Milano è una città molto cara, ma facendo un giro in centro si fanno scoperte che lasciano esterrefatti. Arrivi in Piazza del Duomo e trovi il venditore di caldarroste che mostra in bella vista tre barattoli di metallo con i prezzi evidenziati da un cartellino rosso. Il primo indica 5 euro, il secondo 8 e quello più grande 12. Non ci credo. Guardo meglio i barattoli di metallo e conto le belle castagne che finiscono nel cartoccio. Con una certa sorpresa scopro che ogni castagna viene a costare un euro.
A poche decine di metri dal furgoncino che vende le caldarroste c’è la Galleria Vittorio Emanuele, considerata il salotto cittadino. All’ingresso si trova il famoso ristorante Savini che espone in bella vista il menù. Mi cade l’occhio su una voce poco evidenziata rispetto ai prelibati piatti della lista, si tratta del coperto: 9 euro. Anche in questo caso mi sembra una cifra esagerata, anche se bisogna ammettere che i camerieri sono eleganti e anche il servizio di posate e piatti risulta di livello. Nulla a che vedere con le pizzerie milanesi che arredano il tavolo con una tovaglietta di carta, posate dozzinali arrotolate in un tovagliolo di materiale sintetico e chiedono 2 euro.
I prezzi pazzi dei tortellini di Peck
Terza tappa è la salumeria top di Milano, in via Spadari, a 50 metri di Piazza Duomo, dove Peck propone i tortellini di carne per il pranzo di Natale al modico prezzo di 55 €/kg. Ammetto che Peck ha sempre prodotti di alta qualità ma inavvicinabili per i consumatori medi.
Certo, in Piazza Duomo si trova anche altro, ma mi piace evidenziare questi prezzi che non trovano giustificazioni plausibili. Nonostante ciò, per le caldarroste c’era la fila, il ristorante Savini era abbastanza pieno di turisti e da Peck la Milano per bene faceva la spesa senza badare molto ai cartellini dei prezzi. Prima di abbandonare la piazza, allungo la vista su un cappotto di Armami proposto a 4.990 euro e mi rendo conto che è un mondo che non mi appartiene. Meglio comprare le castagne e fare la spesa nel mio supermercato di Lambrate e poi prenotare nel nuovo ristorante indiano in piazza Udine, dove sul menù non compare la voce coperto.
Come non concludere questa nota con un appunto di Luigi Rubinelli su Alimentando, che evidenzia il prezzo esagerato dei panini all’aeroporto di Firenze. L’assortimento spazia da 8,50 a 8,90 €, con una chicca finale: il burger vegano a 9,50 €.
© Riproduzione riservata Foto: Il Fatto Alimentare
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Buongiorno.
Sara Rossi ha ragione su tutto. Ma vorrei aggiungere un’osservazione:
in visita a Vercelli ad un vecchio zio, sulla rotonda tra i centralissimi Corso Garibaldi e Corso Libertà ho trovato un venditore ambulante di castagne arrostite che proponeva esattamente gli stessi prezzi di quello di Piazza Duomo a Milano. Delle due l’una: o il venditore era lo stesso di Milano in trasferta a Vercelli, oppure tutto il mondo è paese. In ogni caso questi prezzi sono inaccettabili.
Grazie e cordiali saluti.
Tempo fa qualcuno sosteneva esistesse una sorta di “cartello “
In questi casi come sempre il consumatore può usare la migliore arma a propria disposizione, ovvero non comprare la merce in vendita a prezzi fuori realtà (degli stipendi medi).