Donna con carrello in un supermercato tra gli scaffali della pasta

All’inizio di quest’anno Barilla ha annunciato che avrebbe abbassato i prezzi di una serie di prodotti, fra cui pasta, biscotti e sostitutivi del pane (ne abbiamo parlato in questo articolo sull’iniziativa dell’azienda di Parma). La riduzione, che oscillava dal 7 al 13%, riguardava i prezzi di cessione da parte di Barilla alle catene di supermercati. Ogni insegna ha poi deciso autonomamente la diminuzione dei prezzi di vendita al dettaglio. È chiaro che, quando la diminuzione riguarda un numero così elevato di prodotti di un marchio famoso, i supermercati non possono ignorare la cosa e devono  abbassare i listini. Prevedendo l’inevitabile discesa dei prezzi, abbiamo confrontato i listini dei prodotti Barilla e Mulino Bianco proposti dalle varie catene a metà gennaio 2024 con quelli di due mesi dopo. Il confronto è stato fatto prendendo come riferimento i valori indicati sulle pagine della spesa online di Coop, Esselunga, Conad e Carrefour.

Spaghetti, fette biscottate e biscotti

Iniziamo dalla pasta, prodotto presente nelle case di tutti gli italiani. Il prezzo degli spaghetti n. 5 e di quelli grossi n.7 (confezione blu) è passato da 2,50 a 2,30 €/kg, con uno sconto del 7,7% (da Esselunga per i n. 5 si è passati da 2,25 a 2,09). Gli spaghetti trafilati al bronzo, nella confezione rossa da 400 g, partivano da 3,73 €/kg e lo sconto varia dal 9 al 13% a seconda delle catene.

Barilla al bronzo 2022
Per gli spaghetti trafilati al bronzo lo sconto registrato varia dal 9 al 13% a seconda delle catene.

Per le fette biscottate dorate (confezione da 630 g), il listino in gennaio si aggirava intorno a 4,40 €/kg, adesso lo sconto applicato è del 10% circa. Lo stesso andamento riguarda le fette biscottate integrali. Il prezzo della versione ai cereali, che partiva intorno ai 7-7,50 €/kg, in confezione da 315 g, varia da una catena all’altra: all’Esselunga è rimasto uguale (7,27 €/kg), al Conad è un po’ aumentato e al Carrefour è crollato del 38% (senza che siano indicate promozioni).

Anche per i biscotti Mulino Bianco si registrano valori al ribasso. Gli Abbracci e i Pan di Stelle (in confezione da 350 g), che in gennaio all’Esselunga e al Carrefour costavano 7,11-7,12 €/kg, adesso registrano un ribasso dell’8% all’Esselunga e del 20% al Carrefour. I Nascondini, il cui prezzo nelle diverse catene oscillava da 7,24 a 7,76 €/kg, hanno registrato un ribasso dal 4 al 20% (da Carrefour il listino sullo scaffale indica 6,03 €/kg e da Coop 7,09). Sulle Gocciole, (biscotti a marchio Pavesi proprietà della Barilla), il risparmio è dell’8-10%.

L’iniziativa di Barilla ha funzionato?

L’iniziativa della Barilla ha prodotto effettivamente una diminuzione media dell’8-12% dei prezzi a scaffale, con andamenti un po’ diversi a seconda delle insegne. L’impressione è che le catene facciano scelte differenziate soprattutto sui prodotti più ‘di nicchia’ (meno popolari?), come per esempio le fette biscottate ai cereali, mentre su quelli che vanno per la maggiore, come la pasta, le fette biscottate dorate o i biscotti Gocciole, sono allineate sugli stessi prezzi.

Tabella prezzi Barilla 1 pastaTabella prezzi Barilla 2 fette biscottateTabella prezzi Barilla 3 biscotti

© Riproduzione riservata Foto: Barilla, Mulino Bianco, Pan di Stelle, Pavesi

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Laura
Laura
26 Marzo 2024 10:08

Esatto, è vero, me ne sono resa conto perché io uso le fette biscottate dorate e purtroppo sono costretta a controllare i centesimi. Ed è vero ciò che avete riscontrato!

Valerio
Valerio
26 Marzo 2024 13:11

Buongiorno, in passato ho visitato per lavoro parecchi punti vendita della grande distribuzione, e i singoli negozi avevano una lista di prodotti su cui dovevano settimanalmente confrontare i prezzi con i punti vendita più vicini delle catene concorrenti, in modo da allinearsi e non perdere clienti per differenze troppo marcate. Quindi in genere c’è un prezzo di riferimento raccomandato dalla catena, poi ci sono margini di autonomia dei singoli punti vendita su un elenco di prodotti rappresentativi per rimanere allineati alla concorrenza, poi ci sono le iniziative promozionali, che spesso vengono fatte pagare ai fornitori, chiedendo sconti e vendite sotto costo per un determinato periodo. In questo modo il fornitore specializzato viene danneggiato direttamente, perché quei prodotti rappresentano la quota principale del suo fatturato, mentre il supermercato può alzare i prezzi di altri prodotti e sfruttare le promozioni per aumentare le vendite anche di altri reparti. Inoltre giocano a favore della catena anche i fattori finanziari: se la catena paga il fornitore a 30-60 giorni, ma incassa immediatamente dalle vendite, può trarre vantaggio dagli interessi sulle somme incassate in anticipo. Una parte importante degli utili a bilancio delle principali catene GDO operanti in Italia viene dagli investimenti finanziari, e non dalle vendite al dettaglio.

Francesca Labate
Francesca Labate
Reply to  Valerio
27 Marzo 2024 10:33

senza contare che le grandi catene per mettere un prodotto sullo scaffale chiedono spesso un diritto d’ingresso…

Roberto La Pira
Reply to  Francesca Labate
27 Marzo 2024 11:41

Le catene di supermercati chiedono SEMPRE un diritto di ingresso per i nuovi prodotti

Francesca Labate
Francesca Labate
27 Marzo 2024 10:31

la diminuzione di prezzo l’ho vista…certo sarebbe buono fare in ogni supermercato un angolo riservato ai prodotti di seconda scelta…molte volte sono prodotti comunque validi, scartati perché vicini alla scadenza o per qualche piccolo difetto…ma comunque perfettamente edibili.
la differenza di prezzo in questi articoli è significatica rispetto al prezzo pieno.

Federico G
Federico G
27 Marzo 2024 10:43

E’ apprezzabile da parte di Barilla un aiuto nel ribasso dei prezzi, ma non è sufficiente. Nel giro di un anno, ad esempio i biscotti pan di stelle, hanno avuto un incremento considerevole di prezzo. Molto più di queste percentuali di sconto. Io credo che il problema sia più grande e che si debba mettere in piedì una politica più ampia sui prezzi al consumo. La spesa in generale è cresciuta almeno del 30% e, gli stipendi, rimangono sempre gli stessi. La gente così non può più permettersi la qualità dei prodotti a marchio e sceglie prodotti più scadenti per avere un po’ di risparmio.

Giovanni
Giovanni
27 Marzo 2024 17:45

Sarebbe il caso che esistesse un controllo governativo sui prezzi al consumatore. Basterebbe una informazione pubblica da parte dello Stato che controllasse le variazioni di prezzo, così come è stato fatto nel vostro articolo, per dissuadere la GDO dal “giocare” con i prezzi. In uno dei supermercati dove faccio la spesa la confezione di carote da kg. è passata improvvisamente da 99 centesimi a 1,49 euro. Non ho nemmeno provato a chiedere alla direzione le ragioni di tale improvviso aumento per non sentirmi dare una risposta da “presa per i fondelli”
Grazie

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