cui l’organismo organizza le sue difese preventive, non esisteremmo e non potremmo vivere !

Alberto
Alberto
Reply to  Costante
24 Novembre 2016 13:30

Buongiorno Sig. Costante.

Lei afferma che la coltivazione dell’olio di girasole libera nell’atmosfera più CO2 di quanto ne liberi la coltivazione dell’olio di palma e che, dunque, la coltivazione dell’olio di palma contribuisce meno al riscaldamento globale della coltivazione dell’olio di girasole.

Ammesso che ciò sia vero, forse DA ADESSO IN POI l’olio di palma produrrà meno CO2 rispetto all’olio di girasole. Ma PRIMA? Lei si dimentica del PRIMA. Perché, per predisporre la coltivazione dell’olio di palma in Indonesia, è stata bruciata un’area di foresta tropicale pari alla Germania, e quegli incendi hanno prodotto CO2.

Allora Le chiedo: Lei ha messo nel conto anche il CO2 liberato nell’atmosfera dagli incendi delle foreste? Perché se dovessimo includere nel conto del CO2 prodotto per la coltivazione dell’olio di palma quello degli incendi, io non sarei più tanto sicuro che il saldo finale vada a vantaggio dell’olio di palma!

Purtroppo, per valutare la bontà di una scelta (nel nostro caso quella di coltivare l’olio di palma) si guarda troppo spesso al solo al guadagno futuro, dimenticandosi di includere nel conto le perdite passate. È come se noi, investendo in borsa, ci rallegrassimo se oggi abbiamo guadagnato il 3%, dimenticando però che il giorno prima abbiamo perso il 10%: sarà pur vero che oggi guadagniamo il 3%, ma siamo pur sempre ancora in perdita del 7,3%!

Anche Ferrero, guarda caso, quando difende a spada tratta l’olio di palma, pone l’accento sul fatto che la coltivazione dell’olio di palma ha una resa superiore a quella di altri olii e richiede meno acqua, e che dunque è più conveniente rispetto alla coltivazione, ad esempio, dell’olio di girasole. Peccato però che nei decenni passati, per raggiungere questi volumi produttivi, abbiano raso al suolo ettari ed ettari di foreste, il cui costo sociale non è certamente a carico di Ferrero.

Quelli, però, vogliamo metterli nel conto? Si tratta di foresta che non si recupererà più, definitivamente distrutta, come quella distrutta in Brasile per far posto ai pascoli dei bovini con cui si fa la Bresaola italiana, nostro fiore all’occhiello (http://www.corriere.it/le-inchieste/2016/10/24/italia-principale-importatore-europeo-carne-bovina-brasile-cosi-riparte-deforestazione/53507cea-9a18-11e6-939e-ec3a0eea054f.shtml).

C’è chi sostiene che i prodotti provenienti dai paese asiatici, se fossero prodotti qui in Italia costerebbero certamente di più, e dunque questo è un aspetto a favore della globalizzazione.
Ma vogliamo metter in conto i costi legati all’inquinamento e alle emissioni prodotte dalle fabbriche di quei paesi, che tutti noi subiamo e su cui abbiamo scarso controllo? E quelli delle navi che trasportano le merci da una parte all’altra del pianeta, e inquinano gli oceani quando puliscono i motori, scaricando in mare i prodotti inquinanti del lavaggio? Quei metalli pesanti li troviamo poi nel pesce che viene pescato, e che raggiunge anche le nostre tavole!

E dove mettiamo i costi sociali che dobbiamo sostenere noi italiani, quando le nostre fabbriche si trasferiscono all’estero e chiudono e dobbiamo mantenere i disoccupati? Tutti questi costi li vogliamo considerare?

Perché, allora, non è vero che la merce che arriva dall’asia costa di meno di quella prodotta una volta in Italia. Costa uguale, o anche di più, se includiamo nel conteggio quei costi nascosti!

Quando acquistiamo una merendina Ferrero, una parte dei soldi spesi va certamente ai produttori di olio di palma, ovvero va fuori dall’Italia. Se la stessa merendina Ferrero fosse prodotta con olio di girasole italiano, quei soldi rimarrebbero in Italia e contribuirebbero a far funzionare la nostra economia.

Premesso ciò, Lei ha ragione quando afferma che non esiste solo il problema dell’olio di palma, che non esiste solo Ferrero e che certe colpe non si possono addossare solo a questa azienda.

Ma Ferrero, in questo momento, sta portando avanti una campagna mediatica a favore dell’olio di palma per proteggere i propri interessi commerciali, ed è giusto allora ribattere a Ferrero, e non stare zitti e subire tutto quello che viene detto, non solo a proposito ma anche a sproposito.

Cordiali saluti.