Il prof. Enzo Spisni intervistato da Paola Emilia Cicerone ha dichiarato pochi giorni fa al Fatto Alimentare che i polli di allevamento intensivo si possono considerare “malati”. Fabrizio De Stefani, veterinario esperto del settore, in questo articolo rigetta la tesi e sostiene che i polli in vendita al supermercato sono sicuri da un punto di vista alimentare. Il motivo è semplice, in Italia la rete di veterinari che opera nei macelli è capillare, i controlli sono scrupolosi e quando si riscontrano patologie riconosciute le partite sono respinte.
Siamo di fronte a due posizioni che solo apparentemente differiscono. Nessuno mette in discussione la sicurezza alimentare e l’assenza di patologie nei polli certificata dai veterinari. I polli infatti non sono malati, nel senso che non hanno problemi riconosciuti dai veterinari e quindi possono essere commercializzati. Detto ciò però esistono altri problemi non ufficialmente riconosciuti che meritano attenzione. I polli broiler sono pulcinotti esageratemente obesi, che fanno fatica a stare in piedi, per questo motivo nel 50-90% dei casi il petto presenta strisce bianche indice di accumulo di grasso.
Noi a Milano abbiamo trovato vaschette di petti di pollo con le strisce bianche (white striping) in dieci insegne di supermercati dislocati intorno alla redazione. Inoltre il 20-30% degli animali presenta ustioni serie alle zampe e al garretto (hock burns) visibili ad occhio nudo. Anche in questo caso non si interviene a livello veterinario perché è considerata una patologia non grave e non comporta un pericolo per la salute.
Il problema delle hock burns
Le ustioni però esistono e il problema nasce dal contatto prolungato con lettiere inadeguate che risultano troppo basiche per via delle deiezioni dei polli, troppo umide e/o compatte. I broiler si muovono poco e tendono a stare seduti soprattutto nelle ultime settimane quando la struttura scheletrica non supporta il peso del petto enorme. I consumatori non si possono rendere conto dei problemi alle zampe ustionate perché nella Grande Distribuzione i polli sono porzionati e offerti senza zampe. I problemi sono ben noti ai veterinari nei macelli, ma manca la volontà di intervenire. Nessuno fornisce dati su questo problema che riguarda il 30% dei polli nel Regno Unito. Trattandosi di polli tutti uguali è presumibile che anche in Italia si verifichi la stessa cosa.
Texture e gusto
Poi c’è il problema della carne legnosa. Si tratta di un problema collegato alla crescita rapida per cui i petti di pollo presentano accumuli di cellule lipidiche e di tessuto connettivo. Gli animali macellati con questo difetto vengono utilizzati per altre lavorazioni (crocchette, piatti pronti…). Anche in questo caso il problema non è sanitario perché secondo i parametri dei veterinari la carne è sicura, anche se al palato risulta dura e sgradevole. Certo queste criticità non rientrano fra i criteri che escludono i polli dalla catena commerciale perché la carne è sicura, ma forse questi pulcinotti possono essere considerati “malati” lo stesso.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
…anche perchè paragonare da parte del veterinario il white striping dei polli alla marezzatura della carne di manzo Wagyu o Kobe mi sembra una forzatura palese…
sono decisamente animali che in natura non potrebbero sopravvivere, si estinguerebbero subito. sono espressione di una forzatura atta a tenere in piedi il loro commercio (ma non i polli…)
NESSUNO degli animali allevati, nemmeno quelli allevati nel modo più “sano” (per favore, non chiamiamolo naturale) possibile potrebbe MAI “sopravvivere in natura”. Non può essere un parametro per valutare la bontà di un allevamento.
Dico grazie per quello che fate
Se possibile vorrei qualche informazione riguardo i polli di allevamento bio
Grazie
Il disciplinare del biologico interviene su mangime, spazi, giorni di vita, ecc. Qui trova un approfondimento: https://www.rivistadiagraria.org/articoli/anno-2017/la-certificazione-del-metodo-biologico-avicoli/
Questo sempre perché si trattano gli animali come qualsiasi altra merce e non come esseri viventi che hanno il diritto ad una vita degna di essere vissuta!
Bravi un ottimo servizio di pubblica utilità per il cittadino continuate così come informazione libera e seria
Francamente mi pare evidente ci sia un problema di benessere animale peraltro regolamentato dalla UE ci mancherebbe pure che vengano macellati animali malati
https://www.instagram.com/p/C6f0a37ipv7/ ho appena visto questa anticipazione di Report ed aldilà delle ovvie considerazioni sul benessere animale che a quanto pare pur essendo legiferato è diventato merce di scambio per avere in cambio un alimento a basso costo, dobbiamo forse porci il problema che finché non si capisce che il come vengono trattati gli alimenti (tutti) che mangiamo quotidianamente determinano il nostro benessere in termini egoistici ma anche la salute del nostro pianeta e vedendo il servizio francamente oltre a vedere dei predatori all’apice della catena alimentare non si vede altro
L’allevamento intensivo è disumano ed anti ecologico ma le alternative sono solo due: o diventiamo tutti vegetariani oppure, se vogliamo tecniche d’allevamento estensive, dovremo accettare di pagare la carne, il latte, le uova, i salumi e i formaggi 5 – 10 volte quello che li paghiamo oggi. Questa società se lo può permettere? È accettabile che la carne ritorni ad essere un alimento per soli ricchi? E non si dica si deve rispettare la normativa sul benessere animale perché è proprio quella che oggi consente di allevare i broiler in quelle condizioni, i maiali di 160 kg in capannoni con 1 metro quadro a testa a disposizione, le vacche che dopo 2 lattazioni e mezzo vengono mandate al macello.
Beh, ora non esageriamo: i prodotti biologici non costano “5 – 10 volte” di più, e sono prodotti in condizioni decisamente migliori
5-10 volte no, ma 3-4 sì. Ed è già abbastanza.
La prima che hai detto!
Peccato che di recente i prodotti vegetali abbiano visto lievitare i propri prezzi, anche per le versioni non bio, figuriamoci poi quelle bio.
I malati infatti siamo noi esseri umani, che di umano non sta restando più niente. In una società in cui trattiamo gli animali come mere macchine da produzione, in un periodo storico in cui non abbiamo certo problemi di approvigionamento di cibo, è un crimine permettere che esseri senzienti siano costretti a tali atrocità. Se sfruttare gli animali si è sempre fatto, perseverare e giustificarlo è diabolico.
Non abbiamo problemi di approvvigionamento di cibo ESATTAMENTE perché esistono gli allevamenti e le coltivazioni intensive. Con buona pace dei fautori del bio, se tutte le coltivazioni e gli allevamenti diventassero biologici, la disponibilità di cibo probabilmente si dimezzerebbe.
Sì mettono etichette su carni di ogni tipo di BENESSERE ANIMALE: PERCHÉ PER I POLLI QUESTO NON VALE?…E POI, MAGARI CI FOSSERO ABBASTANZA ISPETTORI CHE VERIFICANO L’EFFETTIVO BENESSERE ANIMALE E IN ULTIMO DUE PUNTI E IL BENESSERE UMANO? ANDIAMO MOLTO MALE IN CERTE AZIENDE IN CERTI ALLEVAMENTI RIGUARDO A BENESSERE ANIMALE BENE ESSERE UMANO E IGENE
Quello che si legge è davvero preoccupante mi chiedo come possiamo far sì che i polli vengono allevati rispettando la natura e i consumatori tutelati da questo genere di speculazione. Sono pessimista sul seguito perché non basta non acquistare i polli in genere Bisognerebbe poterti acquistare polli sicuri. Ma come?
di sicuro anche se non sono malati sono senz’altro carni “forzate” e per di più la fama della carne di pollo “magra” va a ramengo….Sembra che quella carne di pollo sia più grassa della carne di vitello, é tutto dire! Purtroppo per sfamare miliardi di persone a poco prezzo chi ci rimette sono gli animali e, in ultima analisi, i consumatori. Alla faccia di chi ha asserito che i poveri mangiano meglio dei ricchi…..
Non sono malati né nocivi per la salute? Dipende da cosa s’intende per salute. Il petto di pollo è una delle carni base di molti interventi di dietologia clinica perché mediamente (CREA – BDA IEO) apporta 0,8% di grassi. Se è accertato che i petti dei polli broiler hanno accumulato più grasso dobbiamo sapere quanto e regolarci di conseguenza.
Splendida e illuminante discussione sui polli. Bravi, grande cultura a gratis.
E’ chiaro che finché i veterinari continueranno a non voler entrare come categoria professionale, nel merito dei danni da allevamenti intensivi, sia all’ambiente che al benessere degli animali, avremo pochi pareri al riguardo . Mentre tutte le professioni stanno prendendo posizione in tema ambientale, le rappresentanze veterinarie purtroppo non vanno oltre un qualche slogan che si potrebbe assimilare al greenwashing.
Grazie come sempre per i vostri approfondimenti ma i banali. Per quanto mi riguarda non credo che ci sia molta scelta, semplicemente non bisogna più comprare la carne dalla grande distribuzione e rivolgersi ai piccoli allevatori che ancora esistono per fortuna. Io non voglio più finanziare questa industria della morte che fa vivere questi poveri animali in maniera indegna. Ho visto recentemente il documentario “food for profit” e devo dire che da un’immagine veramente spietata degli allevamenti intensivi. Da vedere anche se tremendo
Sarebbe sufficiente chiedere al veterinario se considera una persona obesa, che fatica a stare in piedi e con le ginocchia ulcerate sana o malata.
E’ veramente vergognoso il trattamento riservato a questi poveri animali. Io mangio poca carne solo di pollo e compro pollo biologico, ma non so se per biologico si intende solo il sistema di alimentazione o anche il tipo di allevamento.
Il disciplinare del biologico interviene su mangime, spazi, giorni di vita, ecc. Qui trova un approfondimento: https://www.rivistadiagraria.org/articoli/anno-2017/la-certificazione-del-metodo-biologico-avicoli/